30 novembre 2005

Con il Giorno c’è il poster del MonzaBrianza


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Traggo dal “Giorno-Monza Brianza” il seguente articolo, a firma Luca Ornago e lo riporto perché mi sento di sottoscriverlo in pieno, anche dopo il periodo non certo esaltante della squadra.
“Giovedì primo dicembre, a tre giorni dall’attesissimo Monza-Genoa [Claudio ti aspetto, N.d.R.], il nostro quotidiano regalerà ai lettori il poster plastificato a colori del Monza Brianza 1912.
Connubio commerciale fra la società biancorossa e la nostra casa editrice a parte, si pone al centro dell’iniziativa un significato più ampio, figlio del desiderio unanime di trasformare la squadra della propria città nel simbolo sportivo del nostro territorio che, sulle mappe geo-politiche aggiornate, appare già con i contorni della Provincia a venire.
Appendere il poster del Monza Brianza nella propria stanza, magari per il momento accanto a quello di Inter o Milan o Juventus [o come si vede dalla foto, quello di Giaretta vicino a quelli della Magica, N.d.R.], può davvero rappresentare il primo passo del tifoso monzese verso l’autonomia (se non proprio indipendenza) calcistica dalla grande «griffe» pallonata; questo in attesa che la futura Provincia di Monza Brianza non si riconosca istituzionalmente nei colori e nella casacca che oggi portano sulle spalle Giaretta e compagni.
Come direbbe l’allenatore biancorosso Giuliano Sonzogni, è questione di mentalità. Questione legata al saper pensare ad una fede sportiva dettata dalle proprie radici socio-culturali ed al voler riconoscersi in una realtà propria.
Una realtà capace di camminare da sola perché tenuta per mano da una città
con centoquarantamila braccia. “Araba fenice” in versione “monsciasca”? Utopia biancorossa del terzo millennio? Sì, fino a che voci come quelle del presidente Giambattista Begnini («Non mi interessa dirigere la terza squadra della Lombardia ma la prima della provincia di Monza Brianza») si perdono nel vuoto. Un poster rimane un poster, ma l’idea che ne accompagna il semplice possesso può diventare l’obiettivo di una cultura sportiva rinnovata e pulita, in chiave «briantea».”

29 novembre 2005

Tv e razzismo

Si può difendere la tv solo perché domenica “non si è parlato altro che del razzismo nei confronti di un giocatore di colore [Marc Zoro del Messina, N.d.R.] e questo giocatore è stato pure rintracciato telefonicamente”? E poi arrivare alla conclusione che “la tv, in questo caso, non è stata spazzatura, ma il razzismo lo è”? [per chi volesse sapere di chi sono queste perle di saggezza, cliccate qui, N.d.R.]

Non vi sembra faciloneria da quattro soldi? E’ mai possibile che la tv possa essere difesa e santificata solo perché ha ripreso questo episodio, dandogli visibilità? E tutte le schifezze che ci propina sono inevitabilmente cancellate perché ha scoperchiato il calderone del razzismo? Scusate, ma se poi i risultati sono cinque minuti di ritardo nel fischio d’inizio delle partite e uno striscione contro il razzismo, mi sembra proprio che passi in avanti non se ne siano fatti.

Io formule magiche non ne ho, so solo che se nel regolamento è previsto che per cori razzisti si può sospendere una partita, che lo si faccia e si dia un segnale forte a quei tifosi (?) idioti che nel 2005 ancora si permettono di deridere un giocatore di colore: come ha detto Zoro, “la tratta degli schiavi è finita da tanto tempo”.

 

28 novembre 2005

Damiano Tommasi

Sarebbe stata veramente una favola, se ieri Mexes non ci avesse messo lo zampino con quel fallo, l’espulsione e il rigore trasformato da Toni. Ma a noi basta rivederlo in campo da titolare, rivederlo giocare anche in un ruolo non suo, rivederlo segnare dopo neanche due minuti e rivederlo sorridere, felice. Una felicità che esplode anche nei nostri cuori, perché lui è un giocatore vero, lui è uno che la maglia ce l’ha cucita addosso, dentro al cuore, lui è uno che mi piacerebbe (ma qui la favola diventerebbe soprannaturale) rivedere anche in Nazionale. Ma soprattutto lui è un uomo, alla faccia di chi non si ricorda più che significhi esserlo perché i miliardi danno alla testa, ma 1500 euro al mese ti fanno riflettere.

Grazie Damiano e anche se tu non leggerai mai questo mio post, voglio dirti che ieri sera ho cercato di disinteressarmi alla partita perché avevo paura della Fiorentina e così fino alle 21:10 per me era come se la partita non esistesse, poi qualcosa si è acceso nel mio cuore e ho voluto guardare come andava: pagina 220 del Televideo, Roma-Fiorentina 1-0, 2’ p.t. Damiano Tommasi. La mia gioia è rimasta per un pochino chiusa nel cuore [se urlavo davanti a tutti mi facevano ricoverare in psichiatria, N.d.R.], poi mi sono ritirata in camera e ho dato sfogo alla felicità di rivedere il tuo nome nel tabellino marcatori. Grazie Damiano!

 

P.s.: informazione di servizio, il tuo messaggio, Dany, l’ho letto dopo!

27 novembre 2005

Dalla nostra fotoreporter da San Siro-1

Chiara ci ha mandato le foto e io non posso che ringraziarla e dire che i milanisti, ieri sera, hanno avuto una gran fortuna: una punizione, ottenuta per un fallo inesistente, ha permesso a Pirlo di realizzare in maniera spettacolare il primo gol e, a 50 secondi dalla fine, procrastinata per cinque interminabili (per il Lecce) minuti di recupero, un SuperPippo Inzaghi, che ha salvato Ancelotti da un pareggio dal sapore di sconfitta.

Dalla nostra fotoreporter da San Siro-2


Dalla nostra fotoreporter da San Siro-3


26 novembre 2005

Stasera Milan-Lecce

Nonostante il tempo da lupi, stasera la mia amica Chiara si improvviserà inviata speciale da San Siro, anzi per la precisione fotoreporter: mi ha infatti promesso foto della partita, che pubblicherò non appena possibile.

