30 ottobre 2005

Un grande ritorno

Al 25’ del secondo tempo, Spalletti ha cambiato Dacourt. Al suo posto è entrato Damiano Tommasi: un Tommasi rinato dopo un bruttissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per molto tempo e dopo la firma di un contratto che farebbe ridere chiunque, dato il guadagno al minimo sindacale.

Pochi minuti dopo è uscito anche Montella, capitano giallorosso a causa dell’assenza di Totti (ma “Er Pupino” è nato o no? Mi sembra che il termine sia abbondantemente sorpassato) e la fascia è arrivata tra le mani di Panucci, che ha preso la più saggia delle decisioni: l’ha ceduta a Damiano.

Vai Damiano sei e sarai sempre uno dei più grandi giallorossi, uno dei pochi che merita di indossare quella maglia e anche quella fascia.

 

P.s.: un ringraziamento doveroso a Mexes, spesso strapazzato dalla critica, che è entrato dopo l’espulsione (eccessiva!) di Chivu e ha segnato, regalandoci la vittoria.

La modestia non regna nella casa del Traditore

Il Milan non si è fatto sopraffare dalla “sindrome di Istanbul”, anzi si è portato a casa un 3-1 che lo incorona come primo affossatore della Juve dei record. Una Juve che si ferma sulla soglia delle nove vittorie consecutive, senza riuscire a fare cifra tonda.

Ma lui non ci sta, l’Infame Traditore è pronto subito a sferrare il contrattacco (solo dialettico, visto che sul campo non ne è stato capace): “Questa sera mi sono accorto di avere una squadra fortissima [ma hai perso, N.d.R.]. L’ho detto ai miei ragazzi, il 3-1 è troppo pesante, non meritavamo di subire un punteggio così [è che, come sempre,  non sei capace di perdere, N.d.R.]. Il Milan ha fatto senz’altro bene [se no non ti infilava tre pappine, N.d.R.], ma fino alla rete di Seedorf non è esistito [mi sembra che anche la tua Juve non sia esistita, avreste giocato diversamente, magari pure segnato, se l’avversario fosse stato veramente inesistente, N.d.R.]. Solo che è stato fortunato: ha fatto un tiro che è diventato gol per una deviazione, un’altra rete l’ha segnata su punizione…[ti ruga, eh?, N.d.R.]. La differenza è stata tutta qui: i loro tiri sono entrati in porta e i nostri no [e il pallone è rotondo, ai punti avremmo vinto noi e rigore è quando arbitro fischia: solite banalità da sconfitto, N.d.R.]. Ma la Juventus ha confermato la sua grande personalità [avrà visto un’altra partita?, N.d.R.]. Il Milan ha vinto facendo quattro tiri nello specchio [ancora?, N.d.R.], il nostro portiere non ha dovuto fare parate particolari a parte due punizioni [forse perché non ne è neanche in grado, visto l’errore clamoroso sulla punizione di Pirlo, N.d.R.], oppure ho visto un’altra partita? [hai mai pensato di cambiare gli occhiali?, N.d.R.]. Insomma ripeto che sono molto contento”.

Mi sembra abbia più stile il presidente Berlusconi, quando afferma che, comunque, la Juve resta sempre la favorita per lo scudetto, anche se sono convinta che, se avesse perso, non avrebbe mai rivelato l’aneddoto della telefonata con Ancelotti, durante la quale si erano improvvisati veggenti: “Vinceremo 3-0”, aveva profetizzato Ancelotti, “No, 3-1! Lasciamogli il gol della bandiera”, aveva umilmente concesso il Berlusca.

Cattiverie

Grazie Dany!

29 ottobre 2005

Scontri e analisi

Oggi non parlerò di calcio (la Serie C1 fa la sosta), ma di un’esperienza che sto portando avanti sul blog http://www.giovanitentazioni.it/. Avrete notato che ho aggiunto un link agli articoli che io ho pubblicato su quel blog: Il nostro? Un popolo di pettegoli, se ci cliccate, noterete che la mia nemesi, ¤Catone¤, ha avuto uno scontro dialettico amichevole con tale Ilaria (con inserzioni del mio caro Bepi). L’errore di fondo è che io parlavo in generale e lei, invece, del suo caso particolare, ma non è un problema.

