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22 settembre 2009

4^ edizione adidas Cup: il ritorno di Galliani a Monza

Nel pomeriggio di lunedì è stata presentata presso la sede di adidas Italia a Monza la quarta edizione dell'adidas Cup, torneo di calcio a 7 voluto da Fondazione Milan. Hanno partecipato alla conferenza stampa [come potete vedere anche dalla fotogallery, N.d.R.], moderata dalla giornalista di Sky Roberta Noè, Adriano Galliani, Presidente di Fondazione Milan, Leonardo de Araujo, Segretario Generale di Fondazione Milan, Winand Krawinkel, Direttore Marketing di adidas Italia e Fabio Guadagnini, Direttore di SKY Sport. Nel vasto parterre di ospiti erano presenti Franco Baresi [la prima persona che ho visto entrando in conferenza: un vero colpo al cuore, N.d.R.], Maurizio Ganz, Daniele Massaro, Pietro Vierchowod e tra i giornalisti il mio ex collega Carlo Pellegatti [seduto nella fila sopra di me: m'avesse riconosciuta..., N.d.R.].
Leonardo ha da subito ricordato i fini benefici di questa iniziativa, grazie alla quale sono stati realizzati tanti progetti in Italia e nel mondo (ad esempio, il contributo all'Ospedale Buzzi di Milano con la realizzazione del Centro Angiomi e Malformazioni Vascolari nell'Infanzia o la costruzione del Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva presso l'Holy Family Hospital di Nazareth) e molti altri verranno realizzati quest'anno a favore dei terremotati dell'Abruzzo. Il progetto, infatti, è quello di costruire a L'Aquila un complesso educativo e un'area per attività sportiva, destinati a bambini in età prescolare e ai giovani.
Fabio Guadagnini ha invece sottolineato che il torneo sarà visibile su Sky Sport 1 ogni domenica dalle 12.15.
E Adriano Galliani? Per il suo personalissimo show vi rimando all'articolo da me redatto per MonzaNews.com.

4^ edizione adidas Cup: la fotogallery della presentazione

01 ottobre 2008

Xavier Jacobelli: Mourinho e il patrono dei giornalisti

Aldo Grasso ha dato la stura a chi la spara più grossa e così ecco che arriva anche il parere di Xavier Jacobelli su Mourinho e i giornalisti sportivi [ma ce n'era proprio bisogno?, N.d.R.].
Dal blog di Mister X [ma il pezzo è riportato anche sul QN come "editoriale", N.d.R.]: «Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. E’ portoghese, ma parla un italiano micidiale come una cannonata di Ibrahimovic quando centra la porta. E, sicuramente, Josè Mourinho lo parla molto meglio dei numerosi analfabeti tricolori che bazzicano il Circo del Pallone, tuttora convinti che il congiuntivo sia una malattia degli occhi. Compresi alcuni giornalisti, s’intende. Gli hanno detto che dovrebbe essere preso a bastonate o che la sua bocca dovrebbe essere riempita di cemento a presa rapida, così finalmente sta zitto. Gli hanno dato dello sbruffone e dell’antipatico.L’hanno chiamato malmostoso e arrogante perchè dice ciò che pensa pensando a ciò che dice. Prende a calci i luoghi comuni, gli stereotipi e le frasi fatte in un Paese dove c’è ancora chi fa la barba al palo perchè la palla è rotonda e la prossima partita da giocare è sempre la più difficile. E’ più giornalista lui di un battaglione di titolari del tesserino dell’ordine, quelli che scrivono i pezzi facendo copia e incolla con le agenzie e l’ultima notizia che hanno presentato in redazione è il loro certificato di nascita. Gli stessi che quando scrivono interviste fotocopia si lamentano perchè l’intervistato dice solo banalità. Mourinho no. Mourinho può piacere o irritare, intrigare o sbarellare, ma, vivaddio, è un uomo vero in un mondo di conformisti e di leccapiedi. Mourinho ha toppato il derby e l’ha perso, com’era giusto che fosse, perchè Ancelotti gli ha dato una lezione di tattica e il Milan ha spianato quell’Inter con quattro punte che non avrebbero segnato manco se la partita fosse durata per altre due ore. Su questo è giusto fare il processo a Josè. Non sui nove o undici o quattordici milioni che guadagna o sugli appunti che prende in panchina o sulle domande che non gli fanno né su Sky né alla Domenica Sportiva quando si presenta dopo avere perso. E fa la figura di chi ha vinto. Xavier Jacobelli ».
Vabbè su qualcosa avrà pure ragione (a parte l'arroganza con cui parla dei colleghi giornalisti: vorrei leggere una sua intervista esclusiva per vedere che differenza c'è con quelle dei suoi colleghi...), ma come si può fare il processo a Mourinho perché ha perso, se nessuno mostra le palle di fargli domande scomode e farlo sentire sotto processo? Allora ha ragione Aldo Grasso e Jacobelli si smentisce da solo.

