31 marzo 2006

Gigli & Lupi (col sottofondo di Cannoni)

Domenica ci sarà l'importante "scontro al vertice", Fiorentina-Roma, valido per il quarto posto (anche se la stagione è ancora abbastanza lunga, ma chi vince avrà comunque un po' di margine su chi perde).
Gigi di CoreDeRoma scrive: «Ci piacerebbe veder vincere la Roma domenica, per affermare che il posto in Champions League lo meritiamo noi, con il nostro gioco bello venuto nel momento più difficile; ci piacerebbe che Spalletti che ha avuto il coraggio e la forza di arrivare in una situazione difficile e pilotarla al meglio potesse battere Prandelli che tutto questo coraggio non l’ha mostrato poco tempo prima. [...]. L’obiettivo di quest’anno era uscire dal campo a testa alta in ogni partita. Pensiamo che i risultati siano andati oltre le aspettative visto il record storico stabilito, la corsa al posto in Champions, le vicissitudini negative (blocco del mercato, infortuni). Se giocheremo alla stregua delle ultime partite alla fine i nostri colori prevarranno, ne siamo certi».
Gigi termina il suo intervento, analizzando la bella notte di Highbury: «Non so voi, ma martedì scorso ci è sembrato di assistere ad un déjà-vu in occasione della gara tra i cannoni di Londra e le siringhe di Torino. Stanno scoprendo Capello anche all’ombra della Mole, noi già lo conoscevamo sotto quest’aspetto. C’MON GUNNERS il vostro bel calcio, praticato da un campione, qualche bel giocatore e un gruppo di giovanissimi somiglia tanto a quello della nostra Roma, e non possiamo che tifare per voi (cosa che avremmo fatto anche se avessero praticato il peggior gioco continentale)». [Mai gioire delle disgrazie altrui: ohhhhhhhh!!! Io sono la prima: olè!, N.d.R.]

30 marzo 2006

Giuliano Sonzogni a ruota libera

Martedì 28 marzo, Giuliano Sonzogni, allenatore del Monza, è stato ospite della redazione del Giorno, che ha sede proprio in Monza. Oggi un resoconto dettagliato dell’incontro è stato pubblicato a pagina 26. Due le cose fondamentali: primo, il fatto che abbia strappato il contratto con la Juventus, dando del cafone a Giampiero Boniperti; secondo, il fatto che risponda alla domanda: «Il calcio dei nomi. Tanti e non tutti da citare ad esempio. Quali, se li aveva, i suoi riferimenti?» così: «Un esempio in assoluto è Tommasi; l’ho avuto con me a Verona: grande persona. Quando penso che si osanna Cassano e si fa finta di niente per uno come Tommasi». Mister sei un grande [però vedi pure di migliorare le prestazioni dei biancorossi, N.d.R.]!

Se fossi Lippi...

Christian Panucci, esterno destro della Roma, ha affermato che non andrà mai in Nazionale perché sta antipatico a Lippi. Per rincuorarlo scrivo questo post: se fossi Lippi ti porterei ai Mondiali, non certo perché sei meglio di Zaccardo sul piano tecnico-tattico (anche se credo proprio di sì), ma perché sei molto meglio di Zaccardo per motivi puramente estetici.

Ed ora potete pure insultarmi.

