Eduardo Carreras, una delle figure più bizzarre del mondo calcistico, si è spento a Rio de Janeiro, quarantatreenne, in seguito al morso di una vedova nera. All'inizio della carriera, Eduardo era stato giudicato all'umanimità un eccellente "imparziale". A poco a poco, però, egli manifestò un certo squilibrio mentale, sorprendendo gli spettatori con trovate ogni volta più stravaganti. Finché numerosi sportivi finirono per recarsi alle partite da lui arbitrate esclusivamente per assistere ai suoi numeri clowneschi. In certe occasioni, Eduardo Carreras si presentava allo stadio indossando la tipica divisa da arbitro con galloni d'ammiraglio cuciti sulle spalle e in più un largo cappello militaresco. Molto spesso aiutò sfacciatamente una delle due squadre e, nel corso di due o tre gare, addirittura arrivò a depositare personalmente il pallone oltre la linea di porta. Un suo acrobatico colpo di testa finito nella rete del Tontos Verderama, una delle formazioni da lui maggiormente danneggiate, venne votato come "goal più spettacolare della stagione". Il morso della vedova nera che ha provocato la morte di Carreras rientra nel quadro di una vita vissuta interamente sotto l'emblema della stranezza. La sua agonia è durata ventidue mesi, e in tutto questo periodo doloroso l'uomo si è rifiutato di "saltare" un solo match. Carreras aveva alle spalle vent'anni di attività sportiva, almeno diciannove dei quali caratterizzati da deviazioni psichiche. Uno degli episodi più curiosi risale a poco prima del fatale "incontro" con la vedova nera. Carreras ha diretto un'immaginaria partita nello stadio del Margueritas Ballista, non lontano dalla sua abitazione. Lo stadio era vuoto, senza pubblico né giocatori. Con la casacca di imparziale, stivali da golpista e tenendo il pallone in mano, egli ha fischiato per novanta minuti, sotto ai riflettori accesi, corricchiando di qua e di là.
Fonte http://w3.jdsport.com/
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