09 settembre 2008

Dario Marcolin a Sky Sport24

Ma una volta che intervistano l'allenatore biancorosso a Sky perché lo devono fare solo in quanto amico intimo di Roberto Mancini? Ma se vogliono notizie di Mancini che le chiedano a Mancini stesso!
Da Calciomercato.com: «Sul futuro di Roberto Mancini. 'E’ tornato a Milano in questi giorni dopo le vacanze in America, a Miami, e in Sardegna. Ha un po’ staccato dall’ambiente del calcio per cercare di ricaricare le batterie e tenersi un po’ isolato dal mondo del calcio. E’ ritornato, speravo venisse a vedere la partita del Monza, gli avevo lasciato il biglietto per venire, ma mi ha detto che tornava tardi. Secondo me, adesso ha voglia di riassaporare l’ambiente calcistico, però è sereno e tranquillo, sta facendo il papà, come ha detto sui giornali. Io ci parlo quotidianamente e lo sento comunque molto sereno'. La chiamata da Londra per il West Ham è arrivata? 'Per il West Ham hanno fatto tanti nomi. Io ho parlato con lui e mi ha detto che non aveva parlato con nessuno. Sicuramente in questo periodo che starà fermo, si trasferirà per un paio di mesi in Inghilterra per imparare l’inglese. E’ un cruccio che aveva. Questo non vuol dire che dovrà andare ad allenare per forza in Inghilterra però io penso che il suo futuro nei prossimi anni sarà sicuramente all’estero, potrebbe essere in Spagna, in Inghilterra o altre piazze'. Non credi che lui possa entrare a stagione in corso su una panchina? 'Non vorrebbe, però è sempre l’importanza della squadra che ti chiama che ti fa accettare o meno. In questo momento è sereno, sta guardando il calcio da fuori, è andato a vedere un paio di partite della Premier League e anche la Finale di Supercoppa Europea. E’ molto sereno e sta guardando un po’ il calcio europeo con tranquillità'».

19 maggio 2008

Inter campione d'Italia? Ridiamoci su!

Con la fine del campionato ho terminato anche di registrare le trasmissioni calcistiche che mi serviranno per la tesi di laurea [se non ricordate di cosa tratterà qui c'è il post dove spiego tutto, N.d.R.]: dato che alcune sono in diretta contemporaneamente e in più su Sky - che io non ho - ho dovuto chiedere aiuto a due lettori di questo blog. Questa è la videocassetta che mi è stata appena portata da uno dei due:
P.s.: qui trovate invece ciò a cui si riferiva De Rossi nella polemica intervista post partita; pensiero condiviso oggi anche dal portiere giallorosso Doni.

08 maggio 2008

Ultima puntata di Monza Alè

Stasera andrà in onda l'ultima puntata di Monza Alè, il magazine sull'AcMonzaBrianza1912 di PlayTv Italia, canale Sky 869, condotto da Riccardo Este con la partecipazione di Dario Martucci: in occasione della chiusura della trasmissione offro ai miei lettori le foto dei due protagonisti, "rubate" al Monzello e allo stadio:
P.s.: mi perdonerà l'addetto stampa del Monza che è finito inavvertitamente nella foto...
AGGIORNAMENTO: ci saranno altri tre speciali dedicati a Foresti, Begnini e al campionato 2007/2008.

03 maggio 2008

Quando allevi la serpe in seno

Leggo l'intervista rilasciata da Marco Materazzi a Sky e scopro così i suoi dolori di padre: «Mio figlio Davide purtroppo è ancora tifoso del Milan: l’altra settimana ero per le vie del centro, e se qualcuno mi avesse visto, mi avrebbe preso per scemo. C’ero io, vestito per andare in ritiro, e lui, invece, con la divisa di Kakà: ci dorme, ci gioca, ci fa tutto. Vorrebbe venire al derby con la divisa del Milan, ma quest’idea è stata abolita, perché non è possibile».
Capitasse a me un/a figlio/a così, mi verrebbe il dubbio che me l'hanno scambiato/a in ospedale [a parte che non potrei mai comprargli/le nessun tipo di divisa calcistica contro i miei principi - della Lazio ad esempio, ma anche del Como, del Pisa, della Pro Sesto, della Juve... - perché sarebbe come spianare la strada ad un'eresia, accettandola e normalizzandola, N.d.R.].

