05 novembre 2005

Niente vetta per il Monza dei pareggi


La partita
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La partita ha ripagato l’attesa e la diretta su RaiSatSport perché è stata bella e combattuta su entrambi i fronti, ma alla fine, per noi biancorossi, rimane l’amaro in bocca: delusione per un pareggio (1-1, gol di Varricchio e di Barjie) che ha avuto sia il sapore della sconfitta (dal 54’, quando lo Spezia si è portato in vantaggio grazie ad un gol che a descriverlo non ci riesco perché mi è sembrato tanto una beffa) sia quello della vittoria (dall’81’, quando galvanizzati per il pareggio, spingevamo la squadra a non mollare perché la vittoria non era più un sogno impossibile).
Due annotazioni: non se ne può più di tutti quei tifosi che urlano dalla curva, come degli indemoniati, contro le decisioni dell’allenatore: ma se siete tanto bravi perché non hanno preso voi alla guida del Monza? All’inizio della partita si è osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Ferruccio Valcareggi: peccato che, per 30 secondi abbondanti, le due tifoserie ultrà non se ne siano accorte e abbiano continuato a cantare i loro cori a squarciagola e, per i rimanenti 30 secondi, abbiano fatto partire un applauso che mi sembrava alquanto ipocrita.

La coreografia dei tifosi dello Spezia


La coreografia preparata dai tifosi biancorossi


Che gente frequenta lo stadio?

In una serata dalla temperatura gradevole, rovinata solo da una pioggerellina insistente, ecco come apparivano i tifosi della curva: per gentile concessione della stessa tifosa ripresa.

P.s.: hai visto Dany che ho il coraggio di pubblicarla.

Grazie Pisanu

Vogliono far tornare la gente allo stadio, convincendola che i decreti appena entrati in vigore aumentino la sicurezza dei tifosi: per ora vedo solo un aumento delle difficoltà.

Con la scusa dei biglietti nominativi, non si possono più vendere i biglietti alle biglietterie dello stadio, ma bisogna premunirsi del tagliando in settimana: per una squadra di Serie A posso anche capirlo, ma una squadra come il Monza, che milita in C1 e che non riesce già di suo a riempire lo stadio per la pigrizia e l’indifferenza dei brianzoli, è solo un modo in più per aumentare questa pigrizia e quest’indifferenza: se io decido la domenica mattina di andare allo stadio, non posso perché non ho più possibilità di comprare il biglietto, se, invece, l’ho comprato in settimana, prevedendo un fine settimana di relax sportivo e mi succede un imprevisto, nessuno mi ripaga.

Con la scusa della sicurezza dei tifosi, si cercano di evitare i contatti tra le tifoserie avversarie: cosa buona e giusta, se non fosse che, nel nostro caso, ci precludono la possibilità di parcheggiare nelle vicinanze dello stadio (come abbiamo sempre fatto, senza aver corso mai nessun pericolo): ieri sera c’era una coda pazzesca perché non si era a conoscenza di questa novità e molti sono entrati in ritardo per le difficoltà nel trovare parcheggio. Alla fine risulterà più comodo e più rapido andare in bicicletta.

P.s.: ho spedito l'articolo al blog del QN: trovate il link nell'apposita sezione.

03 novembre 2005

Curva Davide Pieri

Domani sera alle 20.45 tutti al Brianteo a tifare Monza e a cantare a squarciagola il nostro inno:

“Io sognavo una trasferta sana

ma non sono della fossa lariana

perché sono degli Eagles Monza

ogni trasferta per me è una sbronza

che sia birra oppure vino

ho a che fare con il celerino

che sia gioia o sia disdetta

finisco sempre sulla camionetta

forza monza alè alè

forza monza alè alè

oh oh oh oh”.

E dopo la partita pubblicherò la cronaca e le foto dell’incontro. Vi aspetto (allo stadio e sul blog).