Meglio il rugby che il Cervia

A dispetto della neve che sta scendendo copiosa, pomeriggio si prevede il pienone per l’amichevole tra la Nazionale Italiana di rugby e quella delle Isole Fiji, che si terrà allo stadio Brianteo. La prefettura ha addirittura dato l’okay per l’apertura dei distinti, che di solito, in occasione delle partite di calcio del Monza, rimangono chiusi. Sono felice che i brianzoli riempiano lo stadio per un’occasione del genere, perché si tratta di sport vero, non di un reality show.

25 novembre 2005

Certa gente dovrebbe imparare a stare zitta

Mi riferisco a Marta Cecchetto, la sgambettante ballerina sul bancone dello spot Aperol, nonché fidanzata da nove anni col bomber della Fiorentina Luca Toni [che aspetto al varco domenica sera, N.d.R.].

Intervistata da Ilaria Ulivelli per il “Giorno”, alla domanda: “A lei piace il calcio?” ha risposto: “Non molto. Il calcio è uno sport maschile. Una donna che ci mette la bocca per me è ridicola. Come se andasse al bar con gli uomini per parlare di donne e sesso” [che paragone calzante, N.d.R.].

Io, a nome di tutte le giornaliste sportive [un po’ arrogante questo messaggio: mi faccio portavoce di una categoria a cui neanche appartengo, per ora…N.d.R.], mi sento insultata da queste parole indegne: noi non siamo affatto ridicole, anzi abbiamo un cervello e delle idee che nascono da esso (magari sballate e faziose e antisportive) e ne andiamo fiere, perché sappiamo che le donne sono in grado di parlare di calcio anche meglio degli uomini, quando tutto nasce da una passione vera.

Inoltre le parole della signorina Cecchetto sono un insulto pure per tutte le calciatrici, che danno l’anima per questo sport e sono orgogliose di ciò che fanno.

Se una di noi le dicesse che trova ridicolo che una donna si abbassi a mercificare il proprio corpo per il mero guadagno, lei che risponderebbe? Allora torni sul bancone dell’Aperol a far sbavare gli uomini imbecilli e tenga la lingua a freno, per favore.

23 novembre 2005

Giordano: "Abbiamo conquistato un pubblico giovane"

 

Oggi accantono per un attimo il giornalismo sportivo per dedicarmi al telegiornale (sempre che quello di Studio Aperto possa essere definito tale…).

Il 23 novembre di cinque anni fa, Studio Aperto passava dalle mani di Paolo Liguori (ora al TgCom) a quelle di Mario Giordano, che ha sapientemente trasformato il Tg, esponendo al suo interno almeno 15 minuti al giorno di tette e c**i o gossip di vario genere e relegando la politica a racconto di Serie B (lo si nota dal fatto che il giornalista non è mai sul campo, ma si collega dalla redazione, leggendo le agenzie Ansa) e l’attualità a racconto di storielle strappalacrime, dove l’importante è mettere il microfono sotto il naso di chi ha appena perso un famigliare e chiedergli: “Come si sente in questo momento?”.

Mario Giordano, intervistato per la ricorrenza, ha affermato di aver così conquistato un pubblico giovane: ma veramente i giovani non riescono ad andare aldilà del backstage dell’ultimo calendario o degli amori da copertina delle veline e letterine varie? E come mai c’è ancora chi riesce ad avere senso critico e a non accettare tutto ciò (per farvene un’idea cliccate qui e qui)?

Quel Tg è un attentato all’intelligenza umana dei giovani, che dovrebbero vergognarsi di seguirlo (a meno che non lo guardino con il mio stesso spirito derisorio, ma questo l’Auditel purtroppo non ce lo dice ancora).

Ora capisco perché in 20 ore di laboratorio di tecniche di giornalismo in video, tenuto da una delle firme “più prestigiose” del Tg di Giordano, le uniche chicche di sapere giornalistico sono state: “A Studio Aperto si fa tutto in digitale, sulla nostra bella workstation, non più in analogico come negli altri Tg…e poi l’importante è lo stand-up!” (il tutto spiegato ovviamente con una bella cadenza napoletana che neanche in video riesce a scomparire).

21 novembre 2005

Buon compleanno cuginetto!


Auguri
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Volevo fare i miei auguri di buon compleanno al mio cuginetto Matteo! Associatevi a me (soprattutto voi ragazze che vi assicuro che è un bel "bagai")!

Alberto D’Aguanno sei il mio mito

Dopo che qualche anno fa, la mia compagna di banco mi aveva confessato di vivere nello stesso palazzo del giornalista Mediaset, Alberto D’Aguanno e della moglie, Monica Gasparini, giornalista di Studio Aperto e dopo che la scorsa estate, Catone mi aveva permesso di scoprire che i due erano in vacanza a Milano Marittima, in attesa della mamma (logorroica) di lui, ieri ho fatto una nuova scoperta: D’Aguanno è un tifoso dei colori biancorossi dall’adolescenza, quando il Monza ancora giocava allo stadio Sada e, durante l’anticipo serale, Monza-Spezia è stato avvistato sulla tribuna del Brianteo.
P.s.: quanti “gossip” riguardanti i giornalisti Mediaset su questo blog…
P.s.2: quando le cose sono normali scrivi senza pensieri, poi ti sembri/senti scema per quanto hai scritto...

Pillole (infuocate) dalla Domenica Sportiva

Ieri sera durante la “DS” su RaiDue sono accaduti due fatti degni di nota: uno scherzoso e divertente, l’altro veramente becero e cafone. Ve li racconto in ordine di apparizione e lascio a voi decidere a chi assegnare gli aggettivi sopraccitati:
1. la signorina Alena Seredova (la cui presenza nel programma è assolutamente inutile, dato che ha qualche difficoltà con l’italiano e non sa un cavolo di calcio, a parte conoscere approfonditamente Gianluigi Buffon, ma sappiamo bene che il suo agente, Lele Mora, fa il bello e il cattivo tempo in tv), in un dibattito sulla stretta di mano tra Totti e Emer*on durante la partita di sabato, ha esclamato: “So che Puma [il soprannome di Emer*on, N.d.R.] è bravo ragazzo, al contrario dell’altro [Totti, N.d.R.]”, associando alla frase anche un gesto inequivocabile e un “Tié!” all’indirizzo “dell’altro”. Mi limito a ricordare alla signorina in questione che sarebbe l’ideale imparare, oltre all’italiano, anche la buona educazione, perché il suo comportamento è passibile di querela;
2. l’allenatore della Sampdoria, Walter Novellino, intervistato dopo la partita vinta 2-0 contro la Lazio, ha confessato di aver votato per Marco Mazzocchi, durante le esibizioni di ballo del giornalista, nel sabato sera di RaiUno, targato “Ballando con le Stelle”. Mazzocchi si è dichiarato lusingato, ma ha ricordato a Novellino di “non aver votato abbastanza”. Per chi non lo sapesse, Mazzocchi è sempre stato in sfida, vincendo la prima contro Francesca Reggiani e uscendo sconfitto dalla seconda. Inoltre, nella puntata di ripescaggio, un problema alla gamba non gli ha permesso di ballare al meglio delle sue condizioni e così non è riuscito a rientrare in gara. Quindi, caro Novellino, ci sarebbero volute vagonate di voti per poterlo vedere ballare ancora una volta.