29 marzo 2006

Una piccola grande disfatta

Stamattina, durante il mio viaggio in metro, due tizi parlavano della bellissima partita di Champions League all'Highbury, Arsenal-Juventus, terminata 2-0. Uno di loro era sicuramente gobbo, dato che la sua prima considerazione è stata: "Quando giochi senza giocatori importanti come Del Piero è normale, insomma lui quando entra sa sempre fare la differenza": i soliti alibi gobbi, quelli dietro cui altri non si nascondono mai, ma che sicuramente saranno stati utilizzati anche dal Mister bianconero: analizziamo le sue parole e lo scopriremo insieme.
L'Infame se l'è dapprima presa con i suoi giocatori espulsi [il nervosismo si faceva sentire, eh? Quando non si è abituati a perdere e si torna nella realtà..., N.d.R.], cioè Camoranesi e Zebina: «Non si possono commettere questi errori. Quello che mi dispiace di più sono i due rossi. Farò un discorsino ai giocatori, le partite si possono rimediare anche al 90', ma se sei in inferiorità numerica diventa difficile». Poi sulla partita ha detto: «Il risultato è pesante [ma va? E non ci sei abituato, poverino!, N.d.R.], prima pensiamo al Treviso [a mandarlo definitivamente in B?!, N.d.R.] poi al ritorno. Sono fiducioso, lo sono sempre [sempre megalomane, N.d.R.]». E continua, tornando ancora sulle espulsioni: «Abbiamo preso gol per una posizione sbagliata in campo, anche se fino al 40' abbiamo giocato alla pari. Il primo tempo è stato equilibrato, abbiamo subito gol in quella maniera, ma ultimamente ci succede così e va bene così [che bello scoprirsi normali! (Almeno in Champions!), N.d.R.]. Quello che non mi va bene sono state le due espulsioni, perchè i giocatori della Juventus non possono commettere questi errori [o forse è l'arbitro che si è sbagliato, dimenticandosi che queste cose non si fanno ai giocatori della Juventus, N.d.R.], farò loro un discorsetto. Le partite si possono recuperare fino al 90' ma se sei undici contro undici». Poi il commento alle ammonizioni di Zebina: «La prima a volte la danno altre no, ma ci può stare. La seconda non credo che sia un fallo da giallo, è andato sull'uomo, ma non era nè cattiva nè da dietro [te l'ho detto che è colpa dell'arbitro: ma lui mica non discuteva mai sulle decisioni degli arbitri?, N.d.R.]». Infine fa i complimenti alla difesa messa in campo dal collega Wenger: «Abbiamo avuto due o tre occasioni per andare al tiro, ma Tourè ha fatto due recuperi incredibili [ti rode, vero?, N.d.R.], uno nel primo tempo su Ibrahimovic e nella ripresa su Trezeguet. Loro sono una squadra brava a giocare in contropiede [e anche qui s'è mangiato il fegato, N.d.R.], con una punta sola davanti e tutti dietro la palla. E' difficile trovare spazi, mentre quando ripartono sono molto veloci». Ma nonostante le due reti da recuperare, l'Infame resta ottimista: «Dobbiamo essere ugualmente fiduciosi, io lo sono sempre [come quando diceva che con quella Roma sarebbe arrivato al massimo al quarto posto, vero? Quanto ottimismo!, N.d.R.]. A Torino dovremo giocare con deteminazione e con grinta, sono convinto che faremo qualcosa di buono [ti aspetto al varco, N.d.R.]». Ma ecco l'apoteosi, sta tutta qui, nella conclusione: «L'Arsenal veniva da 10 giorni di riposo ed in alcuni frangenti aveva qualcosa in più. Fisicamente stanno meglio di noi». Cosa credevate? Che non trovasse l'alibi? Poveri illusi!

26 marzo 2006

Monza-Ravenna 1-1

Un'azione incisiva per parte in 90 minuti ha valso un pareggio giusto, ma a tratti monotono. Un Monza, all'inizio arrembante, ha segnato nei primi 10 minuti del primo tempo con un gol (clicca qui per vederlo) che ha illuso i tifosi, infatti neanche 4 minuti dopo il Ravenna ha trovato il pareggio (clicca qui per vederlo), grazie anche al portiere biancorosso Carrara e la partita si è incanalata sui binari della noia.
Il secondo tempo non è stato caratterizzato dalla prevalenza di una squadra sull'altra e nessuna azione di sorta ha fatto emozionare il pubblico presente, a parte il solito "camicetta azzurra" che ha detto di preferire una domenica al lago [o NEL lago? Così non ci scassi più!, N.d.R.] a un Monza così orribile e non ha perso tempo a insultare Sonzogni.

Altri video della partita (in progress):

La curva del Ravenna

Finalmente una donna guardalinee

La tribuna stampa del Brianteo

La curva del Monza

24 marzo 2006

Parole sante

Dalla n.l. di CoreDeRoma: «[Andiamo] a giocarci la partita, non partiamo battuti contro nessuno, non abbassiamo la guardia dietro i comodi alibi delle grandissime assenze forzate. Mai una volta abbiamo sentito [Spalletti] dire “certo se c’era Totti, se avessi a disposizione Montella o Nonda”, mai».

Commento mio: perché lui ha stile, qualcun altro no [e non stiamo qui a dire chi, tanto lo sappiamo tutti nella lunga lista chi possiam trovare, N.d.R.]!

