Visualizzazione post con etichetta esultanze. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta esultanze. Mostra tutti i post

04 giugno 2009

Settima puntata delle esultanze particolari

A dire il vero questa esultanza potrebbe entrare di diritto anche nella rubrica "Assurdità in campo", ma tant'è che ci troviamo di fronte a dei festeggiamenti post-gol, quindi non si scappa.
Tratto dal giornale tedesco Bild: «L'esultanza più stupida di tutti i tempi non potrà scordarsela facilmente il nazionale egiziano Amr Zaki, perché gli ha lasciato come ricordo una ferita profonda suturata con ben sei punti. Durante l'amichevole tra la sua Nazionale e quella dell'Oman Mohamed Aboutrika ha segnato il gol dell'1-0 nella ripresa. Subito dopo due stupidotti hanno avuto entrambi lo stessa reazione nello stesso momento: l'ex del Wigan Amr Zaki e Ahmed Eid Abdel Malek sono saltati addosso al cannoniere in segno di esultanza...e hanno incocciato le loro teste. Ahi!».
Ecco il video tratto da Youtube:

22 febbraio 2009

Pro Sesto-Monza 2-2: l'esultanza di Beretta e gli insulti della Pieri. L'opinione di una vecchia pseudo-ultrà

Ieri è scoppiato il putiferio perché l'ex biancorosso Matteo Beretta, dopo il gol che è valso il pareggio alla Pro Sesto, ha esultato sotto la sua curva. Il gesto è stato considerato eccessivo dall'altra curva, quella biancorossa che ha cominciato a cantare cori offensivi all'indirizzo del giocatore.
In sala stampa Beretta si è detto dispiaciuto per i cori, dichiarando di non aver fatto nulla di male: «A Monza sono stato bene, ma ora gioco nella Pro Sesto e devo fare il massimo per la Pro Sesto».
Da vecchia pseudo-ultrà non nego che fossi stata in curva [come è successo per circa otto anni, anche se in maniera discontinua nei primi tempi, N.d.R.] forse mi sarei lasciata travolgere dai sentimenti del momento e avrei approvato il comportamento della Pieri, ma se analizziamo la frase detta dall'attaccante sestese nel post-partita capiamo l'errore insito in quei cori: il presente è presente, la professionalità è professionalità. Forse Beretta ha ecceduto, ma lo ha fatto - a parer mio - in buona fede.
In tempi non sospetti, ho scritto su questo blog queste parole e certo non le rinnego proprio ora: «...proprio non ho mai capito questa storia del non esultare per rispetto: hai cambiato maglia? E allora che ti frega di non esultare se fai gol? Anche i tuoi nuovi tifosi meritano rispetto. Ho capito che gli anni con la vecchia maglia non si cancellano facilmente, ma ora hai iniziato una nuova vita e quindi porta rispetto a questa nuova vita e non alla vecchia. E come te, tutti quelli che cambiano maglia e poi fanno miliardi di professioni di umiltà e amore eterno per i vecchi compagni: allora perché non ci siete rimasti se ci stavate tanto bene?». Le stesse hanno portato al seguente commento: «Basta con questa storia di non esultare contro le ex! Ma come si fa a non esultare quando si fa gol?!», che poi corrispondono a quelle di Mister Sala in conferenza: «E’ ora di finirla con la storia dei giocatori che fanno gol e non esultano: i giocatori che fanno gol devono esultare. Perché fare gol è la massima espressione del calcio: non esultare sulla massima espressione del calcio è una cosa sbagliata. Ho fatto i complimenti a Beretta perché ha fatto benissimo a comportarsi così. Non è una mancanza di rispetto e se i tifosi del Monza non si sono sentiti rispettati, mi dispiace».
Anche con Giaretta - attuale DS della Pro Sesto ed ex bandiera biancorossa - era successo un episodio simile e anche allora ebbi parole in linea con quelle appena riportate: «quando si cambia maglia, si deve onorarla e portare rispetto a quei tifosi, non a quelli vecchi, anche se ti sono rimasti nel cuore (?!): sei andato alla Pro Sesto? Fai il tuo lavoro lì e smettila di giustificarti con noi, se qualche tifoso del Monza ti insulta [come succede ora con Beretta, N.d.R.], non sentirti sempre in dovere di pararti il c**o: chi ti apprezzava, ti apprezzerà ancora, anche se sei sull'altra sponda e onori il tuo lavoro sull'altra sponda; chi non ti apprezzava, continuerà a farlo e a dire male di te. Altrimenti rischi di inimicarti pure quelli che ancora credono in te e persino la tua nuova tifoseria».