20 novembre 2005

Una due giorni calcistica da nascondersi in un eremo di montagna

Quello che è successo ieri sera, in quel di Roma, è noto ormai a tutti e non c’è bisogno che io mi metta a ricordarlo, mi ero solo dichiarata pronta a prendermi le mie responsabilità, il che significa rispettare i vincitori sul campo, senza piangersi troppo addosso. Domenica c’è un’altra partita e si vedrà.
Quello che, invece, è successo pomeriggio, sul campo del Brianteo, ha dell’incredibile, dell’inconcepibile: non si sono fronteggiate due squadre di Serie C1, ma due squadre dell’oratorio (con tutto il rispetto per i ragazzi che giocano all’oratorio), che si contendevano lo scettro del peggiore in campo (insieme all’arbitro, che non aveva polso, né personalità e con questo non intendo che le fischiava tutte contro, ma che non era in grado di gestire la partita): Monza-San Marino, la fiera dell’imbranato. La partita, per dovere di cronaca, è terminata con un pareggio deprimente: il San Marino è riuscito a portarsi in vantaggio sul finire del primo tempo (immeritatamente, perché non aveva fatto un’azione degna di nota) e il Monza ha pareggiato solo grazie a due rigori, di Federici e Tricarico, tirati entrambi alla sinistra del portiere, che per tutte e due le volte è riuscito a pararli, ma nel secondo caso, la ribattuta in rete di Campi gli è stata fatale. Sempre per dovere di cronaca, faccio notare che nel San Marino giocavano Adriano Fiore e Francesco Perrotta, cognomi noti in Serie A, ma questi erano semplicemente il fratello e il cugino dei ben più famosi Stefano e Simone (indegni nel portarlo: erano sempre a terra, come tutti i giocatori sanmarinesi, e bloccavano la partita per secoli, salvo rialzarsi arzilli e pimpanti, appena portati fuori dal campo in barella). La curva Davide Pieri non ha fatto mancare il suo incitamento per tutta la partita, ma ce ne vuole ad applaudire quattro sfaticati che fanno ridere ad ogni azione. Bisogna ammettere (dai piani alti fino ai tifosi) che il Monza ha cambiato faccia da sei partite a questa parte: quattro pareggi e una sconfitta nelle ultime cinque e oggi un nuovo pareggio, venuto dal cielo per grazia di Dio, solo l’ombra sbiadita di ciò che era di quel Monza che giocava ad inizio campionato. Non ci resta che sperare.

P.s.: il prepartita è stato caratterizzato da una simpatica uscita di un tifoso biancorosso che, stufo delle insulse canzoncine che mandano allo stadio, ha esclamato: “Ma mettete Marilyn Manson!”: bravo! Hai il mio appoggio incondizionato!

Grazie Pisanu 2 - La vendetta

Io non capisco se lo fanno per farmi fare brutta figura: l’altra volta ho pubblicato l’articolo riguardante il decreto Pisanu e le relative difficoltà di parcheggio durante l’anticipo serale Monza-Spezia e, non paga, lo avevo mandato anche a Giovani@Tentazioni.

Bene, oggi tutto è tornato normale e quindi ora mi chiedo: era un provvedimento temporaneo dovuto al fatto che la partita fosse serale? Dovevamo fare bella figura perché veniva ripresa in tv su RaiSatSport? Era forse considerata una partita a rischio violenza? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

19 novembre 2005

Ho "incontrato" una fan di Campioni

L’altro giorno ho pubblicato il link al mio ultimo articolo su Giovani@Tentazioni: “stadi e sicurezza”. Chi mi legge, si sarà accorto che è lo stesso che avevo già pubblicato qui dopo l’anticipo Monza-Spezia, col titolo “Grazie Pisanu”. Ho intrapreso così un dialogo con Marianna Bianca, una ragazza di Rimini, fan del reality “Campioni” e vi riporto ciò che mi ha detto:

¤Fp¤, le squadre, sia di serie A sia di categorie inferiori e tutti i tifosi d’Italia, devono imparare (non tirarmi i pomodori) dal Cervia e dai loro tifosi, anche se lì, ultimamente, c’è qualcuno che rinuncia al proprio sogno, ciononostante la squadra è sempre seguita e ha lo stadio pieno: l’incentivo è dato dal reality, di cui sono un’assidua telespettatrice, ma a Milano Marittima non ci sono disaffezione né violenza, solo sfottò.

Ecco la mia risposta:

Ciao Marianna Bianca, mi ha fatto talmente ridere il tuo “non tirarmi i pomodori”, che non riesco a contestare nulla di quello che dici, anche se sul mio blog ho criticato quel reality a destra e a manca [per chi volesse leggere alcune delle critiche: clicca qui e qui, N.d.R.] e se ho guardato le partite era per gufare e tifare contro (anche se poi questa estate ho conosciuto uno di loro [Ciccio Gullo, N.d.R.] e ho pure fatto la foto insieme)! Quando nel post parlavo di “eventi mondani che riempiono il mio stadio” mi riferivo proprio alle amichevoli del Cervia e alla finale del programma: gli unici avvenimenti che sono riusciti nell’impresa di riempire lo stadio. Comunque ne parli con tale simpatia che non posso fare altro che darti ragione!

E’ talmente simpatica che non posso distruggere il suo sogno.

18 novembre 2005

Romanzo criminale

Premessa: questo scritto non è mio, ma mi è arrivato tramite la newsletter di CoreDeRoma ed è ciò che penso anche io, quindi lo pubblico.