22 marzo 2006

Complimenti Elena!


Oggi marketta gratuita [diciamo che è già stata ripagata nel passato con gli ottimi voti in pagella, N.d.R.] dedicata alla mia ex insegnante di educazione fisica al Collegio Bianconi: Elena Bonati.
Campionessa monzese di pattinaggio artistico con, all’attivo, 4 titoli nazionali e 5 coppe Europee, è stata 2 volte vicecampione del mondo e 2 volte seconda alle Olimpiadi di pattinaggio e ora è stata premiata col Premio Panathlon Lombardia “Fiorenzo Chieppi”, con la seguente motivazione: «oltre a essere stata grande atleta, ha proseguito nel divulgare ed educare i giovani ai valori dello sport».
Non posso che essere d’accordo, soprattutto, considerati i 3 anni precedenti al mio arrivo al Bianconi, caratterizzati dal rapporto con un’insegnante che era l’esatto contrario di lei: ciò probabilmente ha acuito in me il senso di stare al fianco di una persona positiva, ma ciò non toglie nulla all’effettivo spessore umano di Elena. Insomma: complimenti prof!

21 marzo 2006

Le reazioni al gesto di De Rossi

Dopo il bel gesto di domenica pomeriggio di De Rossi, una selva di dichiarazioni, più o meno intelligenti, sono uscite dalle bocche di svariati protagonisti del calcio. Eccone alcune:

-          Xavier Jacobelli, direttore del QS, si è detto pronto a consegnare una targa-ricordo per celebrare il bel gesto di lealtà del calciatore giallorosso, contemporaneamente Aldo Biscardi si è detto pronto ad ospitare l’avvenimento simbolico durante la sua trasmissione “Il Processo del Lunedì”;

-          Sergio Campana ha apprezzato il gesto, ma ne ha anche sottolineato l’eccezionalità, «il che la dice lunga sulle abitudini che dobbiamo sopportare» e si è augurato possa diventare la norma;

-          Zdenek Zeman, ex allenatore giallorosso, ora in forza al Brescia, dopo l’incomprensibile esonero di Maran da parte del presidente Corioni, è duro nei confronti del giocatore: «E’ stato costretto ad ammettere cosa era successo perché tanto era troppo evidente. Avrebbe fatto meglio a non andare a colpire di mano invece di ammetterlo dopo»;

-          Gianni Rivera trova che sia semplicemente un «atto dovuto» e, come Zeman, evidenzia il fatto che «altri non sarebbero proprio andati a deviare di mano il pallone verso la porta», quindi il suo non è un comportamento da ammirare;

-          Emer*on apprezza la correttezza dell’ex compagno di squadra, perché «ha dato un ottimo esempio ed è stato bravo: non è da tutti fare un gesto così», inoltre rileva come questo gesto sia «più importante di una bella giocata»;

-          Stefano Fiore, giocatore della Fiorentina, fa i complimenti a De Rossi, ma si chiede [inutilmente, N.d.R.] se «avrebbe agito allo stesso modo con la gara in parità o addirittura se la sua squadra stava perdendo?» [la mia prof di storia e filosofia, la mitica Suor Francesca, ci ha dato un saggio delle potenzialità dei “se” e dei “ma” nella storia con una frase spiritosa, che dovrebbe essere ricordata a Fiore: “Ragazzi – ci disse – con i ‘se’ e con i ‘ma’ la storia non si fa!”, la stessa frase la conoscevo nella versione dialettale: “Cun d’i ‘se’ e cun d’i ‘ma’ se va duma a caga’”*, N.d.R.]

 

*traduzione: “Con i ‘se’ e con i ‘ma’ si va solo a ca**re”

20 marzo 2006

La politica mai

Il problema è che due presidenti di società calcistiche [Fiorentina e Milan, nella persona di Della Valle e Berlusconi, N.d.R.] hanno a che fare con il mondo politico e così mi tocca parlare di qualcosa che non inerisce strettamente allo sport, ma spazia verso le frontiere dell’ignoto [almeno per me la politica lo è, N.d.R.].