Ora voglio dimostrare che avevo ragione io, e non ci vuole molto a dimostrare che gli articoli più seguiti sono quelli che parlano della vita privata (con seguiti, intendo sempre, in modo dozzinale, con più commenti, quindi che hanno coinvolto un maggior numero di persone), basta dare un’occhiata sommaria ai vari articoli: quando parli di problemi seri della società, nessuno o quasi ti caca, quando parli di problemi sentimentali, tutti leggono e ti portano il loro contributo.

Ma voglio anche aggiungere un ulteriore fattore di analisi (e Tosoni mi ringrazierà): “identità virtuali, chi si nasconde dietro lo schermo?”, e con questo evidenziare come, non conoscendo niente di colui/colei che pubblica articoli, questi ultimi potrebbero essere tranquillamente frutto di fantasia (o comunque alquanto romanzati) e far cadere tutti nell’errore di bersi tutto come vero, senza un minimo di critica.

27 ottobre 2005

"Caro Mancini, quando lei è arrabbiato è anche molto tenero"

Così parlò Ilaria D’Amico, ieri sera durante la diretta di Sky, dopo lo sfogo di Roberto Mancini, allenatore dell’Inter, scornato per le tre pere subite: “Non si possono concedere degli spazi simili a giocatori come quelli che ha la Roma [quindi ammetti che, almeno durante il primo tempo, avete fatto ridere? N.d.R.]. Noi eravamo messi malissimo in campo, sbilanciati in tutti i settori, troppo larghi sugli esterni e abbiamo commesso degli errori incredibili [ma no, ci avete solo fatto divertire, permettendoci dei fantastici contropiedi e un cucchiaio da favola, N.d.R.]. Nella ripresa abbiamo fatto meglio, abbiamo spinto di più, ma non si possono fare quelle cose del primo tempo [sei tu l’allenatore, N.d.R.].”

Incalzato poi su di un paragone tra le tre sconfitte di quest’anno e la pareggite dell’anno scorso, Mancini ha detto: “Queste tre sconfitte pesano come i tanti pareggi della passata stagione, ma non abbiamo compromesso nulla [convinto tu, N.d.R.]. Avevo detto che per vincere lo scudetto bisognava girare all’andata con un tot di punti e, matematicamente, ci siamo dentro ancora [e non si sente neanche un brivido a -9? N.d.R.]. Essere a -9 dalla Juve non è una bella cosa, ma loro stanno andando fortissimo [ma va? N.d.R.]. Dobbiamo cercare di reagire e di prendere quello che di positivo comunque c’è stato, come la doppietta di Adriano, e da lì ricostruire [ogni anno la stessa storia. Comunque al primo gol di Adriano è venuto giù lo stadio e con lui pure Caressa: sembrava che stessero vincendo loro, N.d.R.]. E’ innegabile che abbiamo qualche problema, perché non si può sbagliare in quel modo [finalmente autocritica, N.d.R.].”

E ora l’uscita che ha permesso la chicca della D’Amico: “Non dico che sono arrabbiato, è una parola grossa, ma sono molto, molto amareggiato. Domani mi passa, ma in questo momento ho le idee un po’ appannate e non sono in grado di fare un’analisi lucida. Dico solo che è stata una partita stranissima.”

Un’ultima perla ce la regala Massimo Mauro, quando esce con un: “Non volevo dirlo, ma lo dico lo stesso: altro che centrocampista, all’Inter serve un portiere! Roberto, ma hai visto come era piazzato Julio Cesar sul primo gol?” [Peccato che cinque minuti prima avesse detto che la colpa del primo gol era della difesa, N.d.R.].

26 ottobre 2005

Una famiglia nel pallone: gli Antonelli

Vi ricordate uno dei miei primi post, dove parlavo del derby mancato nella famiglia Antonelli?

