27 gennaio 2006

«Ma che è una partita vera o stamo a gioca' a la Playstation?!NON CI CREDO»

Il titolo è liberamente ripreso dalla mail che Dany mi ha spedito ieri sera dopo la partita di Coppa Italia Juventus-Roma, terminata 2-3, con ipoteca della Roma verso la semifinale.
Per rispondergli dico che ieri è stata una bella giornata: non poteva finire diversamente perché i sogni qualche volta si avverano, anche se solo in Coppa Italia e qualcuno dirà che non è importante (allora perché ancora la giocano?), che il primo obiettivo dei gobbi è la Champions e tutto il resto è noia...va bene, ditelo o pensatelo! Tanto dentro, in fondo, in fondo, vi "ruga" da maledetti!
«La faccia di Capello, l’espressione corrucciata di Spalletti, Panucci che infortunato si mette la coperta addosso e rimane in panchina a seguire la partita, Zebina che rimane abbagliato forse da un raggio della sua solare città e invece di far entrare la palla in porta ci entra lui; Perrotta che fa lo slittino a volo d’angelo sulla neve, il cucchiaio, il dribbling stretto; Tommasi senza un ginocchio, senza un contratto, con tanti anni sulle spalle, che sbaglia, sfiora, e poi segna; i tifosi al seguito quasi nello stesso numero degli spettatori juventini, e Mexes che con quel 5 sulle spalle quando esce a testa alta dall’area ricorda a tratti un certo brasiliano biondo uguale ma un po’ più riccio [help me: questa non l'ho capita, N.d.R.]; Cufrè che sembra voglia azzannare il mondo e ricordare al Mister vincente di tutti campioni che lui a Figo non gli fece toccare palla per quei 40 minuti totali in tre anni che riuscì a disputare sotto la sua guida: istantanee che non ci stancheremmo mai di rivedere. C’era un grande striscione nella curva dei gobbi: "Tu chiamale se vuoi emozioni". Noi li chiamiamo furti e doping, le emozioni ve le abbiamo fatte vedere noi: De Rossi, Rosi, Curci, Aquilani, Okaka, Bovo, la fragranza della pasta fatta in casa. Hai un bel dire che la Giuve aveva tanti campioni in turn over, noi invece avevamo tanti primavera, tutti ragazzini cresciuti a Trigoria, ragazzini dai quali l'Infame è fuggito pavidamente invece di farli diventare grandi: ci penserà Spalletti, che ancora una volta dimostra di saper leggere le partite, infondere coraggio in ragazzi alle prime armi, rigenerare e dare un credo a giocatori stanchi o poco motivati. Questa Roma ci entusiasma, inutile negarlo, un pugno di uomini che va su ogni pallone, che non può essere sostituito se non da ragazzini tra i 15 e i 19 anni, che vince, poi vince, lotta e vince, vince, vince, lotta, vince, non finiremmo mai di scriverlo tanto suona bene» (tratto dalla newsletter di CoreDeRoma).

1 commento:

  1. Il brasiliano biondo uguale è un certo Paulo Roberto Falcao..ma tu eri appena nata!
    ciao,Dany

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