“L’hanno scritto giorno dopo giorno, partita dopo partita, anno dopo anno, dirigenza dopo dirigenza. Due pesi e due misure, 17 squadre hanno un budget, loro un altro, 17 squadre hanno introiti, loro 10 volte tanti. Quando giocano tra di loro le squalifiche non scattano, possono dire e fare quello che vogliono, le regole sono ad uso e consumo personale. Ce n’è abbastanza per definirli anche noi galantuomini, ironici, forse anche timidi, come l’arguta nostra presidentessa li ha saggiamente definiti (come no!!). Sono i galantuomini e timidi come loro però che ti sorridono amabilmente ma le tasse non le pagano, BIP! [questa frase è stata censurata, N.d.R.], sono quelli che ti pugnalano alla schiena quando tu ti fidi ciecamente, sono quelli che benpensano cantava un bel gruppo rapper italiano un paio di anni fa. Il condensato di tutte questo bel sistema, lo sappiamo, scende in campo all’Olimpico sabato sera, con una maglia a strisce bianche e nere. Il sistema, del resto, vanta dei fieri paladini: Nedved e quel suo “Giusto !! Giusto!!” in un’autoesaltazione onirica dopo essersi tuffato e aver visto accordato il solito rigore inesistente a favore, la dicono lunga; in un’altra partita bacchettò anche Zambrotta che voleva confessare all’arbitrò di essersi tuffato; risultato? Pallone d’oro a Nedved! Il sistema, vanta anche i nostri falsi e imperdonabili traditori: Capello, Emerson, Zebina (9 minuti disputati in tutto il campionato nella sua solare Torino solo per aver chiesto un aumento: Campana, però, a differenza del caso Cassano, fa la campana: nomen omen); e ancora il bravissimo e impunitissimo Ibra, per arrivare in un crescendo rossiniano al gran finale con Moggi, Bettega, che chiedeva agli avversari di farlo segnare, e Giraudo, tifoso del Toro che fa “grande” la Juve. Beh, devi sapere Rosella che noi non siamo come loro, non ci sono simpatici, non ci fa tenerezza la loro timidezza, non ci fanno ridere, anzi ci fanno inca**are e rappresentano tutto quello che odiamo. Sabato sera, nonostante la rimozione di Carlo Zampa, nonostante le tante diavolerie che si cercheranno di mettere in opera per avvalorare questo inesistente buon rapporto, noi urleremo, loro sentiranno, tutto il nostro disprezzo, ora come sempre, come ieri, come domani. Onora il padre, noi lo facciamo. FORZA ROMA SFONNALI A STI SCHIFOSI!!

P.s.: sono pronta a prendermi le mie responsabilità, se domani sera la mia squadra farà figuracce, ma se, come prevedo, sarà la solita ladrata, ci darò dentro ancora una volta!

17 novembre 2005

Juve nemica di sempre e per sempre

E chi non lo pensa e non ha parole di disprezzo per i traditori e compagnia bella non porta rispetto per i nostri colori e quindi “o è d’a Lazio o è lei stessa gobba dentro”: chi ha orecchie per intendere, intenda e impari un po’ più dal padre, come ci si comporta quando si ha la lupa indelebile nel cuore. Ora e per sempre: FORZA MAGGGICA e ABBASSO I GOBBI!

Lezioni di stile

Sul sito di Repubblica c’è un articolo spassosissimo, che non posso fare a meno di segnalarvi: “Pescara, il centravanti hard – Gol e sesso con la maglia…”.

Domenica il centravanti del Pescara, Davide Matteini, ha dato veramente una lezione di stile (e di come si creano le notizie nell’attuale circo mediatico), festeggiando il gol in un modo, a dir poco, triviale: ha simulato un accoppiamento con la sua maglietta e ha poi spiegato che era anche un messaggio subliminale per la sua fidanzata: “Le ho dimostrato che posso tradirla solo con una maglia” [chissà com’è felice, ora che lo sa, N.d.R.].

Già in passato avevo trattato il tema delle esultanze particolari in campo (agli albori di questo blog…), ma nella rassegna mi mancava “l’arrapato dell’area di rigore”: grazie Matteini per averlo inventato.

16 novembre 2005

Avviso a ¤Catone¤

 

Oggi sul QS c’è un articolo, a firma di Luca Pasquaretta, dal titolo: “Thuram: «Orgoglioso di arrivare dalla feccia» - L’esempio: il bianconero nato nei ghetti e impegnato contro ogni discriminazione”. L’articolo è incluso nella campagna del QS contro il razzismo e si conclude con le tue sagge parole: “Meditate gente, meditate”: fossi in te mi farei pagare i diritti d’autore.

 

 

15 novembre 2005

Io sto col mio Capitano

 

Bella e pungente quanto basta l’intervista di Totti, rilasciata ieri al “Messaggero”. Il mio Capitano non ha risparmiato nessuno in vista della partita di sabato 19 (anche se Bettega dice che non lo ha fatto in questa prospettiva, ma perché ormai incarna “l’antijuventinità” [fiera di esserlo oggi e sempre, N.d.R.]):

1.      sull’Infame Traditore: “Allenato in futuro ancora da lui? Non accadrà mai più. […] Spalletti rispetto a lui è una persona vera e a me interessa prima l’uomo che l’allenatore” [sulla questione si sono spesi fiumi d’inchiostro, ma se posso assicurarvi che neppure uno come Giancarlo Padovan, direttore di TuttoSport, quindi addentro a tutto ciò che riguarda il mondo juventino e la famiglia Agnelli, non credeva alla possibilità che l’Infame sedesse sulla panchina dei gobbi…, N.d.R.];

2.      su Moggi: “Lui a Roma? Bisogna vedere se mi confermerebbe, se mi riterrebbe all’altezza del suo progetto, comunque, se proprio deve lasciare la Juve, lo vedo meglio con un ruolo in Nazionale” [su questa frase ho dei dubbi, data la profusione di condizionali: o Totti ha un ghost writer che lo ha aiutato o il giornalista ha smussato gli errori, N.d.R.];

3.      su Emer*on: “Sabato lo saluterò con una stretta di mano, solo perché è obbligatorio. Non mi sento di andare oltre” [attento poi a lavartela ben bene, perché con quella mano Emer*on ci ha firmato il contratto per i gobbi già nel marzo 2004, N.d.R.] “con gente che non dice la verità, preferisco chiudere”;

4.      su Veltroni: “Non è più juventino per merito mio…s’è tolto la maglia bianconera e l’ha messa da parte”.