Due fatti mi hanno colpito:

-          Diego Della Valle, presidente della Fiorentina, dopo essere stato accolto allo stadio dai cori di sostegno dei tifosi viola, polemici nei confronti di Berlusconi, ha pensato bene di occupare lo spazio concessogli da Sky Sport con proclami antiberlusconiani, spazientendo la povera Ilaria D’Amico, che non sapeva come contenerlo per rispetto della par condicio: «Dopo quello che ho visto, parlare di Berlusconi credo sia un problema per tutti. Ho visto un uomo stanco, un uomo sull’orlo di una crisi di nervi, ha fatto scivoloni incredibili. Credo che la famiglia dovrebbe stargli vicino, farlo riposare e fare di tutto per farlo tornare… La mia è solo l’espressione di un giudizio umano».

-          Silvio Berlusconi, presidente del Milan (nonché del Consiglio dei Ministri) ha passato una domenica addolcita dalla vittoria per 4-0 del suo Milan sull’Udinese e dal trionfo delle Renault nel Gran Premio della Malesia, che hanno surclassato le Ferrari, posizionandosi le prime al primo e secondo posto con Fisichella e Trulli e le seconde al quinto e sesto posto con Massa e Schumacher. La motivazione di tanta felicità sta nei pregressi rapporti politici molto conflittuali col presidente delle Rosse, Luca Cordero di Montezemolo e lo smacco patito sulla pista della Malesia dalla casa di Maranello ha portato Berlusconi a telefonare a Flavio Briatore, uomo di punta della Renault, per ringraziarlo: «Mi hai fatto proprio un bel regalo»: RIMANGO MOLTO PERPLESSA…

Lealtà o fair play: il concetto non cambia

Sì perché l’importante è aver dato una bella lezione a tutti quei giocatori specializzati nel fregare arbitri e avversari: Daniele De Rossi, “romano de Roma”, perciò facilmente considerato come “er solito burino de periferia”, ha messo a tacere tutti i detrattori con il bel gesto di ieri sera, durante la partita Roma-Messina (terminata 2-1). Su punizione di Mancini, De Rossi si era tuffato in avanti per colpire con la testa, ma la mano galeotta aveva deviato il tocco, ingannando Storari e superando così la linea di porta. Ma il prode De Rossi, sentendo un rimorso nella sua limpida coscienza di quasi 23enne [lasciatemi precisare che è nato 5 giorni prima di me, il che è una garanzia, N.d.R.], ha pensato bene di confessare il misfatto al capitano messinese Sullo e all’arbitro Bergonzi, che ha subito annullato il gol.

Ce ne fossero di più di gesti così.

La stampa inglese

La mia ¤talpa¤, di ritorno dall’ennesimo viaggio, questa volta in quel di Londra, mi ha portato il Daily Mirror di giovedì 16 marzo, cioè il giorno dopo la vittoria per 2-1 in Coppa Uefa della Roma a spese del Middlesbrough, che è costata comunque l’eliminazione a causa del gol in trasferta. Ho potuto leggere così cosa ne pensavano gli inglesi della partita e con mio grande stupore ho scoperto che:

-          a pagina 9 hanno sbattuto il titolone d’impatto: «Omicidi – 80 hooligans italiani [ma gli hooligans non sono loro?, N.d.R.] accoltellano e picchiano dei terrificati fans del Boro» e nell’articolo sottolineano che «I tifosi della Roma hanno acquistato una allarmante reputazione di violenza negli ultimi anni. 5 anni fa molti tifosi del Liverpool erano stati accoltellati durante violenti scontri prima di un pareggio europeo»;

-          a pagina 68 l’articolo della partita, caratterizzato dall’assenza del tabellino, tipico della stampa italiana (quello dove si possono trovare: le squadre, le pagelle, i marcatori, l’arbitro, le note della partita come gli angoli, gli ammoniti e gli espulsi, il recupero e il numero degli spettatori): come scoprire a questo punto quali siano stati i marcatori? Leggendo la lunghissima cronaca della partita, dove i giocatori sono chiamati per nome e cognome (è pazzesco trovare scritto “Alessandro Mancini”, ma anche “Gaizka Mendieta”).

P.s.: inutile poi soffermarmi sul fatto che il tabloid è pieno di gossip (la prima pagina è dedicata al seno strabordante di una anchorwoman della Bbc) e di derisioni della casa reale (un articolo dedicato al principe Edward e al fatto che non si riconosce nel nomignolo Eddie). Se prima non gradivo granché la stampa italiana, dopo aver intravisto quella inglese, ho capito che non siamo poi messi così male!

