23 gennaio 2009

Le parole che non ti ho detto. Emozioni, valori e archetipi esclusi dalle trasmissioni televisive sul calcio#1

«Questo lavoro si propone di confrontare le narrazioni che del calcio hanno fatto poeti e romanzieri, ma anche giornalisti e calciatori come autori di saggi storici, romanzi, biografie e autobiografie, con quelle proposte dal mezzo televisivo. La narrazione del calcio – nei libri – è ricca di ricostruzioni, interpretazioni e storie avvincenti, ma sconta la ristrettezza del mercato editoriale e una non piena corrispondenza tra il pubblico dei lettori e quello degli appassionati di calcio. La televisione, invece, da una parte ha il grande vantaggio di far parlare le immagini, dall’altro deve circoscrivere le proprie storie di calcio nei tempi, nei modi e nelle regole stringenti del mezzo, che – il più delle volte – ne “banalizzano” la narrazione. Attraverso il confronto tra i contenuti e il linguaggio di un ampio campione di trasmissioni sportive e i contenuti e il linguaggio di un ancor più ampio campione di libri di calcio, questo lavoro ha tentato di comprendere quale uso la televisione faccia degli archetipi narrativi possibili, rispetto all’impiego ampio e generoso che ne fa la letteratura sul calcio. Una certa ristrettezza e ripetitività della Tv come story-teller del calcio, in effetti, è emersa, e si è cercato di comprendere i motivi di questo fenomeno. La necessità di fare audience, d’accordo, ma – a monte – la sacrosanta paura del “bagno di sangue” seguito all’innovazione. Lo spettro dell’intellettualismo che allontana i tifosi, assetati di indiscrezioni, analisi tecniche, risse verbali, si trasforma nella maledizione per chi non abbia voluto ripercorrere il già noto, ridare il già dato. Lungi dall’esaurire il lavoro nella solita condanna moralistica della televisione, si è voluto sottolineare le non poche occasioni perdute. Eccezioni e differenze, da trasmissione a trasmissione, comunque ci sono. Sfide è molto più ricco – sul piano narrativo – di una puntata del Processo di Biscardi, tuttavia l’impressione è quella di un potenziale solo in parte sfruttato. A danno del calcio e dei suoi tifosi. Soprattutto quelli più marginali, meno tecnici, meno accaniti, più assetati di storie che di gossip o di polemiche».
Ecco spiegato il motivo della mia lunga assenza dal blog: avete appena letto infatti l'introduzione della mia tesi (prodotta in questi giorni) e badate bene che è protetta dal copyright ;)
Ve la offrirò in pillole a poco a poco, così qualcuno scoprirà magari di essere stato citato...
P.s.: il relatore di questo lavoro - che ringrazio per l'ennesima volta e persino pubblicamente - è il Prof. Parenti.

2 commenti:

  1. Sarà un successo. Un'analisi molto accurata e mai banale.
    Incrocio le dita.
    Ciao-

    RispondiElimina
  2. Scusa l'orario ma stavo litigando con Face Book.

    RispondiElimina

Se hai voglia di dire la tua, ecco una buona occasione. Ricordati solo di non eccedere, in quanto i commenti offensivi verranno moderati o addirittura rimossi. Si fa quindi appello al senso civico e alla buona educazione dei lettori. Lo spazio commenti non è un luogo di sponsorizzazione di link altrui, si prega quindi di limitare al minimo l'inserimento di link non consoni, al solo fine di aumentare la propria visibilità. Grazie!