Pro Sesto-Monza 2-2: le foto dei festeggiamenti dopo i gol biancorossi. Marcatori: Bolzan e Iacopino

07 dicembre 2008

Monza-Ravenna 2-0: il video dell'esultanza al secondo gol biancorosso. Marcatore: Samb al 20'

Su punizione di Bolzan si inserisce Samb che spiazza il portiere ravennate Rossi di tacco. Nel video la palla è visibile quando già è entrata in rete.

18 novembre 2008

Prima puntata delle "assurdità in campo"

Parte oggi una nuova rubrica - dopo quella dedicata alle "esultanze particolari" - sui gesti più assurdi visti in campo: lo spunto viene dato dalla trovata di Gianvito Plasmati, attaccante del Catania, che domenica, durante la partita Catania-Torino, ha abbassato i suoi pantaloncini mettendo in bella mostra le mutande nere, come contromisura per disturbare il portiere avversario sulla punizione di Mascara (poi risultata vincente). Il giocatore ha poi dichiarato che si trattava di un gesto goliardico e non voleva essere una mancanza di rispetto nei confronti di avversari e pubblico, ricordando che si trattava di un gesto non vietato dal regolamento, e nemmeno ostruzione né atto osceno. (fonte: TMW)
In questa sede ricordiamo allora - come ha fatto il designatore arbitrale Pierluigi Collina - Ivan Kaviedes, nel 2006 attaccante dell'Argentinos Juniors, che ha festeggiato il suo gol contro la Costa Rica calzando sulla testa una maschera da uomo ragno (fonte: Archivio storico Gazzetta) oppure, andando ben più indietro negli anni, Benito Lorenzi, portiere nerazzurro degli anni '50, soprannominato "Veleno", che si burlò di Concetto Lo Bello e degli avversari, nascondendo un pezzo di limone sul dischetto del rigore e compromettendo inesorabilmente la realizzazione dello stesso ad opera del milanista Cucchiaroni.
Più recentemente ricordiamo Maspero e la buchetta scavata sempre sul dischetto del rigore per far sbagliare Salas nel derby Juve-Torino oppure ancora le barriere spostate dell'allora maglia viola Di Livio contro la Juventus e gli schemi da calcio d'angolo giallorossi.
Ma il vertice della beffa l'ha toccato tale Pino Pellicanò, portiere della Fiorentina negli anni '80: Caniggia, attaccante atalantino, partito in contropiede, stava arrivando tutto solo davanti alla porta e Pellicanò urlò "fuorigioco!", fingendo che l'arbitro avesse fischiato e fermato il gioco. Claudio Paul ci cascò e l'occasione sfumò in un battibaleno per la felicità del portiere viola.
AGGIORNAMENTO: sentendosi parte in causa, un assiduo lettore di questo blog mi ha esplicitamente chiesto di aggiungere alle "assurdità in campo" il ballo del portiere Dudek nella finale di Champions League vinta proprio ai calci di rigore dal Liverpool ai danni del Milan: Dudek si mise a fare una strana danza durante i calci di rigore che avrebbero assegnato la coppa e ciò fece perdere la concentrazione ai giocatori rossoneri.