Ora una cosa del genere non è più possibile: il padre, Roberto “Dustin” Antonelli, continua la sua carriera di allenatore della Caratese in Serie D, collezionando sconfitte e il figlio Andrea, classe 1983, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, dato che non risponde più neanche ai messaggini di buon compleanno) essere ancora l’attaccante di punta della Pro Lissone, che, però, quest’anno milita nel campionato di Eccellenza, data l’amara retrocessione dell’anno scorso.

Ma ora spunta agli onori della cronaca un terzo Antonelli, Luca, il secondo figlio, classe 1987, esterno mancino della Primavera del Milan, allenata da Franco Baresi: è stato convocato in prima squadra ed oggi si trova ad Empoli per il turno infrasettimanale di campionato. Sicuramente non lo troveremo in panchina stasera, ma per lui è già un sogno poter allenarsi con i big del calcio che conta: cosa che non ha mai fatto suo fratello.

25 ottobre 2005

Che bello che è diventato il calcio!

Pensate: noi ci impegniamo tutta la settimana nel nostro lavoro per arrivare alla fine del mese e meritarci l’agognato stipendio e magari concederci il lusso (dati i prezzi dei biglietti!) della partita domenicale.

I calciatori si impegnano (!) tutta la settimana per arrivare pronti alla partita domenicale, ma…il loro impegno potrebbe essere vanificato perché quattro scemi hanno deciso di ritoccare la partita in modo da vincere le scommesse

E non basta, perché quando salta fuori anche solo un minimo sentore di inciuci strani e combine, si insabbia tutto e si fa finta di niente o magari si trova un capro espiatorio, che venga immolato sull’altare dell’apparenza per far credere, appunto, che ci si è messi d’impegno e si è stanato i colpevoli.

E voi avete ancora voglia di andarci allo stadio? Avete ancora fiducia che lo spettacolo a cui state assistendo non sia frutto della recita di un copione già scritto?

 

P.s.: una cosa, lo ammetto, mi spiazza: in un’intercettazione telefonica si assicura il pareggio tra Messina e Livorno, con gol di Zampagna e Lucarelli e il tutto accade realmente: com’è possibile recitare così bene? Com’è possibile che dovevano segnare loro e hanno segnato effettivamente loro senza che nessuno abbia capito nulla dagli atteggiamenti sul campo?

 

Samuel non esulterà

Il giocatore dell’Inter, Walter Adrian Samuel, detto The Wall (ma lo è ancora?), ha promesso che, se domani segnerà contro la Roma, non esulterà per rispetto dei bei tempi passati in quella squadra che gli è rimasta nel cuore (quattro anni, coronati da uno scudetto e da una supercoppa italiana).

Anche nel mio cuore ci sei rimasto, caro Walter, ma proprio non ho mai capito questa storia del non esultare per rispetto: hai cambiato maglia? Sei dell’Inter? E allora che ti frega di non esultare se ci fai gol? Anche i tuoi nuovi tifosi meritano rispetto. Ho capito che quei quattro anni in giallorosso non si cancellano facilmente, ma ora hai iniziato una nuova vita e quindi porta rispetto a questa nuova vita e non alla vecchia, che tanto non è mica più quella che hai lasciato. E se proprio non vuoi esultare, non fare neanche gol così si risolve il problema.

E come te, tutti quelli che cambiano maglia e poi fanno miliardi di professioni di umiltà e amore eterno per i vecchi compagni: allora perché non ci siete rimasti se ci stavate tanto bene? Ah, il profumo dei soldi e della gloria...

24 ottobre 2005

Per fortuna che c'è la sosta

Ieri ProPatria-Monza è terminata a reti inviolate, ma è stata un’altra partita soporifera come la precedente.

La prossima settimana il campionato di Serie C1 si fermerà per la prima sosta: meno male sia perché ci permetterà di ricaricarci a livello fisico, ma soprattutto psicologico, sia perché la prossima sarà la “partita della verità” e del primato in classifica: Monza-Spezia.

La Rai, data l’importanza della posta in palio, ha deciso di seguirla e la partita è stata spostata la sera del 4 novembre per permettere la diretta su RaiSatSport: onoriamo degnamente la fiducia riposta in noi (e speriamo nel tempo clemente per noi poveri tifosi).

