22 febbraio 2009

Pro Sesto-Monza 2-2: l'esultanza di Beretta e gli insulti della Pieri. L'opinione di una vecchia pseudo-ultrà

Ieri è scoppiato il putiferio perché l'ex biancorosso Matteo Beretta, dopo il gol che è valso il pareggio alla Pro Sesto, ha esultato sotto la sua curva. Il gesto è stato considerato eccessivo dall'altra curva, quella biancorossa che ha cominciato a cantare cori offensivi all'indirizzo del giocatore.
In sala stampa Beretta si è detto dispiaciuto per i cori, dichiarando di non aver fatto nulla di male: «A Monza sono stato bene, ma ora gioco nella Pro Sesto e devo fare il massimo per la Pro Sesto».
Da vecchia pseudo-ultrà non nego che fossi stata in curva [come è successo per circa otto anni, anche se in maniera discontinua nei primi tempi, N.d.R.] forse mi sarei lasciata travolgere dai sentimenti del momento e avrei approvato il comportamento della Pieri, ma se analizziamo la frase detta dall'attaccante sestese nel post-partita capiamo l'errore insito in quei cori: il presente è presente, la professionalità è professionalità. Forse Beretta ha ecceduto, ma lo ha fatto - a parer mio - in buona fede.
In tempi non sospetti, ho scritto su questo blog queste parole e certo non le rinnego proprio ora: «...proprio non ho mai capito questa storia del non esultare per rispetto: hai cambiato maglia? E allora che ti frega di non esultare se fai gol? Anche i tuoi nuovi tifosi meritano rispetto. Ho capito che gli anni con la vecchia maglia non si cancellano facilmente, ma ora hai iniziato una nuova vita e quindi porta rispetto a questa nuova vita e non alla vecchia. E come te, tutti quelli che cambiano maglia e poi fanno miliardi di professioni di umiltà e amore eterno per i vecchi compagni: allora perché non ci siete rimasti se ci stavate tanto bene?». Le stesse hanno portato al seguente commento: «Basta con questa storia di non esultare contro le ex! Ma come si fa a non esultare quando si fa gol?!», che poi corrispondono a quelle di Mister Sala in conferenza: «E’ ora di finirla con la storia dei giocatori che fanno gol e non esultano: i giocatori che fanno gol devono esultare. Perché fare gol è la massima espressione del calcio: non esultare sulla massima espressione del calcio è una cosa sbagliata. Ho fatto i complimenti a Beretta perché ha fatto benissimo a comportarsi così. Non è una mancanza di rispetto e se i tifosi del Monza non si sono sentiti rispettati, mi dispiace».
Anche con Giaretta - attuale DS della Pro Sesto ed ex bandiera biancorossa - era successo un episodio simile e anche allora ebbi parole in linea con quelle appena riportate: «quando si cambia maglia, si deve onorarla e portare rispetto a quei tifosi, non a quelli vecchi, anche se ti sono rimasti nel cuore (?!): sei andato alla Pro Sesto? Fai il tuo lavoro lì e smettila di giustificarti con noi, se qualche tifoso del Monza ti insulta [come succede ora con Beretta, N.d.R.], non sentirti sempre in dovere di pararti il c**o: chi ti apprezzava, ti apprezzerà ancora, anche se sei sull'altra sponda e onori il tuo lavoro sull'altra sponda; chi non ti apprezzava, continuerà a farlo e a dire male di te. Altrimenti rischi di inimicarti pure quelli che ancora credono in te e persino la tua nuova tifoseria».

Nessun commento:

Posta un commento

Se hai voglia di dire la tua, ecco una buona occasione. Ricordati solo di non eccedere, in quanto i commenti offensivi verranno moderati o addirittura rimossi. Si fa quindi appello al senso civico e alla buona educazione dei lettori. Lo spazio commenti non è un luogo di sponsorizzazione di link altrui, si prega quindi di limitare al minimo l'inserimento di link non consoni, al solo fine di aumentare la propria visibilità. Grazie!