21 aprile 2006

La macchina della verità entra in campo

La fiducia è importante, ma la macchina della verità è meglio. Lo pensa seriamente il presidente del Nacional Bucarest che dopo due sconfitte consecutive ha deciso che se ce ne sarà un'altra, per i giocatori e per il tecnico scatterà il test con la macchina della verità, resa celebre da tanti film. «Per salvaguardare l'immagine della società» ha spiegato Cristiano Bergodi, ex capitano della Lazio ed ex vice di Gregucci nella breve avventura a Lecce, che da novembre è allenatore del Nacional, quarta squadra di Bucarest (dopo Steaua, Dinamo e Rapid). Un’esperienza positiva, sulle orme di Walter Zenga e Roberto Landi, che l'hanno preceduto sulla panchina del club romeno. Dopo due sconfitte consecutive, la Nacional Bucarest ha visto seriamente compromesse le sue possibilità di accedere alla prossima edizione della Coppa Uefa. Capita a tutti è vero, ma quando le sconfitte arrivano prima con la quintultima (0-2 con lo Jiul Petrosian) e poi addirittura in casa con la penultima in classifica (0-1 col Vaslui), i sospetti si fanno densi. Soprattutto da parte della stampa, ma soprattutto in un Paese dove i blat, cioè le partite truccate, sono all’ordine del giorno. Così il presidente, Constantin Iacov, ha deciso che se si ripeterà una situazione del genere, i suoi giocatori saranno costretti a sottoporsi al test della macchina della verità direttamente negli spogliatoi. «Servirà a mostrare se i giocatori si sono davvero comportati onestamente in campo» ha spiegato Iacov. Che ha aggiunto, tanto per non lasciare dubbi sulle intenzioni: «E' una verifica morale, penso sia normale controllare ogni tanto i propri dipendenti». Per dare il buon esempio sarà lo stesso Iacov il primo a testare l'efficacia della macchina. Il secondo? Proprio Bergodi, che afferma: «Quando l'ho saputo, sono scoppiato a ridere, ma non ho provato fastidio, forse solo curiosità. Anzi, sono pronto a sottopormi ai test perché ho la coscienza a posto. Penso di essere sicuro anche del comportamento dei miei giocatori, anche se la mano sul fuoco non posso metterla. Magari eravamo troppo rilassati e per questo abbiamo perso in casa 1-0 contro il Vaslui, penultimo in classifica. E mi sono arrabbiato coi miei, nello spogliatoio urlavo solo io. In Romania si accenna spesso a partite truccate, i cosiddetti blat. Iacov vuole dimostrare che la nostra squadra è pulita e non vende le partite e sono convinto che ci riuscirà e ne usciremo tutti a testa alta».

Fonte: TgCom e Il Giornale.

2 commenti:

  1. si chiama Bergodi per l'esattezza.
    anonimo lettore

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  2. Deve essere il pc che mi ha fatto la correzione automatica ;P Cmq grazie!

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