02 novembre 2005

Moda & Sport: il nuovo connubio del QS

Il QS ha un nuovo collaboratore, tale Victor Chambers, personal stylist inglese, cui è affidato l’arduo compito di giudicare il look dei personaggi dello sport per scegliere il più trendy (anche con l’aiuto dei lettori, cui viene fatto un appello: “Se c’è qualche personaggio sportivo che vi colpisce per il suo stile, segnalatecelo e il nostro esperto lo giudicherà”).

Non entro nel merito delle capacità del suddetto personal stylist e neanche della scelta del titolo, ormai logoro ed abusato a meno che non lo usi Celentano: “Capello è rock, Gattuso è lento”, ma che ora un quotidiano sportivo ci debba dare pure indicazioni di look trendy è alquanto preoccupante: primo motivo, perché ognuno si veste come gli pare, si chiami Mario Rossi o Gennaro Gattuso e non deve assolutamente essere giudicato da nessuno (ehm, ehm, lasciate perdere certi miei articoli…, N.d.R.]; secondo motivo, perché ad un lettore di sport non interessa per niente se uno si veste male o bene, ma quali sono le sue prestazioni sul campo; terzo motivo, perché se un lettore vuole consigli di moda, acquista giornali specializzati in quel campo.

Ma ora leggetevi uno stralcio dell’articolo (così capirete i miei strali):

1.      A Gattuso (voto 4) viene consigliato di starsene a casa, se non cambia stile e non si compra un rasoio [una domanda ai milanisti: voi siete d’accordo a non vederlo più in campo perché è troppo brutto?, N.d.R.].

2.      Alla Schiavone (voto 5) viene detto che prima di essere tennista, dovrebbe essere sex symbol, come la Kournikova e la Sharapova [no comment, altrimenti divento cattiva, N.d.R.].

3.      La golfista hawaiana Michelle Wie (voto 7 ½) viene giudicata troppo conservatrice, ma dato che ha 16 anni, è giusto che sperimenti [secondo me a lei interessa di più essere considerata la ragazzina prodigio del golf mondiale, N.d.R.].

4.      All’Infame Traditore (voto 8 ½) viene detto che può congratularsi con sé stesso anche perché è uno degli allenatori più alla moda del momento [non sia mai che io lo difenda, ma penso che, anche a lui, interessi di più passare alla storia per le sue vittorie sul campo che per i suoi abiti firmati e i suoi occhiali, N.d.R.].

Depressi per la squadra del cuore? Chiedete il danno biologico

Chissà se il caso del Genoa farà scuola nelle aule di tribunale. No, qui non si parla di promozioni e retrocessioni a tavolino o di calcio scommesse, ma di tifosi, vittime di una nuova malattia: lo “stress da calcio passivo”, che, tramite il Codacons, stanno cercando di portare la FIGC in tribunale.

I tifosi del Genoa, infatti, ritengono che la loro vita psico-emozionale sia stata fortemente danneggiata dalle disavventure estive della loro squadra del cuore e ora chiedono un risarcimento per danno biologico, che lenisca i dolori subiti.

E se, per caso, l’istanza capiterà sulla scrivania di un giudice blucerchiato? La presidentessa del Codacons ligure non ha dubbi: “i giudici italiani sono responsabili delle proprie azione e abbiamo alte possibilità di ottenere giustizia”.

Anche gli interisti dovrebbero farci un pensierino, però sul banco degli imputati non dovrebbero di certo portarci la FIGC…

 

P.s.: grazie a tutti perché oggi abbiamo superato i 1000 contatti!

01 novembre 2005

Identità virtuali: chi si nasconde dietro allo schermo?

Ecco la seconda parte della mia “analisi” sul blog http://www.giovanitentazioni.it/. Come preannunciato, vorrei sottolineare come i nostri “ipotetici interlocutori di cui non conosciamo nulla se non quello che decidono di condividere con noi” (parole di Ilaria, le uniche, o quasi, che condivido) possono aver raccontato solo balle, sicuri del fatto che tanto non possiamo controllare.