14 novembre 2005

Con quale criterio si scelgono anticipi e posticipi della Serie A?

La domanda mi è sorta spontanea, quando stamattina ho letto il giornale e ho scoperto che, proprio ora che la temperatura si sta abbassando (e vorrei ben vedere: tra un po’ è Natale e a Natale ci deve essere la neve!), la Magica Roma dovrà vedersela con tre partite consecutive da giocare alle 20:30: il 19/11 giocherà l’anticipo con la Juventus, il 27/11 il posticipo con la Fiorentina e il 4/12 il posticipo con il Lecce.

Nulla da eccepire sulla prima partita: essendo uno scontro importante per i trascorsi tra le due squadre, è normale che la giochino di sera; qualche dubbio potrebbe sorgere sulla seconda, ma, riflettendo, anche quella ha il suo peso specifico; è l’ultima che, veramente, è incomprensibile e mi sembra solo un modo per aumentare gli infortuni muscolari dei giocatori giallorossi (da notare che la frase è volutamente ambigua, infatti il giallo e il rosso sono i colori sociali di entrambe le squadre e il Lecce disputerà anch’esso due partite serali consecutive).

Non vi sembra eccessivo? Non esiste un quorum, raggiunto il quale la squadra non deve più disputare partite serali (per il benessere e l’integrità fisica dei suoi giocatori)?

13 novembre 2005

Testacoda

Notoriamente quando una delle prime in classifica gioca contro l’ultima in classifica dovrebbe essere una passeggiata (o quasi), perché, se la posizione in classifica è specchio delle capacità tecnico-tattiche della squadra, le prime dovrebbero metaforicamente divorarsi le ultime…ma, purtroppo c’è sempre un “ma”, è così sulla carta, perché in campo tutto risulta irrimediabilmente diverso: sarà la tensione, sarà la preparazione atletica, sarà la sottovalutazione delle forze in gioco, sarà quel che si vuole, ma i “testa-coda” riservano sempre delle sorprese.

Oggi Ravenna-Monza è finita 3-0: un testacoda in tutti i sensi. Forse aveva ragione Sonzogni, quando ha detto: “Qui c’è qualcuno che sta mollando la presa; qualcuno che, a furia di sentirsi dire di essere bravo, sta finendo per crederci; qualcuno che pensa che il più sia fatto e che d’ora in avanti tutto procederà bene come per inerzia!”: non era una tecnica psicologica, come successe prima del derby contro la Pro-Sesto, era la pura verità, dimostrata oggi in campo. Se abbiam perso per la prima volta, con le aggravanti dell’aver perso contro l’ultima in classifica e pure per 3-0, Sonzogni aveva ragione, ma a questo punto deve dare una strigliata a tutto l’ambiente.

11 novembre 2005

Facciamo un ripassino

In relazione alla notizia dell’incidente avvenuto a Schumacher, poi smentito, volevo ricordare a chi di dovere (non faccio nomi, ma si capisce) due leggi cardine dell’ordinamento giornalistico:

Legge sulla stampa 47/48 (attuazione del dettato costituzionale)

Art. 8: «Il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare insieme gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi o contrari a verità […]. Per i quotidiani, le dichiarazioni o le rettifiche di cui al comma precedente sono pubblicate, non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, in testa di pagina e collocate nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia cui si riferiscono […]. Le rettifiche o le dichiarazioni devono fare riferimento allo scritto che le ha determinate e devono essere pubblicate nella loro interezza, purché contenute entro il limite di trenta righe, con le medesime caratteristiche tipografiche […].»

Ordine dei giornalisti e accesso alla professione: l.3 febbraio 1963, n.69

Art. 2 – “Diritti e doveri”: «[…]. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori […].»

(tratte da R.Razzante, Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione, CEDAM, Padova, 2003).

 

Intervista a Gene Gnocchi

Ecco stralci irriverenti, tratti da un’intervista di Piero Degli Antoni a Gene Gnocchi, pubblicata sul “Giorno”:

“La Lega Calcio vuole impedirvi di dare i risultati in diretta durante “Quelli che…”. Che ne pensa?

Noi i risultati li sappiamo così: abbiamo addestrato 10 piccioni viaggiatori che ogni domenica seguono le 10 partite di calcio. Domenica scorsa è stato un po’ difficile spiegare al piccione incaricato che per Ascoli-Fiorentina doveva andare a Rimini, ma alla fine ce l’abbiamo fatta…Adesso poi col decreto Pisanu ogni biglietto deve essere nominativo, quindi abbiamo dovuto fare le foto ai volatili.

Come reagirà Galliani?

Nelle valli sono già pronte centinaia di doppiette Mediaset pronte ad abbattere i nostri piccioni.

Sorpreso di come è finita la vicenda di Bonolis a ‘Serie A’?

Io ho lavorato sia con lui sia con Ettore Rognoni, il capo dello sport di Mediaset. Devo dire che ‘Er Penombra’ è una brava persona. E mi ricordo che Bonolis, all’inizio del campionato, ha detto di essere molto contento e che avrebbe fatto quello che aveva sempre sognato. Adesso invece dice che torna a fare quello per cui l’avevano chiamato. Comunque una trasmissione di due ore forse era eccessiva.

A ‘Serie A’ Bonolis sarà sostituito da Enrico Mentana.

Tutti e due interisti. Forse per par condicio.”

Freddure sportive

Copritevi bene, perché sentirete molto freddo (e poche risa) in questa rassegna di “divertenti trovate” tratte dal sito www.ænigmistica.it:

1.      Ho visto un portiere squalificato a vita ri…parare all’estero.

2.      Ho visto un velista fare un’orzata coi fiocchi!

3.      Ho visto un surfista affamato apparecchiarsi la tavola.

4.      Ho visto un ciclista obeso fare una corsa in linea.

5.      Ho visto un tennista battuto da un rovescio di pioggia.

6.      Ho visto una signora in abito da sera vincere il salto in lungo.

7.      Ho visto una pattinatrice timida rompere il ghiaccio.

10 novembre 2005

Diamo la parola a Dany

Ieri sera [martedì, N.d.R.] il televideo Mediaset [la cui redazione è la stessa di TgCom, N.d.R.]annunciava, salvo poi smentire e scusarsi coi telespettatori, l'infortunio subito da Schumacher durante una partita di calcio...oggi [mercoledì, N.d.R.] sul QS c'era un'articolo con la stessa notizia (non smentita).Chi avra' ragione?!!
 