22 ottobre 2005

Al mio Capitano

Vedi di far gol per davvero ed evita inutili proclami che servono solo ad aumentare gli sfottò in caso (sicuro) di sconfitta. E poi ‘sta storia della curva: pensaci bene perché scalmanati come sono (sia di qua che di là), non so se sia una grande idea. Pensa che le acque non sono poi tanto buone come un tempo e non è che possiamo permetterci di prendere spudoratamente in giro la gente, altrimenti sai quante ce ne tirano?!

21 ottobre 2005

Una chicca per i miei lettori


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Pubblico la foto degli studi di Brugherio, da dove Adriano Celentano trasmette il suo RockPolitik. Sono sempre stati deserti, da quando c’è lui, su quella strada si fa una fatica a passare…

Noi, schiavi dell’audience

In televisione l’Auditel la fa da padrone, un punto in più o un punto in meno di share crea infiniti problemi ad infinite persone, e purtroppo in questa logica ci siamo dentro un po’ tutti, in quanto tutti spettatori.
Nella stampa è l’Audipress a dettar legge, analizzando le tirature dei giornali e da quelle la vendita degli spazi pubblicitari: anche qui ci siamo dentro tutti, perché tutti (chi più, chi meno) siamo lettori.
Ora anche in Internet si gioca una partita bollente, infatti anche qui si rilevano i contatti, con metodi più o meno raffinati, qualitativi o quantitativi, che decretano la popolarità o meno di un sito e anche qui dipende dai noi navigatori.
E’ una schiavitù per chi produce, è una schiavitù per chi fruisce.
Da quando ho aperto questo blog, da fruitore sono diventata anche produttore e sono passata dalla schiavitù di chi fruisce e si vede analizzata ogni sua mossa a scopi di marketing, alla schiavitù di chi produce e spera di essere seguito, di diventare conosciuto, di farsi un nome, di incrementare le sue potenzialità e così anche io ho aggiunto al blog il counter di ShinyStat per essere sempre aggiornata sui miei contatti e, come i grandi nomi della tv, ogni mattina, fibrillano nel leggere i dati della giornata precedente, anche io ogni giorno mi collego anche per scoprire se ho acquistato un utente in più, invidiando chi ha il counter più corposo del mio.

P.s.: ho lasciato questo post (modificato) sul blog del QN: chissà che questa volta non mi pubblichino e acquisti qualche nuovo lettore.
P.p.s.: l'hanno pubblicato: trovate il link nella sezione "I miei post sul blog del QN".

20 ottobre 2005

La dote della tempestività

Su un quotidiano è essenziale essere tempestivi nel dare la notizia, altrimenti si perde credito nei confronti dei propri lettori: ci sono casi in cui si arriva ad avere un giornale già bell’e confezionato, perché l’orario di chiusura si avvicina, e bisogna stravolgere tutto in pochi minuti; ci sono casi in cui non ci si riesce e si lascia un buco pauroso, facendosi superare dalla concorrenza.  

Oggi sul QS è apparso un articolo sulla scenata di Cipollini di sabato scorso a “Ballando con le Stelle”. Tra oggi, che è giovedì, e sabato sono passati ben cinque giorni, le acque si sono calmate e la notizia è trita e ritrita: che bisogno c’era di tirarla fuori e farci un servizio di una pagina intera, senza, tra l’altro, aggiungere nulla a ciò che già era stato detto? Il servizio non è, infatti, di commento, ma riporta ciò che tutti sappiamo: la cronistoria delle frasi incriminate, pronunciate dal Re Leone durante la trasmissione.

Ma non chiediamo troppo al QS: quando mai è stato tempestivo, che ieri si sono giocate due partite di Champions League e non ha speso una parola al riguardo. Sarà anche la sua politica, ma io ancora non l’ho capita.

19 ottobre 2005

Il mio amico Bayern

Ieri sera il mio amico Bayern Muenchen mi ha fatto un regalo: ha battuto i gobbi in una bella partita di Champions League. Avessero perso in campionato non avrei goduto così, ma in Champions, dove puntano molto (soprattutto l’Infame Traditore), è un godimento supremo.