05 novembre 2008

Sesta puntata delle "esultanze particolari"#2

Ecco la seconda parte della sesta puntata delle oramai famose "esultanze particolari" che stamattina vi avevo promesso [e che ricordo essere uno dei gruppi di post più letti del blog e linkati anche nel fotolog "Esultanze pazze", N.d.R.].
9. La papera di Roberto Carlos: il brasiliano tira e Oliver Kahn para, ma la palla gli scivola sotto la pancia. Carlos e i suoi compagni corrono verso le telecamere, poi camminano a gambe piegate, sbattendo i gomiti su e giù e facendo il verso della papera, come si definisce in gergo un errore grossolano del portiere.
10. Il morso di Balague: dopo aver segnato una rete, José Antonio Reyes viene sommerso dai suoi compagni, uno dei quali gli morde . Pare che l'episodio - stante la spiegazione data dal masticatore, Guillem Balague - sia da interpretare alla luce di un antico proverbio spagnolo che recita: "Sei così forte che ti mangerei le palle".
11. Le evoluzioni ginniche di Agahowa, Beagrie e LuaLua [a cui mi permetto di aggiungere anche quelle di Martins, N.d.R.]: Julius Agahowa si esibì in 6 consecutive capriole dopo la sua rete di apertura dell'incontro contro la Svezia al Mondiale 2002. Menzione anche per Peter Beagrie che ha introdotto la "ruota" e a Lomana LuaLua per le sue rimarchevoli esibizioni ginniche.
12. La ninna nanna di Bebeto [già presente nello storico post del 2005, N.d.R.]: il brasiliano corre verso la linea laterale, piega le braccia a forma di culla e le dondola dolcemente, celebrando la nascita di suo figlio. Raì e Romario lo affiancano e fanno altrettanto. Da lì si è diffuso in tutto il mondo.
13. L'angolo del ballo di Milla [già presente all'8° posto della speciale classifica del Sun di un anno fa, N.d.R.]: Roger Milla si è esibito, intorno alla bandierina del corner, nella Mokassa, un ritmo ballabile di origine camunense. La trovata che risale a Italia '90 è stata imitata in tutto il mondo.
14. Il cuore ingrato di Samuel Eto'o [a cui già era capitato di mettersi a saltare e dimenarsi come uno scimmione per protestare contro i fischi, gli insulti, gli ululati razzisti e le noccioline che gli erano state tirate in campo, N.d.R.]: festeggiò la vittoria del campionato 2005 con la maglia del Barcellona urlando per sei volte nel microfono all'indirizzo dei tifosi avversari del Real: "Cul*****i di Madrid, salutate i campioni!".
15. Lo scarafaggio di Ronaldo, Robinho e Roberto Carlos: i tre fuoriclasse brasiliani allora al Real si girarono sulla schiena e agitarono braccia e gambe in aria durante una partita contro l'Alaves.
16. Il flauto di Paul Gascoigne: scelse di festeggiare la sua prima rete con i Rangers contro il Celtic nel 1995 saltellando sulla linea di fondo e fingendo di suonare il flauto [immagine legata alle bande musicali protestanti e i Rangers sono la squadra protestante di Glasgow, N.d.R.], venendo così accusato di istigare tensioni fra le due comunità religiose cittadine [i tifosi del Celtic sono cattolici, N.d.R.]. Si guarda bene dal rifarlo per ben 3 anni, finché non si esibisce nella stessa imitazione sempre durante il derby e rimane due settimane senza stipendio.
P.s.: se ti sei perso la prima parte, clicca qui.
Fonte: "Il libro delle liste sul calcio - per chi crede di sapere tutto" di Stephen Foster e a cura di Luca Serafini.