09 novembre 2005

Evoluzione di un quotidiano

Stranamente anche oggi mi ritroverò a parlare di QS: come preannunciato, il QS ha modificato il suo orario di chiusura e ciò ha permesso di apportare delle significative modifiche ai servizi. Ora, infatti, mi sembra sempre più di leggere la Gazzetta (o anche TuttoSport e il Corriere): l’introduzione delle tipiche pagine di riepilogo delle classifiche e dei marcatori di Serie A e B, delle probabili squadre del successivo turno di campionato, dei campionati esteri con l’analisi delle prestazioni degli italiani all’estero, il tutto pubblicato nelle prime pagine (con gli sport minori dalla metà in poi), mi ricorda lo stile caratteristico degli altri quotidiani sportivi. E lo ammetto, da lettrice appassionata, mi piace molto di più adesso.

Non ho mai capito gli intenti di Xavier Jacobelli, che comunque si vede che sono stati ridimensionati; Jacobelli sarebbe dovuto venire alle interessantissime lezioni di Giancarlo Padovan, direttore di TuttoSport, propugnatore delle seguenti “teorie”:

1.      «Perché tanto spazio al calcio [sui quotidiani sportivi]? Per un’esigenza del lettore!»;

2.      «Chi compra il quotidiano sportivo vuole continuare il godimento! Infatti il tifoso è sognatore…lungo le direttrici della sua squadra»;

3.      «Il quotidiano sportivo non venderebbe se non ci fosse il calcio, anche se l’interesse può andare anche verso altre direzioni»;

4.      «Il calcio è importantissimo anche perché finanziava gli altri sport attraverso il Totocalcio (e senza di esso non ci sarebbero stati i vari Tomba e Chechi!)»;

5.      «Il basket e la pallavolo sono poco giornalistici, infatti devono essere “cotti e mangiati”!».

Insomma il calcio è il motore di tutto: perché nascondere la testa sotto la sabbia, fingendo che non è vero?

 

Moda&Sport: il connubio continua

Anche oggi, come mercoledì scorso, sul QS è presente la “bellissima” rubrica Moda&Sport. I lettori hanno iniziato a fare le loro richieste e oggi è apparso il commento al look della nuotatrice francese Laure Manadou, richiesto da tale GK da Lucca.

Ecco, per tutti, le chicche di Victor Chambers:

1.      Marco Melandri (voto 8) viene considerato il nuovo eroe del motociclismo, soprattutto perché sempre a suo agio con quello che indossa [non è il nuovo eroe perché è riuscito a battere Rossi?, N.d.R.].

2.      Luca Toni (voto 7) viene accusato di essere bello ed elegante senza il minimo sforzo e il fatto che tutto gli piova dal cielo rende il voto più basso [ora anche la bellezza è una colpa!, N.d.R.].

3.      Laure Manadou (voto 5 ½) viene accusata di non essere trendy per i suoi 19 anni [come già successo, no comment, altrimenti divento cattiva, N.d.R.].

4.      I vestiti di Roy Keane, capitano del Manchester United (voto 4 ½), sono giudicati troppo noiosi e ci si chiede pure come reagirà a queste critiche [io ci riderei sopra: ahahah, N.d.R.].

5.      Su Antonio Cassano (voto 3), Victor dà il meglio di sé [e pensate quando dà il peggio…, N.d.R.]: “Mi sembra come un qualcuno che si è cosparso di colla e poi si è rotolato nei bassifondi di un grande magazzino, dove giace tutta la roba non venduta.” [roba da querela, se non fosse che Cassano ha altro a cui pensare di questi tempi, N.d.R.].

 

 

08 novembre 2005

"Pensa se non ci avessi provato."

Questa affermazione è presente sulla copertina di un libro, che mi affretterò sicuramente ad acquistare [notate forse dell’ironia nelle mie parole, N.d.R.]: “Valentino Rossi. L’autobiografia”. Permettetemi di rispondergli:

“Caro Valentino, ci ho pensato e sono arrivata ad una semplice conclusione: non mi sembra un dramma, ci sarebbe semplicemente stato qualcun altro al tuo posto”.

 

P.s.: dimenticavo: magari meno buffone…

07 novembre 2005

Pillole dal mondo del calcio (e limitrofi)

1.      Proprio mentre ieri mi ponevo il quesito amletico “è nato o non è nato”, riguardo a Totti junior, Ilary entrava in travaglio per dare alla luce, alle 21.12, Christian Totti. Il nome è stato scelto solo stamattina, perché “dopo sei ore di travaglio, la ex letterina aveva bisogno di riposo” (tratto dal testo del Televideo Rai): ma in nove mesi non hanno avuto neanche un minuto per mettersi d’accordo? Ma ora gli interrogativi più pressanti per la giovane coppia di genitori sono questi: a chi vendiamo l’esclusiva delle foto? E i soldi che ricaveremo, per quale opera di beneficenza li doniamo?

2.      Natalino Balasso, ex comico di Zelig, che in questi giorni non ha avuto parole di stima per il programma, intervistato da Piero Degli Antoni per “Il Giorno”, ha sparato a zero pure su Mediaset: “Come mai una trasmissione come ‘Campioni’, che è un fallimento da due anni, continua ad andare avanti con un grande spreco di denaro?” (il tema “Campioni” è stato spesso trattato in questo blog: vedi nell’archivio di maggio e in quello di settembre). E io aggiungo: come mai si sono fatti ritornare due ex, Mario Bordignon e Christian Giuffrida (quest’ultimo in forza al Bellinzona, squadra che milita nella Serie B svizzera)? Per risollevare le sorti della squadra o per risollevare le sorti del reality in termini di ascolto? Non so perché, ma opterei per la seconda: Giuffrida, l’anno scorso, era l’idolo delle teenagers ed è arrivato fino in finale (se cliccate sul suo nome, ammirerete il blog delle sue fans).