Ormai pensavano di essere invincibili solo perché ne avevano vinte nove consecutive tra campionato e Coppa, ma ora spero si affloscino come un sacco vuoto. Sì, perché qualche ripercussione psicologica ce la dovranno pure avere, ora che sono ritornati sulla terra e hanno capito che, se il Milan gli ha rifilato Abbiati non è perché al Milan hanno buon cuore e volevano farsi perdonare la spalla distrutta a Buffon, ma è perché Abbiati è una “sola” e non vedevano l’ora che entrasse in azione: detto fatto, ieri sera ha fatto una bella papera, un “clamoroso errore fatale” e i gobbi hanno finalmente perso.

Da notare che anche gli altri giocatori non sono stati meglio di lui, se i voti dei giornali spaziano tra il 4,5 e il 6: ahahahah!

Ride bene chi ride ultimo e io, quest’anno, non ho niente da ridere se guardo al campionato di Serie A, ma io sono un’ultrà del campionato di Serie C1, quindi posso permetterlo.

P.s.: avrei voluto pubblicare la foto dell’OlympiaStadion di Monaco, che ho avuto l’onore di visitare nel lontano 2001 (quando ancora Paulo Sergio militava nelle file del Bayern e io avrei voluto comprarmi la maglietta), ma mi sono accorta di non averla più: Marie-Eve, je pense que c’est ta faute, je pense que je ne l’ai plus car je te l’ai envoyée (ce n’est pas un problème, je plaisante).

18 ottobre 2005

Una brava ragazza

Sul blog del QN (e oggi sul giornale), c’è l’articolo di una ragazza che ama ciò che amo anche io spassionatamente e in questo mio blog lo si vede bene: il calcio. Le ho lasciato un commento che potete leggere, non appena lo inseriranno, se cliccate qui.

 

16 ottobre 2005

Piccoli ultrà crescono

Davanti a me c’erano tre piccoli tifosi che hanno allestito una zona tutta loro con striscioni, sciarpe, stelle filanti e coriandoli, cantando e divertendosi (per quanto in questa partita c’era poco da divertirsi), anche se qualche volta, anche loro, tiravano qualche “piccola” imprecazione come i veri ultrà.

Ronf ronf


Il prepartita
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Avete presente quando mangiate un po’ troppa cassöla, vi rimane sullo stomaco e iniziate ad abbioccarvi? Ecco, questa è la metafora perfetta per la partita odierna del Monza contro il Novara di Antonio Cabrini, finita 0-0: non vedevo l’ora che finisse sia perché il Monza non ha giocato per niente bene e quindi non riuscivo neanche a sperare che segnasse, sia perché metti caso che gli scattava lo schiribizzo al Novara e riusciva a segnare?
Con un Espinal inesistente e un Bertolini che non vedevam l’ora che venisse sostituito (alla fine Sonzogni si è deciso ed è entrato Scazzola), il Monza mi ha fatto sinceramente addormentare.
Questo non significa assolutamente che i sogni di gloria si sian ridimensionati, anzi si continua a sognare e a sperare (dopotutto con una prestazione del genere, l’anno scorso avremmo perso), anche se dobbiamo renderci conto che sarà dura: gli altri non ci regaleranno mai niente.

15 ottobre 2005

Finalmente

A giugno ho pubblicato un post sul matrimonio di Totti, in cui mi chiedevo perché le sposine vip (e pseudovip) si presentino in chiesa poco vestite, ora qualcuno ha avuto la mia stessa idea, ma invece che pubblicarla nel vuoto del mio blog, ha scritto a “Famiglia Cristiana” e don Antonio Sciortino ha risposto:

Come fanno i sacerdoti ad accettare all’altare gli sposi (spose, soprattutto) conciati così? Ipotesi benevola: neppure le vedono, quelle sposine. Hanno, infatti, gli occhi rivolti al cielo, mentre pregano, con molta apprensione, per la buona riuscita di quei matrimoni che partono con la grancassa dei media puntati addosso, e sembrano finire la loro traiettoria come le stelle filanti, in un batter d’occhio. Ipotesi maligna: le vedono, quelle spose; ma sono anche loro prigionieri di quel teatro delle vanità che spara i matrimoni dei vip [e degli pseudovip, N.d.R] in prima pagina. Nell’uno come nell’altro caso, sono spettacoli che spiacciono alle persone sinceramente religiose, che danno un altro significato ai matrimoni celebrati in chiesa. Spiacciono anche alle persone di buon gusto”.