Sesta puntata delle "esultanze particolari"#1

Gaudio e felicità si sono impadronite di me dopo un avvenimento che sa oramai di miracoloso, quindi oggi continuiamo la rassegna dei modi di festeggiare sopra le righe dei calciatori di tutto il mondo [per leggere le precedenti puntate, c'è il tag "esultanze", N.d.R.]. Lo spunto mi viene perché - causa tesi - mi è capitato tra le mani "Il libro delle liste sul calcio - per chi crede di sapere tutto" di Stephen Foster e a cura di Luca Serafini, che propone 16 esultanze particolari: di alcune già abbiamo discusso in passato, ma nulla vieta di riportarle alla mente e lo faremo in due parti distinte [dato che la lettura online affatica non poco, N.d.R.].
1. La morte del cigno di Juergen Klinsmann [già presente al 7° posto della speciale classifica del Sun di un anno fa, N.d.R.]: corre verso la linea laterale e inscena un autoironico tuffo da cartone animato, con tanto di spanciata, proprio davanti ai suoi compagni di squadra, che lo imitano prontamente.
2. Farsi una striscia di Robbie Fowler: dopo aver segnato un rigore, il calciatore risponde agli sberleffi dei tifosi avversari con un festeggiamento che gli costerà 6 turni di squalifica: striscia per terra inginocchiato e finge di sniffare il gesso della linea di fondo.
3. Mamma ho segnato! di Camanducaia: corre sulla pista di atletica intorno al campo, poi finge di entrare in una cabina del telefono, di inserire dei gettoni e di telefonare a casa per comunicare la sua prodezza.
4. Viva la mamma di Francesco Totti [già presente nel post di dicembre 2005, N.d.R.]: sdraiato di schiena, si è messo il pollice in bocca e ha agitato i piedi verso l'alto per ricordare la nascita del primogenito Cristian. (Da ricordare anche gli schiaffi in testa al marcatore di turno durante il campionato 2005-2006 sempre tra le fila giallorosse).
5. Balletti e trenini da Piacenza e Bari [e qui andiamo agli albori del blog, dove però si parlava di "bruco" del Bari, N.d.R.]: ai giocatori del Piacenza fu impedito di ballare la Macarena perché "irridente nei confronti degli avversari", ma a quelli del Bari nessuno impedì di fare il "trenino" (o "bruco"): il marcatore si inginocchiava e procedeva carponi, dietro di sé i compagni di squadra procedevano allo steso modo tenendosi per le caviglie.
6. L'aeroplanino e l'airone di Montella, Gilardino e Caracciolo [già discussi nel post di dicembre 2005, N.d.R.]: Vincenzo ha inaugurato l'esultanza che simula il volo di un aereo, correndo con le braccia aperte e tese. Gilardino agita le braccia su e giù e imita un airone, anche se il copyright è di Caracciolo, infatti Alberto ha poi optato per il ritorno all'antica abitudine di inginocchiarsi e mimare le movenze di un suonatore di violino.
7. Il fucile di Andy Van der Meyde: dopo una rete all'Arsenal si è messo in ginocchio imbracciando idealmente un fucile e sparando in aria.
8. La mitragliatrice e le orecchie di Batistuta e Toni [il must del primo post della serie, dove si ricordano anche quelle di Marco Delvecchio, N.d.R.]: l'argentino segnò con la maglia della Fiorentina a Barcellona e si piantò immobile in mezzo al campo, accostando le mani alle orecchie, come a dire: "Fatemeli sentire ancora, i vostri fischi". Luca Toni, simula lo stesso gesto, ma correndo e ruotando la sola mano destra vicino all'orecchio, come a dire: "Non ho sentito bene...". Batigol fingeva anche di imbracciare una mitragliatrice e sparare a raffica.
Nell'attesa della seconda parte del post, vi lascio il link di un fotolog dedicato: Esultanze pazze.

23 settembre 2008

Monza-Pergocrema 1-1: il video dell'esultanza per il pareggio del Monza. Marcatore: Torri al 67'

Purtroppo - come preannunciato - la macchina in stand-by è partita quando la palla era già in porta: era un fantastico colpo di testa del neo-entrato Omar Torri su cross di Bolzan.

06 novembre 2007

Quinta puntata delle "esultanze particolari"