Ci sono moltissimi studi sulle identità virtuali e sugli effetti che queste identità hanno sulla comunicazione: i primi sottolineavano come ci fosse una equalizzazione sociale e la formattazione della nostra identità, quindi come noi fossimo in grado, grazie allo schermo che ci nascondeva, di cancellare e riscrivere la nostra identità. Il problema è che questi studi non sono stati fatti nel mio ambiente di studio (il blog), ma sulle e-mail aziendali e sui MUD (i giochi di ruolo on-line) e sono stati aspramente criticati, perché non esenti da portati utopici (non mi dilungo a spiegarvi il perché). Io, però, credo che all’interno di un blog sia possibile cancellare e riscrivere la nostra identità, anche se, come nei MUD, nel momento in cui ricostruiamo nuove identità, partiamo sempre da zero e perdiamo tutta la credibilità e il prestigio legati al precedente nick, ma con ogni nick possiamo costruire una storia, vera o falsa che sia nella realtà e attrarre la massa verso quella storia (io l’ho fatto nel blog http://www.giovanitentazioni.it/ e nessuno lo sa che ho svariate identità, le quali fanno riferimento sempre e solo a me e al mio cervello pensante).

Gli studi seguenti, quelli del “postmodernismo radicale”, affermavano che il contesto culturale della rete è proprio quello di giocare con la propria identità, in quanto essa non è più legata ad un referente esterno (il corpo, che in rete viene cancellato): niente risulta così controllabile e quindi niente è falsificabile, tutti i segni che compongono la mia identità reale vengono manipolati e non esiste più il concetto di vero/falso e, come diceva Ilaria, non resta che prendere il proprio interlocutore come lui si propone, accettando questa sua proposta (vero anche che posso non accettarla e, se all’interno del gruppo virtuale mi viene riconosciuta una qualche forma di autorità, posso rifiutarla e riscriverla, assegnandone una in maniera coatta).

Qualcuno, infine, può criticarmi, aggrappandosi agli approcci sociolinguistici, i quali evidenziano che il nostro modo di scrivere sia carico di indizi riguardo alla nostra identità sessuale: tratti della nostra scrittura inconsci, su cui non si esercita riflessività e che sfuggono al controllo, diventando segni affidabili, ma io non vado a sindacare sull’identità di gender (se una donna si spaccia per uomo o se un uomo si spaccia per donna: cose che comunque avvengono), volevo solo sottolineare che si possono inventare storie che nessuno verrà mai a sapere se sono vere o no, storie credibili a cui la gente abboccherà facilmente, soprattutto se toccano le corde giuste (quelle della fatidica curiosità morbosa su cui Catone è stato criticato).

P.s.: se non ci avete capito niente, non fatevene un problema: a me è servito un anno accademico intero per arrivarne a capo.

Si scoprono gli altarini

Sapete perché il QS era un giornale così ignobile (o quasi)? Perché l’orario di chiusura era alle ore 18.

Oggi l’amico Jacobelli ha rivelato che finalmente glielo hanno posticipato alle ore 23 e così il giornale potrà trasformarsi e dare notizie più fresche, commentare le partite, ecc...

Insomma diventerà come tutti gli altri, alla faccia degli sport minori.

30 ottobre 2005

Un grande ritorno

Al 25’ del secondo tempo, Spalletti ha cambiato Dacourt. Al suo posto è entrato Damiano Tommasi: un Tommasi rinato dopo un bruttissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per molto tempo e dopo la firma di un contratto che farebbe ridere chiunque, dato il guadagno al minimo sindacale.

Pochi minuti dopo è uscito anche Montella, capitano giallorosso a causa dell’assenza di Totti (ma “Er Pupino” è nato o no? Mi sembra che il termine sia abbondantemente sorpassato) e la fascia è arrivata tra le mani di Panucci, che ha preso la più saggia delle decisioni: l’ha ceduta a Damiano.