 

17 marzo 2006

Confessioni di un giornalista assoldato dall'Auditel

Dell’Auditel mi son sempre fidata poco: dopotutto se ne fa un uso spropositato, senza mai tenere conto che sono semplici dati statistici rielaborati, che sul gradimento dei programmi ci dicono ben poco. Inoltre non dovrebbero essere presi come dati esatti, ma solo come tendenza (cioè sarebbe meno opinabile dire che la stragrande maggioranza degli italiani era sintonizzata su RaiUno durante lo scontro Berlusconi-Prodi piuttosto che dire che 16 milioni di persone hanno guardato quella trasmissione).

Ma il problema sta tutto in un fatto: e se a qualcuno venisse in mente pure di taroccare i dati? E cioè si mettesse a pigiare più tasti del dovuto sul telecomando del meter (la presenza davanti al video viene segnalata, infatti, attraverso un telecomando che indica quali e quanti membri della famiglia sono in ascolto e persino gli eventuali ospiti)? A tal proposito, ricordo nella mia infanzia una storia pubblicata su Topolino, dove Paperino veniva prescelto come famiglia campione delle rilevazioni statistiche delle trasmissioni televisive e, nel momento in cui Paperone e Rockerduck ne venivano casualmente a conoscenza, scattava una lotta all’ultimo sangue per convincere il povero Paperino a sintonizzarsi sui loro canali tv e gonfiare così i dati di ascolto per avere un maggiore ritorno economico

Beh, succede anche nella realtà: un giornalista del Giorno, impegnato sui campi della Pinetina e di Milanello, confida ad alcuni colleghi di emittenti locali di essere nel campione dell’Auditel e la sua vita cambia in modo rivoluzionario: dapprima indagini generiche sui gusti del povero giornalista da parte dei sedicenti colleghi e poi vere e proprie offerte: «La raccolta pubblicitaria va un po’ male sulla nostra emittente, se tu ci dessi una mano sintonizzandoti stabilmente su di noi per tirar su gli ascolti, saremmo disposti a pagarti 500 euro al mese» oppure «Io ti assicuro per tutta la stagione una partecipazione come ospite fisso alla mia trasmissione, con gettone di presenza di circa 250 euro, e tu mi garantisci che in quel momento a casa tua il televisore è sintonizzato sul nostro canale» e ancora «Siamo disposti a darti 1000 euro al mese se ti vedi questi programmi (trasmissioni sportive, contenitori musicali e varietà)»: proposte ben più allettanti della ricompensa annuale proveniente dall’Auditel (cioè piccoli premi come elettrodomestici, set di valigie o di pentole) e che avrebbero permesso il taroccamento dei dati, se il giornalista in questione avesse ceduto. Adesso che la storia è venuta alla ribalta, al giornalista è stato portato via il prezioso meter ed è stato depennato dal campione Auditel, ma se non fosse l’unico caso?

13 marzo 2006

Le solite esagerazioni

Sabato sera Adriano è tornato al gol, dopo mesi di magra e i giornali? «Il ritorno del vero Adriano», «La riesplosione di Adriano», «Adriano è di nuovo devastante», «E’ tornato l’Imperatore» (qualcuno si permette timidamente di dire: «Certo una partita non basta per dire se il brasiliano sia davvero rinato», ma è solo come un fastidioso ronzio nelle orecchie perché il titolo col botto già dice tutto).

Ieri pomeriggio la Roma ha perso 3-2 ad Ascoli, dopo 13 risultati utili (di cui 11 vittorie consecutive) e i giornali? «La Roma si è sgonfiata», «I giallorossi colti di sorpresa», «Era invincibile, inarrestabile, incontenibile. Era, appunto. Da ieri non lo è più», «Ha preso una botta tremenda», «La Roma affonda», «Gli ex imbattibili», «Una Roma barcollante» (purtroppo qui, però, nessuno si è ricordato di dire che una partita non basta per dire se è crisi o se è un semplice passo falso, che può capitare a chiunque e nessuno si ricorda che non tutte le ciambelle vengono col buco, e che, se venissero, sarebbe un miracolo, ma noi miracoli non ne possiamo fare).

Non esistono mai le mezze misure.