Grazie al Sun posso rinfoltire il numero di post inutili - ma sono pur sempre i quattro più cliccati - sui fantasiosi modi di festeggiare dopo un gol: il giornale inglese ha, infatti, pubblicato la Top Ten delle "esultanze particolari" apparse sui campi di calcio (non proprio di tutto il mondo, dato che la maggioranza è avvenuta su quelli inglesi).
Eccola:
  • n° 10: Facundo Sava - Ricordate Sava? E' il goleador argentino del Fulham che celebrò ciascuno dei suoi sei gol durante il biennio al Craven Cottage con la maschera di Zorro. [...].
  • n° 9: Temuri Ketsbaia - Ketsbaia lasciò i suoi fan sconcertati sulla sua salute mentale dopo aver segnato contro il Bolton nel 1999. Il sosia dello Zio Fester [e Galliani allora?, N.d.R.], sbarazzatosi della maglia, corse sopra i cartelloni pubblicitari, prendendoli a calci.
  • n° 8: Roger Milla - Chi può dimenticare il veterano del Cameroon, che illuminò Italia '90 con la sua pelata? Il 38enne segnò quattro gol e portò gli Africani fuori dalla fase a gruppi, celebrando ciascuna rete, girando la sua anca intorno alla bandierina del corner. Roba da leggenda.
  • n° 7: Jurgen Klinsmann - La leggenda del Tottenham arrivò in Inghilterra con la reputazione di cascatore - e la confermò al suo debutto. Il tedesco segnò con un colpo di testa contro lo Sheffield e prontamente corse verso i tifosi degli Spurs tuffandosi per ricordarlo.
  • n° 6: Peter Crouch - L'alto e magro giocatore del Liverpool simulò i movimenti di un ballo da discoteca nel pre-Mondiale l'anno scorso. Il ballo divenne così popolare che Crouch decise di condividerlo con il pubblico, celebrando i suoi gol contro l'Ungheria e la Giamaica con questi movimenti del corpo. Ma il fantasioso ballerino decise di averne abbastanza e annunciò di non volerli più fare a meno della vittoria mondiale dell'Inghilterra. Vergogna.
  • n° 5: Craig Bellamy - Bellamy ha i suoi detrattori - ma nessuno può negare che manca di sense of humour. Il giocatore galleggiava in torbide acque dopo un presunto attacco con una mazza da golf al compagno di squadra John Arne Riise. I bookmakers risposero offrendo scommesse pagate 100 a 1 se il gallese avesse celebrato un gol con uno swing [il movimento dei golfisti, N.d.R.] e sicuro come l'oro, Bellamy fece l'affare.
  • n° 4: Stuart Pearce - Dopo aver sbagliato il rigore che mandò fuori l'Inghilterra da Italia '90, potreste aver dimenticato Pearce per non immaginarne un momento così triste. Ma quando nei quarti di finale di Euro96 l'Inghilterra incontrò la Spagna, "Psycho" ci provò di nuovo e cancellò sei anni di dolore - la sua esultanza andò dritta nel cuore di ciascun inglese.
  • n° 3: Marco Tardelli [l'unico italiano!, N.d.R.] - Segnare per il proprio paese in una finale mondiale può trasformare chiunque in un bambino - anche se ci si chiama Tardelli. L'italiano fece seguire al suo gol nel 1982 una memorabile corsa, urlando il suo nome. E chi può biasimarlo?
  • n° 2: Eric Cantona - Chi può dimenticare il pallonetto di Cantona contro il Sunderland nella stagione 1996-97? Il francese aveva battuto tre uomini prima di ricevere il cross e con un pallonetto infilzare il portiere dal bordo dell'area. Cantona semplicemente si fermò e assaporò il momento, con l'espressione di un uomo che sapeva il fatto suo.
  • n° 1: Paul Gascoigne - Ad Euro96 "Gazza" venne fotografato dopo una notte brava: sia lui che Teddy Sheringham erano ubriachi fradici. Così quando "Gazza" segnò QUEL gol contro la Scozia a Wembley, c'era solo un modo per festeggiare [ed era appunto fingere di bere e di essere ciucco, N.d.R.].

06 luglio 2006

Quarta puntata delle "esultanze particolari"


Ormai non tengo più il conto di tutti questi modi strani di esaltarsi dopo un gol: è già il quarto post che scrivo in merito [i link ai precedenti sono qui: "In principio fu il giro di campo: breve storia delle esultanze particolari dei calciatori", "Lezioni di stile" e "Terza puntata delle 'esultanze particolari'", N.d.R.]. Questo mi è stato consigliato da Paola nei commenti e mi ha fatto sbellicare [anche io, come lei, l'altra sera non lo avevo neppure notato, N.d.R.]: «Quella di Marco Materazzi è stata un'esultanza decisamente sui generis per festeggiare il gol fondamentale di Fabio Grosso contro la Germania. Il centrale azzurro, anziché unirsi ai compagni, ha abbracciato l'arbitro, il messicano Archundia. "L'ho fatto perché era il 119' e non avevo più le forze per andare ad abbracciare Fabio - ha spiegato Materazzi in un'intervista trasmessa all'interno di Sky Mondiale Show -. Il primo che ho trovato è stato l'arbitro e ho abbracciato lui. Tanto uno valeva l'altro"» [da Sports.it, N.d.R.].
[Tag ]

22 dicembre 2005

Terza puntata delle "esultanze particolari"

Ieri Francesco Totti ha pensato bene di aggiungere un nuovo modo di esultare alle, effettivamente troppo poche, invenzioni passate: dopo il primo gol, il generoso calcio di rigore per contatto in area tra il portiere del Chievo e Damiano Tommasi, Totti ha cullato e dato il biberon a un bambolotto vestito con la maglia giallorossa: metafora neanche troppo implicita del figlioletto Cristian. Al secondo gol, invece, ha messo in bocca il pollice come fosse un ciuccio: altra metafora per ricordare "Er Pupino".
L'importante, però, è che abbiamo vinto.