Vai Damiano sei e sarai sempre uno dei più grandi giallorossi, uno dei pochi che merita di indossare quella maglia e anche quella fascia.

 

P.s.: un ringraziamento doveroso a Mexes, spesso strapazzato dalla critica, che è entrato dopo l’espulsione (eccessiva!) di Chivu e ha segnato, regalandoci la vittoria.

La modestia non regna nella casa del Traditore

Il Milan non si è fatto sopraffare dalla “sindrome di Istanbul”, anzi si è portato a casa un 3-1 che lo incorona come primo affossatore della Juve dei record. Una Juve che si ferma sulla soglia delle nove vittorie consecutive, senza riuscire a fare cifra tonda.

Ma lui non ci sta, l’Infame Traditore è pronto subito a sferrare il contrattacco (solo dialettico, visto che sul campo non ne è stato capace): “Questa sera mi sono accorto di avere una squadra fortissima [ma hai perso, N.d.R.]. L’ho detto ai miei ragazzi, il 3-1 è troppo pesante, non meritavamo di subire un punteggio così [è che, come sempre,  non sei capace di perdere, N.d.R.]. Il Milan ha fatto senz’altro bene [se no non ti infilava tre pappine, N.d.R.], ma fino alla rete di Seedorf non è esistito [mi sembra che anche la tua Juve non sia esistita, avreste giocato diversamente, magari pure segnato, se l’avversario fosse stato veramente inesistente, N.d.R.]. Solo che è stato fortunato: ha fatto un tiro che è diventato gol per una deviazione, un’altra rete l’ha segnata su punizione…[ti ruga, eh?, N.d.R.]. La differenza è stata tutta qui: i loro tiri sono entrati in porta e i nostri no [e il pallone è rotondo, ai punti avremmo vinto noi e rigore è quando arbitro fischia: solite banalità da sconfitto, N.d.R.]. Ma la Juventus ha confermato la sua grande personalità [avrà visto un’altra partita?, N.d.R.]. Il Milan ha vinto facendo quattro tiri nello specchio [ancora?, N.d.R.], il nostro portiere non ha dovuto fare parate particolari a parte due punizioni [forse perché non ne è neanche in grado, visto l’errore clamoroso sulla punizione di Pirlo, N.d.R.], oppure ho visto un’altra partita? [hai mai pensato di cambiare gli occhiali?, N.d.R.]. Insomma ripeto che sono molto contento”.

Mi sembra abbia più stile il presidente Berlusconi, quando afferma che, comunque, la Juve resta sempre la favorita per lo scudetto, anche se sono convinta che, se avesse perso, non avrebbe mai rivelato l’aneddoto della telefonata con Ancelotti, durante la quale si erano improvvisati veggenti: “Vinceremo 3-0”, aveva profetizzato Ancelotti, “No, 3-1! Lasciamogli il gol della bandiera”, aveva umilmente concesso il Berlusca.

Cattiverie

Grazie Dany!

29 ottobre 2005

Scontri e analisi

Oggi non parlerò di calcio (la Serie C1 fa la sosta), ma di un’esperienza che sto portando avanti sul blog http://www.giovanitentazioni.it/. Avrete notato che ho aggiunto un link agli articoli che io ho pubblicato su quel blog: Il nostro? Un popolo di pettegoli, se ci cliccate, noterete che la mia nemesi, ¤Catone¤, ha avuto uno scontro dialettico amichevole con tale Ilaria (con inserzioni del mio caro Bepi). L’errore di fondo è che io parlavo in generale e lei, invece, del suo caso particolare, ma non è un problema.

