[Pubblico la newsletter di CoreDeRoma per onorare un grande personaggio della Roma: Dino Viola. Purtroppo ero piccola quando se n'è andato e non lo ricordo bene, ma so che ha fatto grande la Magica, quindi mi sembra doveroso questo omaggio]
«Sarebbe stata la sua Roma questa. Giocatori motivati, uniti e fieri, con voglia di lottare e classe da mostrare. Sarebbe stato il suo allenatore. Uno con la voglia di spaccare il mondo, uno che alla fine di una partita vinta a Milano dopo cento sconfitte invece di saltare per aria e rimbalzare gongolante si precipita in campo con gli occhi spiritati per redarguire alcuni giocatori a causa del loro scarso apporto. Sarebbe stato il suo capitano. Romano e romanista, talento immenso sempre al servizio della causa e mai di sé stesso. Ma Dino Viola non c’è più, e oggi sono 15 anni. Ogni anno che passa non fa che aumentare il ricordo e la testimonianza di tutti coloro che ebbero la fortuna di vivere nella sua era. Ci piace pensare che una parte del nostro modo di vivere sia stato plasmato dal suo: alle avversità reagire con fierezza (“la Roma non piange perché piangono i deboli, la Roma è forte”), all’ironia altrui rispondere con la propria anche in modo più forte “lo tenga lei che è geometra, a me non serve che sono ingegnere”: così rispose per iscritto a Boniperti restituendogli il metro che gli aveva regalato per misurare quei centimetri che mancavano alla Roma per la vittoria dello scudetto. Ladri mille volte!! Pensare alla Roma come alla sua famiglia e gestirla in questo modo; la leggenda vuole che ogni sera facesse il giro a Trigoria per spegnere le luci. I suoi insegnamenti si tramandano in chi rimane: nella moglie, donna Flora che non manca mai agli avvenimenti importanti della Roma, alle cene dei tifosi, e siamo testimoni di quanto amore e quanto affetto riceve ancora e ancora offre; nei figli legati visceralmente a Roma e alla Roma. Questa newsletter la dedichiamo a lui che ci manca sempre, oggi come 15 anni fa perché ora siamo fieri di poter parlare di Roma e della Roma, grazie ad una squadra e ad un allenatore che hanno imparato a lottare contro il vento e la fortuna, l’invidia e la gelosia, contro il particolare a dispetto del bene comune, quello che fece lui a partire da un giorno del 1979, quando prese una Roma piccola piccola, le gonfiò il petto a lei e a noi insieme e andò all’assalto del potere costituito arrivando ad intaccarlo e rovesciarlo, con pochi soldi e tanto carattere. Gli costò la vita ma non l’eternità». GRAZIE DINO!
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