20 febbraio 2008

Champions League: la solita serata davanti a Sky

Ieri sera è tornata la Champions League. Non che ne sentissi la mancanza, ma visto che c'era sono stata invitata a guardarla su Sky dal mio "amato" cuginetto. Dopo il primo gol del Real Madrid, cioè dopo neanche sette minuti, si è deciso di girare su Diretta Gol per evitare di mangiarsi in toto il fegato: altro che Diretta Gol, potevano chiamarla Diretta Inter! Va bene che da Atene (Olympiacos-Chelsea 0-0) e Gelsenkirchen (Schalke 04-Porto 1-0) non arrivavano grandi notizie e grandi azioni, va bene anche che siamo in Italia e quindi c'era più interesse per i nerazzurri (e i giallorossi), ma erano quasi sempre collegati con l'Anfield Road!
  • Liverpool-Inter 2-0: «I Reds si svegliano tardi per battere l'Inter - Le speranza del Liverpool di andare avanti negli ottavi di finale di Champions League sono molto vive dopo che i giocatori si sono assicurati una vittoria molto combattuta contro l'Inter costretto in dieci uomini all'Anfield»;
  • Roma-Real Madrid 2-1: «La partita verrà decisa al Bernabéu - Il Real Madrid comincia in modo energico e segna subito un gol - il sessantesimo per "El Pichichi" Raúl in Champions League -, ma la situazione si complica dopo il secondo centro degli italiani. Cannavaro gioca la sua centesima partita nelle competizioni europee e Diarra la sua cinquantesima in Champions League. Tutto si deciderà al Bernabéu tra due settimane [nella versione spagnola si dice: "L'appuntamento è al 5 marzo in un Bernabéu pronto a esplodere per spiegare alla Roma cos'è la paura", N.d.R.]».

24 ottobre 2007

Roma-Sporting Lisbona 2-1: dal nostro inviato a Lisbona

Dopo la caviglia di Totti, il muso lungo di Mancini, l'evanescente Giuly, il mitico Juan, il "grazie Vucinic" di Altafini, eccomi a commentare la vittoria giallorossa di Champions League attraverso le parole del sito ufficiale dello Sporting Lisbona: «Roma 2 - Sporting 1: Allo Stadio José Alvalade sarà diverso [che paura, N.d.R.] - Lo Sporting non raggranella nemmeno un punto dal viaggio a Roma (1-2), ma le due squadre si incontreranno di nuovo tra quindici giorni all'Alvalade. Liedson segna il gol "sportinguista" al 18'. A causa dei problemi fisici di Polga, Paulo Bento è "obbligato" a rispolverare Miguel Veloso per il centrocampo insieme a Moutinho, Izmailov, Vukcevic e Romagnoli, dietro Yannick e Liedson. Il gioco della Roma è, in un primo tempo, di grande intensità, ma la prima opportunità è per Miguel Veloso, all'8', con un tiro che il brasiliano Doni difende con difficoltà. La Roma risponde e tre minuti più tardi Juan inaugura le marcature. In svantaggio, lo Sporting reagisce con Liedson, che segna il suo primo gol, raccogliendo il perfetto cross di Abel. Fino all'intervallo lo Sporting controlla l'incontro e la Roma riesce a creare pericoli solo su calcio d'angolo. Nel secondo tempo una disattenzione di Miguel Veloso permette a Vucinic di simulare un grande rigore che il brasiliano Mancini si fa parare da Tiago. Superata questa difficoltà, la squadra di Paulo Bento impone di nuovo il suo gioco, finché al 69', dopo che non era stato rilevato un mani di De Rossi vicino alla sua area, il contropiede giallorosso porta al gol di Vucinic, che salta Abel e Cask, e quindi al risultato finale di 2-1. Fino al termine dell'incontro gli italiani controllano la partita e i cambi dello Sporting - entrano Walls, Purovic e Celsinho - non permettono di ottenere nulla».

19 settembre 2007

Champions League: Roma-Dinamo Kiev 2-0

Telecronaca di Sky. Seconda voce: Josè Altafini. Primo gol: Simone Perrotta. Commento di Altafini: «Secondo il Vangelo di Simone Perrotta». Secondo gol: Francesco Totti. Commento di Altafini: «Il Vangelo secondo Francesco».
Altafini riprenditi!