Ora voglio dimostrare che avevo ragione io, e non ci vuole molto a dimostrare che gli articoli più seguiti sono quelli che parlano della vita privata (con seguiti, intendo sempre, in modo dozzinale, con più commenti, quindi che hanno coinvolto un maggior numero di persone), basta dare un’occhiata sommaria ai vari articoli: quando parli di problemi seri della società, nessuno o quasi ti caca, quando parli di problemi sentimentali, tutti leggono e ti portano il loro contributo.

Ma voglio anche aggiungere un ulteriore fattore di analisi (e Tosoni mi ringrazierà): “identità virtuali, chi si nasconde dietro lo schermo?”, e con questo evidenziare come, non conoscendo niente di colui/colei che pubblica articoli, questi ultimi potrebbero essere tranquillamente frutto di fantasia (o comunque alquanto romanzati) e far cadere tutti nell’errore di bersi tutto come vero, senza un minimo di critica.

27 ottobre 2005

"Caro Mancini, quando lei è arrabbiato è anche molto tenero"

Così parlò Ilaria D’Amico, ieri sera durante la diretta di Sky, dopo lo sfogo di Roberto Mancini, allenatore dell’Inter, scornato per le tre pere subite: “Non si possono concedere degli spazi simili a giocatori come quelli che ha la Roma [quindi ammetti che, almeno durante il primo tempo, avete fatto ridere? N.d.R.]. Noi eravamo messi malissimo in campo, sbilanciati in tutti i settori, troppo larghi sugli esterni e abbiamo commesso degli errori incredibili [ma no, ci avete solo fatto divertire, permettendoci dei fantastici contropiedi e un cucchiaio da favola, N.d.R.]. Nella ripresa abbiamo fatto meglio, abbiamo spinto di più, ma non si possono fare quelle cose del primo tempo [sei tu l’allenatore, N.d.R.].”

Incalzato poi su di un paragone tra le tre sconfitte di quest’anno e la pareggite dell’anno scorso, Mancini ha detto: “Queste tre sconfitte pesano come i tanti pareggi della passata stagione, ma non abbiamo compromesso nulla [convinto tu, N.d.R.]. Avevo detto che per vincere lo scudetto bisognava girare all’andata con un tot di punti e, matematicamente, ci siamo dentro ancora [e non si sente neanche un brivido a -9? N.d.R.]. Essere a -9 dalla Juve non è una bella cosa, ma loro stanno andando fortissimo [ma va? N.d.R.]. Dobbiamo cercare di reagire e di prendere quello che di positivo comunque c’è stato, come la doppietta di Adriano, e da lì ricostruire [ogni anno la stessa storia. Comunque al primo gol di Adriano è venuto giù lo stadio e con lui pure Caressa: sembrava che stessero vincendo loro, N.d.R.]. E’ innegabile che abbiamo qualche problema, perché non si può sbagliare in quel modo [finalmente autocritica, N.d.R.].”

E ora l’uscita che ha permesso la chicca della D’Amico: “Non dico che sono arrabbiato, è una parola grossa, ma sono molto, molto amareggiato. Domani mi passa, ma in questo momento ho le idee un po’ appannate e non sono in grado di fare un’analisi lucida. Dico solo che è stata una partita stranissima.”

Un’ultima perla ce la regala Massimo Mauro, quando esce con un: “Non volevo dirlo, ma lo dico lo stesso: altro che centrocampista, all’Inter serve un portiere! Roberto, ma hai visto come era piazzato Julio Cesar sul primo gol?” [Peccato che cinque minuti prima avesse detto che la colpa del primo gol era della difesa, N.d.R.].

26 ottobre 2005

Una famiglia nel pallone: gli Antonelli

Vi ricordate uno dei miei primi post, dove parlavo del derby mancato nella famiglia Antonelli?