Ci voleva un prete per dire ciò che anche io pensavo.

Non so se essere d'accordo

Ho letto che a Bologna c’è una squadra di basket di Serie A1, la Virtus, il cui patron, Claudio Sabatini, ha chiamato a raccolta gli under 16 e ha fatto loro una promessa: se si fossero impegnati a scuola al punto da avere ottimi risultati, avrebbero potuto provare il brivido della panchina in prima squadra. Detto fatto: domenica scorsa, in panchina al Forum di Assago, c’era anche Matteo Negri, studente modello di 14 anni e questa settimana toccherà a Enrico Sarti.

Don Mazzi si augura che una tale strategia pedagogica sia applicata anche da altri padroni del basket; all’inizio mi sembrava una buona idea, ma poi ho ripescato dal fondo della memoria le teorie psicologiche, studiate il primo anno di università, su “motivazione intrinseca ed estrinseca”: la prima consiste nello svolgere un’attività perché è gratificante per sé stessa, la seconda nel compiere un’azione per conseguire qualcosa d’altro (nel nostro caso: vado bene a scuola perché sarò premiato con la panchina in prima squadra). Il problema è che gli psicologi dicono che spesso, anche se non sempre, la motivazione intrinseca risulta essere più duratura ed efficace e non lo dicono così per così, ma perché lo hanno osservato sui bambini: nel fare i disegni, i bambini che non venivano premiati facevano molto più disegni rispetto a quelli a cui era stato esplicitamente anticipato che i loro disegni sarebbero stati premiati. Insomma i premi e le ricompense (cioè le motivazioni estrinseche) possono in determinate circostanze ridurre (anziché aumentare) l’originaria motivazione estrinseca, in quanto costituiscono uno spostamento dell’attenzione e dell’interesse da parte dei soggetti e possono diventare fuorvianti. Addirittura questo comportamento è stato osservato persino nel volontariato: le persone che erano pagate per aiutare gli altri, lo facevano meno volentieri rispetto a quelle che non ricevevano nessuna forma di ricompensa.

Ognuno di noi è diverso e queste teorie non sono sempre applicabili, ma mettono in discussione la pedagogia di fondo del gesto del patron della Virtus: spero quindi che gli under 16 continuino a studiare per la loro cultura e a prescindere da queste gratificazioni.

P.s.: ho spedito questo articolo anche al blog del QN. Lascerò il link quando (e se) me lo pubblicheranno.

14 ottobre 2005

Oh mamma! La Ventura ha battuto la Nazionale

E dai, diciamocelo che l’altra sera eravamo tutti un po’ bramosi di fare i portinai (con tutto il rispetto per la categoria): glielo diranno della Lecciso ad Albano oppure no? E se glielo dicono come la prenderà? Tutti ardevamo dal desiderio di farci i cavoli loro, tanto loro non si fanno scrupoli a metterceli su un piatto d’argento (anzi di platino). Insomma, chi più chi meno, abbiam fatto questo ragionamento: «La Nazionale è al sicuro, in Germania ci siamo [per come poi andrà ci vuole la palla di vetro…, N.d.R.] e quindi ma chissenefrega! E’ solo una partita. Di là (su RaiDue), c’è la “vita vera” della coppa mediatica più scoppiata d’Italia. [Un pezzo di televisione che rimarrà nelle Teche Rai, N.d.R.] Non posso perdermela!»

Se qualcuno non lo ha pensato me lo faccia sapere (anche se dai dati Auditel mi sarà difficile credergli).

