08 marzo 2012

Macalli conferma: "I ripescaggi non si faranno"

Da TuttoLegaPro.com [by ¤FP¤, N.d.R.]: «Si è riunito oggi a Roma il Consiglio Federale per discutere - tra gli altri argomenti - del blocco dei ripescaggi nei campionati professionistici per la stagione 2012-2013. ¤FP¤ per TuttoLegaPro.com ha quindi intervistato in esclusiva il presidente Mario Macalli, che ci ha offerto il suo commento a caldo: "Era uno degli argomenti all'ordine del giorno e il Presidente federale (Abete, ndr) ha chiarito che l'orientamento generale del Consiglio è per un 'no netto' ai ripescaggi - precisa immediatamente ai nostri microfoni il numero uno della Lega Pro. - I ripescaggi quindi non si faranno. Dobbiamo ora stabilire un numero minimo di squadre come abbiamo fatto l'anno scorso. Il 'no' è comunque assodato. Si tratta di sapere le norme di iscrizioni ai campionati, che entro la fine del mese dovremmo abbozzare con le altre componenti".

CALCIOSCOMMESSE - Nel corso della conferenza stampa, che ha fatto seguito al consiglio, il presidente Abete ha trattato il tema del calcioscommesse. Anche Macalli ha quindi espresso il proprio parere in merito alla piaga che ha colpito il mondo del calcio: "Per ora ci sono in corso le inchieste della magistratura e della Procura federale. Quando arriveranno i deferimenti, bisognerà vedere quali saranno le eventuali pene. La norma dice che devono essere di tipo afflittivo: se non dovessero esserlo già nel campionato in corso, lo saranno nella stagione successiva. Ma sono questioni che riguardano la giustizia sportiva: c'è stato solo un accenno informativo".
CARENZE DEGLI IMPIANTI - Il presidente della Lega Pro si è poi soffermato sull'inadeguatezza degli stadi italiani: "Riteniamo che non sia sufficiente il fatto di dire che abbiamo delle società sane e che rispettano le scadenze e quindi evitano le penalizzazioni - di cui non vogliamo più sentire parlare, - in quanto per fare un campionato professionistico ci vuole anche una struttura e sono cose che ripetiamo da qualche anno: non si può andare avanti con le deroghe - spiega Macalli. - Siamo giunti al dunque. Non possiamo più andare avanti con stadi che sono pollai. Veniamo da un'esperienza in Inghilterra con la nostra Rappresentativa in una cittadina con 20mila abitanti e una società di quinta categoria che aveva uno stadio da 6mila posti a sedere e con sale da ricevimento che non si vedono neppure a San Siro. Noi invece siamo il terzo mondo. Dobbiamo fare uno sforzo, perché anche le nostre strutture siano adeguate ad un campionato professionistico che va rilanciato".
SOCIETA' INDEBITATE - In ultima battuta Macalli ha lanciato una frecciata importante verso i colleghi delle altre categorie: "Noi non dobbiamo dimenticare che il mondo del calcio è complicato: qualcuna delle mie società retrocede, mentre qualcuna viene promossa. C'è insomma un'osmosi. Negli ultimi tre anni sono retrocesse dalla B dodici squadre ma, di queste, forse solo tre si sono iscritte nel nostro campionato. Quest'anno una è fallita e una sta fallendo. La domanda che mi pongo è: se non fossero retrocesse cosa sarebbe successo? Avrebbero continuato a giocare in Serie B. Questo non è più tollerabile. Se scopri di avere 10-12milioni di euro di debiti è perché te li sei trascinati da anni, ma giocavi comunque. Questo non è più possibile: sono considerazioni logiche, che è capace di fare persino un bambino. Il mondo del calcio si deve interrogare e deve darsi delle risposte"».

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