12 marzo 2006

Monza-Pro Patria 0-1


In un pomeriggio caratterizzato dal vento incessante, che ha fortemente compromesso l’andamento dell’intera partita, in quanto viziava le traiettorie dei tiri di entrambe le squadre, un Monza non particolarmente brillante (un solo tiro in porta pericoloso, un paio di punizioni e di calci d’angolo) si è arreso di fronte ad una Pro Patria leggermente più arrembante, che è riuscita a concretizzare la sua superiorità con un bel gol (clicca qui per vederlo) nei minuti finali del secondo tempo, aiutata anche dall’incredibile decisione di spostare Pontarollo a terzino sinistro.
La partita si è caratterizzata anche per la “telecronaca” incessante di un tifoso-vecchietto, seduto dietro di noi, che alla fine è risultato veramente indisponente: ma non poteva godersela in pace senza dover criticare ogni mossa, ogni tiro per tutta la durata della partita?
Infine un avviso: Miky stai molto attenta con i tuoi sogni premonitori portas***a!
(Nella foto: la festa della Pro Patria a fine partita).
P.s.: altri video della partita:

Il cambio tra le file del Monza


Il cambio (tanto auspicato dai tifosi) tra Bertolini ed Egbedi.

La panchina del Monza

Ecco la panchina del Monza.

La curva del Monza


La curva della Pro Patria

Ecco la curva ad inizio partita.

11 marzo 2006

Esportazione di soubrette

La mia ¤talpa¤ mi ha portato da ParigiSport-Le magazine sport free attitude”, giornale facente parte della “free presse” francese con un sito Internet dedicato: www.freesport.fr. A pagina 42, nella sezione Glamour, c’è un’intervista a una soubrette italiana, Maria Mazza e all’inizio mi sono molto scervellata per capire cosa ci azzeccasse con lo sport, storia con Totti a parte. Poi nel box sottostante l’intervista ho capito tutto: Maria conduce una trasmissione sul calcio, Number Two, in diretta ogni lunedì dalle 21 alle 23, su Canale 34, una tv meridionale ed è accompagnata in quest’avventura da Ivan Zazzaroni e da Maurizia Cacciatori. La trasmissione è caratterizzata dalla costante delle domande sul Napoli, squadra del cuore di Maria, che confessa: «L’anno scorso sono stata invitata a una trasmissione alla radio. Un tifoso mi ha chiesto di fare uno strip-tease se il club fosse stato promosso in Serie B. Non è stato il caso, ma, comunque, non avevo promesso niente» e aggiunge che il suo mito calcistico è Maradona: «Per me che adoro la danza, Maradona è il Nureyev del pallone. Nessuno lo ha mai eguagliato. Con lui a Napoli eravamo viziati. E’ dopo che abbiamo iniziato a soffrire».

Ma la cosa più succosa dell’articolo è, logicamente, proprio la storia con Totti, eccovi il passo in questione: «Nel 1998 l’abbiamo scoperta tra le braccia di Francesco Totti, la star incontestata del calcio transalpino, la cui frattura del perone sinistro fa disperare tutto un popolo. La stampa aveva fatto “cavoli grassi” di questa relazione, di cui Maria difende ancora la purezza in un modo molto toccante: ‘Eravamo entrambi all’inizio della nostra carriera. Entrambi non molto conosciuti. Lui è veramente esploso agli Europei del 2000. Abbiamo provato a vivere la nostra relazione molto tranquillamente. Non ho mai provato ad approfittare della situazione. Oggi non siamo più in contatto. Entrambi sposati, lui è diventato persino papà. Viviamo vite completamente separate’».

Insomma anche i francesi amano il gossip d’oltralpe.

Un viaggio in compagnia di ...


Ieri la mia ¤talpa¤ è tornata da Parigi col volo Parigi-Milano (Linate) delle 16 e ha viaggiato in compagnia di Giacinto Facchetti (nella foto "rubata" dalla ¤talpa¤), presidente nerazzurro, il quale stava tornando dai sorteggi della Champions League. Il viaggio è stato campale sia per la mia ¤talpa¤ sia per Facchetti, che viaggiava in “business class”: l’aereo doveva partire alle 16, ma per una serie di disguidi tecnici (non ultimo, uno strano fumo nero che usciva dal motore) non è decollato fino alle 18, così un volo di 75 minuti è durato in realtà quasi 4 ore.