28 settembre 2006

Una serata davanti a Sky

Invitata da Dany a casa sua per seguire le gesta giallorosse in quel del Mestalla di Valencia, ho passato una divertente serata davanti a Sky, caratterizzata da tre episodi che vado a raccontare.

- Al 18’ del primo tempo viene fischiato un rigore nettissimo a favore della Roma per un placcaggio a mo’ di rugby (peccato solo che se non ci fosse stato il guardalinee, per l’arbitro sarebbe stato tutto regolare: un bel paio d’occhiali no, eh?), se ne incarica Francesco Totti, che realizza (inutilmente, dato che poi si perde 2-1). Il telecronista Sky urla: “Buon compleanno Totti! Buon compleanno Roma!”: d’altronde nessuno in giornata ci aveva già ricordato che ieri Totti compiva 30 anni… (è il compleanno della Roma, infatti, che mi sfuggiva);

- l’Inter perde 2-0 in casa col Bayern Muenchen e a Caressa manca poco per piangere in diretta, ma si consola dando tutte le colpe all’arbitro (un certo stile nerazzurro di auto-compatimento non deve mai mancare);

- sul canale Sky 869, c’è PlayTv Italia. All’interno del palinsesto di questa rete è dedicato ampio spazio all’informazione calcistica ed ogni mercoledì (alle 19.30 e in replica alle 23.00) va in onda un interessante programma, intitolato “Monza Alè”: la sigla è l’inno biancorosso, la trasmissione avviene proprio dal centro sportivo di Monzello e il conduttore è Riccardo Este, coadiuvato da tale Tina. Sappiamo tutti che le presenze femminili in questi programmi servono per lo più a far numero e a mettersi in mostra (vedi la Seredova l’anno scorso alla DS o la Pedron a Controcampo, si salva forse la Canalis perché qualcosa di calcio lo sa dire), ma il trattamento riservato a questa Tina è sinceramente degradante per tutto il sesso femminile: la ragazza non dice praticamente nulla di sensato (a parte precisare qual è il sito del Monza, impappinandosi pure nella prima puntata) e addirittura viene usata come reggi-microfono. Ieri, infatti, il conduttore ha introdotto tre interviste ad altrettanti giocatori biancorossi, Espinal, Concetti e Bertolini, annunciando: “Tina intervista Espinal…!” e poi si vede Tina che regge il microfono ad Espinal e le domande che vengono poste da una voce fuori campo, con il povero Espinal che non sa se guardare Tina, la telecamera o colui che gli pone le domande, al di là della telecamera. Povere noi!

P.s.: la nonna era convinta che io fossi da Dany per vedere il Monza e dopo un po' ha chiesto: «Ma si sa cosa fa il Monza

11 giugno 2006

Monza-Genoa 0-2

E anche quest’anno i sogni si infrangono contro il muro della realtà. Hai voglia a dire che noi siamo una squadra concepita per la C2, che ha degnamente disputato il campionato di C1, raggiungendo un ragguardevole terzo posto, e il Genoa è una squadra concepita per la A, che ha disputato il campionato di C1 per motivi, diciamo, extracalcistici.
Quando ti trovi di fronte ad una sconfitta in casa, in finale, ad un passo dal sogno, l’amaro in bocca rimane, soprattutto se disputi un primo tempo alla pari per poi lasciare il campo all’avversario per tutto il secondo.
C’è ancora il ritorno: amara consolazione. Speri forse di farne tre in quel di Marassi? La speranza è l’ultima a morire, ci insegnano, ancora di più quando c’è di mezzo il tifo e la fede calcistica: mai partire da sconfitti.
Inutile caricare dei video: a parte il fatto che la partita è stata ripresa da Sky e a confronto la qualità dei miei video è pari a zero, ma poi non saprei come presentarli, dato che ho ripreso solo il primo tempo, quando il Monza aveva la parvenza di essere un buon Monza e il secondo, da tifosa, prima che da pseudo-giornalista, l’ho ignorato già dopo il primo gol, un po’ per scaramanzia un po’ per delusione [se qualcuno però si sente tradito dal fatto che non ho caricato video può dirmelo (o insultarmi) e cercherò di rimediare, N.d.R.].
Un’unica annotazione (seria): perché noi a Pavia siamo rimasti “rinchiusi” nello stadio per un quarto d’ora, dopo la fine della partita e i genoani sono stati fatti uscire in contemporanea ai tifosi biancorossi? Le norme sulla sicurezza dei tifosi non sono uguali ovunque? Al di fuori dello stadio il confronto tra le due tifoserie poteva sfociare in qualcosa di più del semplice scontro verbale dai finestrini delle auto (che ho vissuto in prima persona).