P.s.: io l’altra sera ho tradito gli Azzurri, ma non per la Ventura…

P.p.s.: mi hanno consigliato di pubblicare che l'ho tradita per il filosofo Sciacca...ma che figure mi fai fare???

12 ottobre 2005

Grande Nonna!

La nonna senza saperlo, ma vedendomi fuori casa dalle 14 alle 18, ha chiesto alla mamma: "Cosa fa il Monza?" La mamma è caduta dalle nuvole, ma lei non sapeva che oggi c'era la coppa Italia (si vede, invece che la nonna ha captato qualche segnale indefinibile proveniente dal Brianteo...). Comunque la partita è finita male: abbiam perso 3-1, ma mi ha permesso di scoprire che il mitico Monza-News è diventato una testata giornalistica a tutti gli effetti.

Sport minori a chi? Vince la formula del QS

Ieri si è tenuto un convegno su “Sport e comunicazione” per sottolineare come la scelta fatta dal Quotidiano Sportivo sia una formula vincente, in un periodo in cui gli stadi si svuotano e la De Filippi batte la Nazionale azzurra (ma, detto tra di noi, le partite senza commento sono un po’ pallose, anche se io ho fedelmente seguito l’Italia e poi non mi sembra proprio un trionfo: gli spettatori in più di Maria erano pochini): e allora mi chiedo come mai negli ultimi giorni il QS abbia rivoluzionato i servizi al suo interno, riportando il calcio nelle prime pagine e trattando i tanto amati sport minori dalla metà del giornale in poi.

 

P.s.: e poi questa storia che Nesta si sia scassato il tendine a furia di PlayStation è veramente ridicola: anche i grandi (leggi: MilanLab) cannano!

11 ottobre 2005

Ahi ahi Aldo!

E pensare che mi sono innamorata della scherma grazie a quel nome: Aldo Montano. E come non “innamorarsene”? Brutto non è affatto, anzi…(oddio, c’è di meglio, sennò rischio il linciaggio), ma vedo che avevano ragione gli altri e non lui: “La popolarità (e Manuela) non mi hanno cambiato”. Sarà pure vero, ma ad Atene ci è arrivato che non era praticamente nessuno e ha vinto, facendomi godere un sacco, invece ora, ai Mondiali, con la popolarità e un futuro come quasi marito di Manuela Arcuri, è andato fuori nei quarti (si difende dicendo: “Battuto dal migliore!”).

Insomma, molto meglio mamma Valentina, che a quattro mesi dalla nascita di Pietro, ha fatto poker: e pensare che in molti la davano per pazza e un po’ megalomane, invece ha fatto vedere a tutti che ce la si può fare se non ci siede sugli allori (capito Aldo?).

09 ottobre 2005

Guardiamo il lato positivo

Teramo-Monza 1-1: era una partita difficile. Non siamo più primi (lo Spezia ci ha scavalcato, “rubandoci” il primo posto), abbiamo preso il terzo gol e per molto tempo ho paventato la sconfitta, ma…il pareggio è arrivato e con lui un urlo di liberazione. Per maggiori dettagli vi rimando a Monza-News o AcMonzaBrianza1912.

Auguri NONNA

Oggi la mia nonna Angiulina compie 90 anni!!! E così si è meritata una fetta di torta di mele (nonché i biscotti che le abbiam regalato io, Miky e Dany!)

P.s.: non dimentichiamo che è pure il compleanno della mamma: auguri anche a lei!!

08 ottobre 2005

¤FP¤ si dà alla filosofia

Oggi ho postato un articolo filosofico moraleggiante su un altro blog, non per tradire il mio (anzi...non sia mai!), ma perché non aveva molto senso pubblicarlo qui, appena me lo pubblicano lascio il link. Intanto aggiungo il link del blog nella sezione "Blog amici".

07 ottobre 2005

Senza parole

Volevo scrivere un articolo che sottolineasse la mancanza di rispetto di certi programmi tv che hanno ritrasmesso le immagini della morte in diretta di Franco Scoglio.

Pensavo di scrivere: “E se fosse stato un vostro parente, con che coraggio le avreste mandate in onda? Cercate solo di solleticare una curiosità morbosa”.