10 marzo 2006

¤FP¤ all'attacco

Vorrei rendere partecipi i miei lettori della novità occorsa nella mia vita proprio stamattina: appena finito il disbrigo delle pratiche burocratiche, comincerò uno stage di due mesi in una vera redazione giornalistica, in una rivista di arte contemporanea: Tema Celeste. Lo so che a prima vista sembrerebbe che io e l’arte non ci azzecchiamo molto insieme, ma è pur sempre un modo per fare esperienza. Aspetto il vostro in bocca al lupo. ;)

06 marzo 2006

Meno male che non sono interista

Sì perché altrimenti oggi dovrei gioire per un gol arrivato di c**o al 44’ del secondo tempo e ottenuto per gentile concessione giallorossa, che, paga di undici vittorie consecutive, senza una punta di ruolo, ma in grado lo stesso di rimanere in vantaggio per 89 minuti, ha pensato bene di concedere qualche sorriso anche alla famiglia Moratti e ai suoi adepti.

Ecco le parole di Mancini nel dopopartita: «Il risultato è giusto, ma non mi soddisfa affatto. Il pari con gol CASUALE di Materazzi, è arrivato quasi alla fine. Abbiamo commesso un errore madornale sul gol e la Roma da quel momento è andata benissimo. La difesa non può permettersi di fare quegli errori. E poi è stata responsabilità anche degli attaccanti: hanno giocato con un ritmo scandaloso, a quel ritmo sapevo giocare anche io! Per fortuna nel secondo tempo è migliorata tutta la squadra. […]. E poi abbiamo troppo pochi giocatori che vanno senza palla»: certo che se un allenatore dice queste cose alla fine della partita, c’è poco da sfogliar verze [come dice la mia mamma, N.d.R.].

Il gemello separato alla nascita di Povia fa sfracelli

Per capire di chi sto parlando vi basterà cliccare qui e se, come me, non sarete d’accordo, tornate qui che parliamo di calcio.

Oggi Comaschi nella sua solita rubrica Voti a perdere scrive: «Cross di Roberto Carlos solo da mettere dentro dopo 3 minuti e il Tamarro [nuovo soprannome, proprio carino, gli calza a pennello, N.d.R.] appoggia dentro di testa. La Gazzetta titola: “Cassano gol, Madrid ai suoi piedi”. Beh, mi sembra riduttivo [a chi lo dici?!, N.d.R.]. Vogliamo dire piuttosto il mondo? O l’universo? Sempre per non esagerare, sia ben chiaro». Poi continua: «Cassano, felice dopo il gol, ha detto: “Spero che Lippi fosse davanti alla televisione”. Sì, c’era. Guardava Sanremo [!!!!, N.d.R.] con la famiglia. Gli è piaciuta Dolcenera [!!!!!, N.d.R.]».

Tornando a Cassano: ho fatto il mio solito giro sui siti spagnoli per confrontare l’enfasi giornalistica italiana, di cui parla Comaschi, con la pacatezza [speriamo!, N.d.R.] spagnola:

-          la Gazzetta on-line titola: «Cassano è sempre più Real - Il barese ha trascinato la squadra madrilena alla vittoria per 2-1 nel derby contro l'Atletico. Un gol e tante giocate gli hanno fruttato gli applausi dei suoi tifosi»; poi all’interno dell’articolo, continua così: «Antonio Cassano ha trascinato il Real Madrid al successo nel derby contro l'Atletico. […]. A Cassano, autore di altre giocate sopraffine e sostituito al 29' della ripresa da Raul, il pubblico del Santiago Bernabeu ha tributato una "standing ovation"».

-          As titola: «Cassano mette il contatore dell’Atletico a zero – Segna il primo gol del Madrid e partecipa al secondo»; poi all’interno dell’articolo: «La performance dell’italiano è stata determinante per le sorti del derby e il campo ha dato ragione al suo tecnico, López Caro, che ha puntato su Cassano invece che su Ronaldo. […]. Il sostituto di Ronaldo, Cassano, ha giocato una buona partita, ha segnato il primo gol, ha partecipato attivamente al secondo e ha complicato molto la vita ai suoi marcatori, soprattutto a Perea. […]. Al terzo minuto, Roberto Carlos, […], crossa al centro e Cassano segna di testa approfittando del pessimo movimento difensivo dei due centrali dell’Atlético, Pablo e Perea, che vanno a difendere il primo palo e lasciano l’italiano solo sul secondo. L’italiano comincia a giustificare il suo partire da titolare e a rendere amara la notte di Perea, superato frequentemente da un Cassano più rapido di quello che la sua FIGURA ROTONDA potrebbe indicare e che sa levare intelligentemente dalla sua posizione il colombiano, che quanto più si allontana dall’area, tanto più sono evidenti le sue carenze. Sta bene l’ex giocatore della Roma e con Guti è il migliore del Madrid. I giocatori hanno di che congratularsi per il suo apporto alla squadra, NON CERTO PER LA SUA LINEA. […]» [bisogna dire che agli spagnoli di As ancora non va giù la sua pancetta, N.d.R.].