3.      Guerra aperta tra la Lega Calcio e RaiDue o meglio tra Adriano Galliani e Simona Ventura a causa della trasmissione domenicale “Quelli che il calcio…”, dove vengono dati i risultati in diretta, anche se i diritti del calcio sono appannaggio di Mediaset (dove, invece, è guerra aperta tra la redazione sportiva e Paolo Bonolis): ma a questa stregua, quei poveri “disgraziati” di TeleLombardia, TeleNova, AntennaTre e compagnia bella non dovrebbero essere sanzionati pure loro? Fanno anche loro contenitori calcistici, dove, per diritto di cronaca, danno i risultati in tempo reale: ma ve la immaginate una domenica (o un sabato sera, quando c’è l’anticipo) senza le urla di Tiziano Crudeli o le liti con Elio Corno o quella faccia da pesce lesso di Joe Denti? Sarebbe un vero dramma. Strascichi di questa guerra sono visibili anche alla “Domenica Sportiva”, dove, nonostante i numerosi inviti, da molte domeniche nessun tesserato del Milan va ospite: chissà come mai…

06 novembre 2005

Emozioni

Mi ero quasi dimenticata quanto fosse bello vincerne tre consecutivamente (di cui due fuori casa), affacciarsi ai piani alti della classifica (18 punti, a -2 dal quarto posto dell’Inter) e stare sopra i cugini laziali (che sono solo a 16: peccato che l’Inter, ieri sera, non mi abbia fatto un regalino). Ma so che è meglio evitare sogni ad alta quota, perché il 19 novembre (anticipo serale Roma-Juventus) potrei inesorabilmente franare a terra e farmi molto male.

Per ora mi godo il secondo gol consecutivo del “miracolo” Mexes, che deve essere stato a Lourdes (proporrei anche agli interisti una visitina, anche se loro poi rischiano di trovare chiuso), e quello di Totti, ribadendo la domanda della settimana scorsa: “Ma quando nasce Er Pupino?”.

 

P.s.: le emozioni possono anche essere negative, infatti il Genoa ha vinto 2-0 col Giulianova, scavalcando così il Monza, che diventa terzo nella classifica di Serie C1.

05 novembre 2005

Niente vetta per il Monza dei pareggi


La partita
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La partita ha ripagato l’attesa e la diretta su RaiSatSport perché è stata bella e combattuta su entrambi i fronti, ma alla fine, per noi biancorossi, rimane l’amaro in bocca: delusione per un pareggio (1-1, gol di Varricchio e di Barjie) che ha avuto sia il sapore della sconfitta (dal 54’, quando lo Spezia si è portato in vantaggio grazie ad un gol che a descriverlo non ci riesco perché mi è sembrato tanto una beffa) sia quello della vittoria (dall’81’, quando galvanizzati per il pareggio, spingevamo la squadra a non mollare perché la vittoria non era più un sogno impossibile).
Due annotazioni: non se ne può più di tutti quei tifosi che urlano dalla curva, come degli indemoniati, contro le decisioni dell’allenatore: ma se siete tanto bravi perché non hanno preso voi alla guida del Monza? All’inizio della partita si è osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Ferruccio Valcareggi: peccato che, per 30 secondi abbondanti, le due tifoserie ultrà non se ne siano accorte e abbiano continuato a cantare i loro cori a squarciagola e, per i rimanenti 30 secondi, abbiano fatto partire un applauso che mi sembrava alquanto ipocrita.

La coreografia dei tifosi dello Spezia


La coreografia preparata dai tifosi biancorossi


Che gente frequenta lo stadio?

In una serata dalla temperatura gradevole, rovinata solo da una pioggerellina insistente, ecco come apparivano i tifosi della curva: per gentile concessione della stessa tifosa ripresa.

P.s.: hai visto Dany che ho il coraggio di pubblicarla.

Grazie Pisanu

Vogliono far tornare la gente allo stadio, convincendola che i decreti appena entrati in vigore aumentino la sicurezza dei tifosi: per ora vedo solo un aumento delle difficoltà.

Con la scusa dei biglietti nominativi, non si possono più vendere i biglietti alle biglietterie dello stadio, ma bisogna premunirsi del tagliando in settimana: per una squadra di Serie A posso anche capirlo, ma una squadra come il Monza, che milita in C1 e che non riesce già di suo a riempire lo stadio per la pigrizia e l’indifferenza dei brianzoli, è solo un modo in più per aumentare questa pigrizia e quest’indifferenza: se io decido la domenica mattina di andare allo stadio, non posso perché non ho più possibilità di comprare il biglietto, se, invece, l’ho comprato in settimana, prevedendo un fine settimana di relax sportivo e mi succede un imprevisto, nessuno mi ripaga.

Con la scusa della sicurezza dei tifosi, si cercano di evitare i contatti tra le tifoserie avversarie: cosa buona e giusta, se non fosse che, nel nostro caso, ci precludono la possibilità di parcheggiare nelle vicinanze dello stadio (come abbiamo sempre fatto, senza aver corso mai nessun pericolo): ieri sera c’era una coda pazzesca perché non si era a conoscenza di questa novità e molti sono entrati in ritardo per le difficoltà nel trovare parcheggio. Alla fine risulterà più comodo e più rapido andare in bicicletta.

P.s.: ho spedito l'articolo al blog del QN: trovate il link nell'apposita sezione.

03 novembre 2005

Curva Davide Pieri

Domani sera alle 20.45 tutti al Brianteo a tifare Monza e a cantare a squarciagola il nostro inno:

“Io sognavo una trasferta sana

ma non sono della fossa lariana

perché sono degli Eagles Monza

ogni trasferta per me è una sbronza

che sia birra oppure vino

ho a che fare con il celerino

che sia gioia o sia disdetta

finisco sempre sulla camionetta

forza monza alè alè

forza monza alè alè

oh oh oh oh”.

E dopo la partita pubblicherò la cronaca e le foto dell’incontro. Vi aspetto (allo stadio e sul blog).

02 novembre 2005

Moda & Sport: il nuovo connubio del QS

Il QS ha un nuovo collaboratore, tale Victor Chambers, personal stylist inglese, cui è affidato l’arduo compito di giudicare il look dei personaggi dello sport per scegliere il più trendy (anche con l’aiuto dei lettori, cui viene fatto un appello: “Se c’è qualche personaggio sportivo che vi colpisce per il suo stile, segnalatecelo e il nostro esperto lo giudicherà”).