Ma non ci riesco, perché sono l’ultima persona che si merita di scrivere queste cose, sia perché sono stata la “prima spettatrice” di Matrix l’altra sera, sia perché sto preparando la tesi proprio sulla morte in diretta (nel mio caso si parla di quella di Giovanni Paolo II) e ho appena terminato un libro (A. Abruzzese, A. Cavicchia Scalamonti, La felicità eterna. La rappresentazione della morte in tv e nei media, Vqpt/Eri, Roma 1992) che, senza pelo sullo stomaco, ci dice quanto ci sguazzino i mass media nel mostrare immagini di morte: altro che dissequestro delle esperienze negative della vita, qui c’è solo la loro mediatizzazione e le pulsioni nel parteciparvi indirettamente.

Insomma per morire in santa pace dobbiamo solo sperare di non farlo in diretta.

 

E quale sarebbe lo stile meneghino?

Mi sono ritrovata un simpaticissimo commento al mio post su Poulsen che esalta lo “stile meneghino” e insulta il comportamento “de borgata” di Totti: sapete che vi dico? Che do ragione a quelli di “Corederoma”: averlo un Poulsen in squadra che fa venire i nervi agli avversari per tutta la partita con calcetti nei punti critici, in barba all’arbitro e alle telecamere: vedremo quanti comportamenti “de borgata” verrebbero fuori e quanti invece sapranno adottare il tanto bramato “stile meneghino”?

Sottolineando che entrambi i comportamenti (quello vigliacco di Poulsen e quello “de borgata” di Totti) sarebbero da evitare sempre.

06 ottobre 2005

GRAZIE ROBY

Stavo rischiando la crisi d'astinenza: quant'è brutto!!!

Monza-Cittadella 2-1


Senza nome
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Premessa: quando leggerete questo articolo avrò perso l’esclusiva e per una pseudo-“futura”-giornalista è veramente un dramma. Ma problemi tecnici del Pc mi hanno impedito l’accesso a Internet (altrimenti i miei due Roby mi menavano).

La caratteristica saliente della sesta giornata di Serie C1 è stata l’acqua incessante e copiosa che è caduta per 90 minuti: per fortuna che il nostro “Pres” è mitico e ci ha permesso di seguire la partita dalla tribuna coperta e non dalla curva dove ci saremmo infradiciati (e pensate che per andare dallo stadio all’auto ci siamo infradiciati comunque); da notare, però, un temerario biancorosso che ha seguito l’intera gara a torso nudo: forse aveva mangiato la cassöla con un bel fiaschetto di vino per riscaldarsi.
La partita ha visto il solito Monza (mancava, però, Morgan Egbedi, ma il sostituto non lo ha fatto rimpiangere), in strepitosa forma, giocare molto bene, anche se nel primo tempo non siamo riusciti a concretizzare nulla, ma nel secondo le reti di Tricarico e di Federici ci hanno permesso di rimanere in vetta con 14 punti (anche se in compagnia dello Spezia).
Unico neo il gol subito da Carteri a tempo ormai scaduto, che “ruga” soprattutto a livello statistico: ci siamo seduti perché ormai i 3 punti erano in cassaforte e ci hanno infilzato, così ora sono due i gol subiti in sei partite (media sempre ragguardevole).
L’altra volta parlavamo di sogni, ma questo non è un sogno, questa è pura realtà e se continuiamo a giocare così non ce ne sarà per nessuno.
Curiosità della partita è stata che Dany non ha portato accendini e che ha dovuto usufruire del bagno dello stadio per ben due volte: sapete, il freddo fa brutti scherzi, ma alla seconda volta mi ha ricordato molto sua nonna.

P.s.: il ritorno a casa è stato caratterizzato da un colpo tremendo: la sconfitta per 3-2 in casa della Roma: io accetto tutto, ma che mi devo beccare tre gol da tre senesi con addosso i batteri da ‘a Lazio è veramente troppo! E pure la nonna che mentre guardavamo insieme “Serie A” vede la grafica: “Roma 2 – Siena 3” e mi fa, in dialetto: «Ma la Ruma la pert?».