-          la Marca scrive: «Cassano e Baptista permettono il trionfo della squadra bianca […]. Il gol di Cassano appena cominciato l’incontro ha aiutato il lavoro. L’italiano, sostituto di un discusso Ronaldo, segna il gol dell’1-0 con un colpo di testa al terzo minuto. Roberto Carlos […] serve su un piatto d’argento il gol all’ARIETE MADRIDISTA, che deve solo metterci la “testa”».

-          l’articolo de El Mundo Deportivo non si apre, quindi non posso tradurlo, anche se vi lascio il link.

 

 

 

Cercasi urgentemente correttore di bozze

E’ vero che Simon Barjie, giocatore del Monza, ha un nome impronunciabile e difficile da scrivere, ma in un giornale questi problemi non dovrebbero neanche sorgere, invece al Giorno non ci azzeccano (quasi) mai: oggi è diventato Bargjie. Complimenti!

"Gigi giocherà ai Mondiali? No, perché devo organizzare le vacanze"

Con queste parole, ieri sera alla Domenica Sportiva, Alena Seredova si è rivolta a Marcello Lippi, CT della Nazionale Azzurra, per informarsi sulla convocazione del fidanzato Gianluigi Buffon e così essere sicura sulla data delle sue vacanze: «Devo saperlo se sono a giugno, a luglio…». L’allenatore ha glissato con un “quelli sicuri già lo sanno”, ma con questa ennesima uscita, la Seredova sottolinea sempre di più la sua inutilità nel programma: non basta il blog del fidanzato, dove un giorno leggeremo pure se lei rimarrà incinta…  

02 marzo 2006

Tutti all'Iper

All’Iper di Monza di via della Guerrina è stato aperto un nuovissimo “Monza Point”, fortemente voluto dall’Ufficio Marketing di Monzello [Amighetti se avessi bisogno io sono qui…, N.d.R.]. Oggi e domani, dalle 17.00 alle 18.30, è pure possibile incontrarvi i giocatori biancorossi, che smessi maglietta e pantaloncini d’obbligo nella seduta d’allenamento, si intratterranno con i tifosi. Già da ieri sono cominciati questi ghiotti incontri, presenti Zaffaroni, Espinal, Santos e Tricarico; oggi si replica con Bertolini, Melani, Beretta, Pontarollo e Carrara e domani si chiude con Menassi, Campi, Pasino, Magrin e Perico.

Un solo appunto all’iniziativa: non ci si poteva pensare prima, quando ancora era abbordabile pure il nostro ex Capitano, Cristiano Giaretta?

 

Non esageriamo con le caviglie

Oggi sul Giorno, nella pagina “Lettere & Commenti”, tale Luigi Sala di Rho (Mi) scrive:

«Caro Direttore,

ho visto la trasmissione “Il Processo di Lunedì” successivi all’infortunio di Totti. Purtroppo ho dovuto assistere alla penosa esposizione dei piedi del calciatore. Che sia l’unico che esce dai campi di calcio un pochettino ammaccato? Ha mostrato le caviglie come fossero le piaghe del Signore o le Stigmate di Padre Pio. Ma via, siamo seri, per quanto possa interessare il signor Totti alla Roma o in prospettiva alla Nazionale Italiana, la scena è risultata patetica e inopportuna. Se il signor Totti mi passasse il suo stipendio, sopporterei pure io qualche calcetto».

No comment, perché tanta idiozia si commenta da sola! Ricordo solo che quelli che il signor Sala chiama eufemisticamente “qualche calcetto”, protrattisi nel tempo, hanno dato come risultato un grave infortunio: ma sì, trasformiamo allegramente un bello sport come il calcio in un incontro di boxe!