17 novembre 2005

Lezioni di stile

Sul sito di Repubblica c’è un articolo spassosissimo, che non posso fare a meno di segnalarvi: “Pescara, il centravanti hard – Gol e sesso con la maglia…”.

Domenica il centravanti del Pescara, Davide Matteini, ha dato veramente una lezione di stile (e di come si creano le notizie nell’attuale circo mediatico), festeggiando il gol in un modo, a dir poco, triviale: ha simulato un accoppiamento con la sua maglietta e ha poi spiegato che era anche un messaggio subliminale per la sua fidanzata: “Le ho dimostrato che posso tradirla solo con una maglia” [chissà com’è felice, ora che lo sa, N.d.R.].

Già in passato avevo trattato il tema delle esultanze particolari in campo (agli albori di questo blog…), ma nella rassegna mi mancava “l’arrapato dell’area di rigore”: grazie Matteini per averlo inventato.

04 maggio 2005

In principio fu il giro di campo: breve storia delle esultanze particolari dei calciatori

Il gesto del taglio della gola da parte del leccese Mirko Vucinic, pittoresca esultanza dopo la seconda pappina inferta alla Lazio, ha sollevato numerose polemiche tra quelli che non ne hanno compreso il senso sottinteso: era semplicemente il gesto che annuncia la mossa finale di due dei più prestigiosi lottatori di wrestling, il “becchino” Undertaker e il “tagliagole” Chris Benoit.
Ma la fantasia dei calciatori non ha mai conosciuto confini e così possiamo individuare svariati esempi di entusiasmi sopra le righe: la più antica è quella del centravanti del Catanzaro Angelo Mammì, che fiero del gol appioppato alla Juventus, fece un intero giro di campo; poi il samba dell’avellinese Juary, la mitraglia del “Re Leone” Gabriel Omar Batistuta (cantata in una “celebre” canzone da stadio nel periodo passato dall’argentino nella Roma: «…quanno segnerà sotto la curva ce fa la mitraglia» - sulle note di “Tanto pe’ canta’”), la maglia in testa di “Penna Bianca” Ravanelli (quando l’ho incontrato per ben due volte in quel di Cerredolo, paese della sua signora, disperso sull’Appennino Tosco-Emiliano, qualcuno mi ha chiesto: “Ma anche ai bambini fa mettere la maglietta in testa in segno di vittoria?”), il “bruco” di moda al Bari ai tempi di Tovalieri e Protti: un millepiedi che spesso veniva confuso con il trenino, il gesto della culla del brasiliano Bebeto per celebrare la nascita della figlia (gesto ripreso da molti suoi colleghi nel tempo); fino ad arrivare ai più attuali: le capriole di Martins (riconosciute di alto valore tecnico dal ginnasta Igor Cassina), le “sviolinate” di Gilardino, i voli dell’“Air Force Nine” Vincenzo Montella (tornato a solcare i cieli dell’Olimpico proprio quest’anno, dopo un periodo “capelliano” di magra, lo stesso giocatore aveva dichiarato di esser tornato al gol perché con Capello aveva riposato tanto, ma che non sono serviti a molto), le mani alle orecchie di Toni e di “Supermarco” Delvecchio.
Alcune però sono andate oltre i limiti della decenza e del buon gusto: l’argentino Martin Palermo ha simulato un atto sessuale con un compagno e si è visto sventolare sotto il naso il cartellino rosso e Maradona e Caniggia amavano baciarsi sulla bocca come festeggiamento dei gol con la maglia del Boca Juniors.
Infine la più polemica: il camerunense Eto’o si è messo a saltare e dimenarsi come uno scimmione per protestare contro i fischi, gli insulti, gli ululati razzisti e le noccioline che gli avevano tirato in campo.

Fonte: www.repubblica.it