Non entro nel merito delle capacità del suddetto personal stylist e neanche della scelta del titolo, ormai logoro ed abusato a meno che non lo usi Celentano: “Capello è rock, Gattuso è lento”, ma che ora un quotidiano sportivo ci debba dare pure indicazioni di look trendy è alquanto preoccupante: primo motivo, perché ognuno si veste come gli pare, si chiami Mario Rossi o Gennaro Gattuso e non deve assolutamente essere giudicato da nessuno (ehm, ehm, lasciate perdere certi miei articoli…, N.d.R.]; secondo motivo, perché ad un lettore di sport non interessa per niente se uno si veste male o bene, ma quali sono le sue prestazioni sul campo; terzo motivo, perché se un lettore vuole consigli di moda, acquista giornali specializzati in quel campo.

Ma ora leggetevi uno stralcio dell’articolo (così capirete i miei strali):

1.      A Gattuso (voto 4) viene consigliato di starsene a casa, se non cambia stile e non si compra un rasoio [una domanda ai milanisti: voi siete d’accordo a non vederlo più in campo perché è troppo brutto?, N.d.R.].

2.      Alla Schiavone (voto 5) viene detto che prima di essere tennista, dovrebbe essere sex symbol, come la Kournikova e la Sharapova [no comment, altrimenti divento cattiva, N.d.R.].

3.      La golfista hawaiana Michelle Wie (voto 7 ½) viene giudicata troppo conservatrice, ma dato che ha 16 anni, è giusto che sperimenti [secondo me a lei interessa di più essere considerata la ragazzina prodigio del golf mondiale, N.d.R.].

4.      All’Infame Traditore (voto 8 ½) viene detto che può congratularsi con sé stesso anche perché è uno degli allenatori più alla moda del momento [non sia mai che io lo difenda, ma penso che, anche a lui, interessi di più passare alla storia per le sue vittorie sul campo che per i suoi abiti firmati e i suoi occhiali, N.d.R.].

Depressi per la squadra del cuore? Chiedete il danno biologico

Chissà se il caso del Genoa farà scuola nelle aule di tribunale. No, qui non si parla di promozioni e retrocessioni a tavolino o di calcio scommesse, ma di tifosi, vittime di una nuova malattia: lo “stress da calcio passivo”, che, tramite il Codacons, stanno cercando di portare la FIGC in tribunale.

I tifosi del Genoa, infatti, ritengono che la loro vita psico-emozionale sia stata fortemente danneggiata dalle disavventure estive della loro squadra del cuore e ora chiedono un risarcimento per danno biologico, che lenisca i dolori subiti.

E se, per caso, l’istanza capiterà sulla scrivania di un giudice blucerchiato? La presidentessa del Codacons ligure non ha dubbi: “i giudici italiani sono responsabili delle proprie azione e abbiamo alte possibilità di ottenere giustizia”.

Anche gli interisti dovrebbero farci un pensierino, però sul banco degli imputati non dovrebbero di certo portarci la FIGC…

 

P.s.: grazie a tutti perché oggi abbiamo superato i 1000 contatti!

01 novembre 2005

Identità virtuali: chi si nasconde dietro allo schermo?

Ecco la seconda parte della mia “analisi” sul blog http://www.giovanitentazioni.it/. Come preannunciato, vorrei sottolineare come i nostri “ipotetici interlocutori di cui non conosciamo nulla se non quello che decidono di condividere con noi” (parole di Ilaria, le uniche, o quasi, che condivido) possono aver raccontato solo balle, sicuri del fatto che tanto non possiamo controllare.

Ci sono moltissimi studi sulle identità virtuali e sugli effetti che queste identità hanno sulla comunicazione: i primi sottolineavano come ci fosse una equalizzazione sociale e la formattazione della nostra identità, quindi come noi fossimo in grado, grazie allo schermo che ci nascondeva, di cancellare e riscrivere la nostra identità. Il problema è che questi studi non sono stati fatti nel mio ambiente di studio (il blog), ma sulle e-mail aziendali e sui MUD (i giochi di ruolo on-line) e sono stati aspramente criticati, perché non esenti da portati utopici (non mi dilungo a spiegarvi il perché). Io, però, credo che all’interno di un blog sia possibile cancellare e riscrivere la nostra identità, anche se, come nei MUD, nel momento in cui ricostruiamo nuove identità, partiamo sempre da zero e perdiamo tutta la credibilità e il prestigio legati al precedente nick, ma con ogni nick possiamo costruire una storia, vera o falsa che sia nella realtà e attrarre la massa verso quella storia (io l’ho fatto nel blog http://www.giovanitentazioni.it/ e nessuno lo sa che ho svariate identità, le quali fanno riferimento sempre e solo a me e al mio cervello pensante).

Gli studi seguenti, quelli del “postmodernismo radicale”, affermavano che il contesto culturale della rete è proprio quello di giocare con la propria identità, in quanto essa non è più legata ad un referente esterno (il corpo, che in rete viene cancellato): niente risulta così controllabile e quindi niente è falsificabile, tutti i segni che compongono la mia identità reale vengono manipolati e non esiste più il concetto di vero/falso e, come diceva Ilaria, non resta che prendere il proprio interlocutore come lui si propone, accettando questa sua proposta (vero anche che posso non accettarla e, se all’interno del gruppo virtuale mi viene riconosciuta una qualche forma di autorità, posso rifiutarla e riscriverla, assegnandone una in maniera coatta).

Qualcuno, infine, può criticarmi, aggrappandosi agli approcci sociolinguistici, i quali evidenziano che il nostro modo di scrivere sia carico di indizi riguardo alla nostra identità sessuale: tratti della nostra scrittura inconsci, su cui non si esercita riflessività e che sfuggono al controllo, diventando segni affidabili, ma io non vado a sindacare sull’identità di gender (se una donna si spaccia per uomo o se un uomo si spaccia per donna: cose che comunque avvengono), volevo solo sottolineare che si possono inventare storie che nessuno verrà mai a sapere se sono vere o no, storie credibili a cui la gente abboccherà facilmente, soprattutto se toccano le corde giuste (quelle della fatidica curiosità morbosa su cui Catone è stato criticato).

P.s.: se non ci avete capito niente, non fatevene un problema: a me è servito un anno accademico intero per arrivarne a capo.

Si scoprono gli altarini

Sapete perché il QS era un giornale così ignobile (o quasi)? Perché l’orario di chiusura era alle ore 18.

Oggi l’amico Jacobelli ha rivelato che finalmente glielo hanno posticipato alle ore 23 e così il giornale potrà trasformarsi e dare notizie più fresche, commentare le partite, ecc...

Insomma diventerà come tutti gli altri, alla faccia degli sport minori.