Volete un’analisi critica di questa spassosissima trasmissione? Ve ne posso dare una inedita e proveniente da autorevole fonte di grande spessore culturale, ma che per motivi di privacy deve rimanere anonima: «Campioni è un flop incredibile da un punto di vista televisivo, ma è un fatto sociale. Quando questa squadra di disgraziati va a far le amichevoli con le squadre di Serie A, la gente riempie gli stadi per vedere loro e non la grande squadra ed è questo il motivo per cui lo possiamo ritenere un fatto sociale: si mostra l’aggregazione di un gruppo sotto l’egida del calcio, ma è devastante da un punto di vista educativo: Dio abbia in gloria Ciccio Graziani, poteva rimanere conosciuto nel mondo dello sport come il “gemello del gol”, invece si è ridotto ad accettare l’ingaggio del Cervia e le cose che dice sono sempre imbarazzanti.
I produttori di questo programma hanno pensato che già il calcio vero, quello di Serie A, è diventato un reality, quindi perché non portarlo anche tra i dilettanti e hanno creato così dei piccoli mostri del mondo televisivo».
Mi ritengo pienamente d’accordo: ogni volta che giro per Milano, vedo tra le bancarelle che vendono le magliette tarocche dei giocatori, anche nomi quali “Gullo”, “Giuffrida”, “Scandroglio”, nomi che hanno veramente fatto la storia del calcio… e se penso che per vedere il mio stadio, il Brianteo, pieno ho dovuto aspettare l’amichevole Milan-Cervia, con le ragazzine che si strappavano i capelli per i sopraccitati mi viene veramente la pelle d’oca.
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