Ora una cosa del genere non è più possibile: il padre, Roberto “Dustin” Antonelli, continua la sua carriera di allenatore della Caratese in Serie D, collezionando sconfitte e il figlio Andrea, classe 1983, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, dato che non risponde più neanche ai messaggini di buon compleanno) essere ancora l’attaccante di punta della Pro Lissone, che, però, quest’anno milita nel campionato di Eccellenza, data l’amara retrocessione dell’anno scorso.

Ma ora spunta agli onori della cronaca un terzo Antonelli, Luca, il secondo figlio, classe 1987, esterno mancino della Primavera del Milan, allenata da Franco Baresi: è stato convocato in prima squadra ed oggi si trova ad Empoli per il turno infrasettimanale di campionato. Sicuramente non lo troveremo in panchina stasera, ma per lui è già un sogno poter allenarsi con i big del calcio che conta: cosa che non ha mai fatto suo fratello.

25 ottobre 2005

Che bello che è diventato il calcio!

Pensate: noi ci impegniamo tutta la settimana nel nostro lavoro per arrivare alla fine del mese e meritarci l’agognato stipendio e magari concederci il lusso (dati i prezzi dei biglietti!) della partita domenicale.

I calciatori si impegnano (!) tutta la settimana per arrivare pronti alla partita domenicale, ma…il loro impegno potrebbe essere vanificato perché quattro scemi hanno deciso di ritoccare la partita in modo da vincere le scommesse

E non basta, perché quando salta fuori anche solo un minimo sentore di inciuci strani e combine, si insabbia tutto e si fa finta di niente o magari si trova un capro espiatorio, che venga immolato sull’altare dell’apparenza per far credere, appunto, che ci si è messi d’impegno e si è stanato i colpevoli.

E voi avete ancora voglia di andarci allo stadio? Avete ancora fiducia che lo spettacolo a cui state assistendo non sia frutto della recita di un copione già scritto?

 

P.s.: una cosa, lo ammetto, mi spiazza: in un’intercettazione telefonica si assicura il pareggio tra Messina e Livorno, con gol di Zampagna e Lucarelli e il tutto accade realmente: com’è possibile recitare così bene? Com’è possibile che dovevano segnare loro e hanno segnato effettivamente loro senza che nessuno abbia capito nulla dagli atteggiamenti sul campo?

 

Samuel non esulterà

Il giocatore dell’Inter, Walter Adrian Samuel, detto The Wall (ma lo è ancora?), ha promesso che, se domani segnerà contro la Roma, non esulterà per rispetto dei bei tempi passati in quella squadra che gli è rimasta nel cuore (quattro anni, coronati da uno scudetto e da una supercoppa italiana).

Anche nel mio cuore ci sei rimasto, caro Walter, ma proprio non ho mai capito questa storia del non esultare per rispetto: hai cambiato maglia? Sei dell’Inter? E allora che ti frega di non esultare se ci fai gol? Anche i tuoi nuovi tifosi meritano rispetto. Ho capito che quei quattro anni in giallorosso non si cancellano facilmente, ma ora hai iniziato una nuova vita e quindi porta rispetto a questa nuova vita e non alla vecchia, che tanto non è mica più quella che hai lasciato. E se proprio non vuoi esultare, non fare neanche gol così si risolve il problema.

E come te, tutti quelli che cambiano maglia e poi fanno miliardi di professioni di umiltà e amore eterno per i vecchi compagni: allora perché non ci siete rimasti se ci stavate tanto bene? Ah, il profumo dei soldi e della gloria...

24 ottobre 2005

Per fortuna che c'è la sosta

Ieri ProPatria-Monza è terminata a reti inviolate, ma è stata un’altra partita soporifera come la precedente.

La prossima settimana il campionato di Serie C1 si fermerà per la prima sosta: meno male sia perché ci permetterà di ricaricarci a livello fisico, ma soprattutto psicologico, sia perché la prossima sarà la “partita della verità” e del primato in classifica: Monza-Spezia.

La Rai, data l’importanza della posta in palio, ha deciso di seguirla e la partita è stata spostata la sera del 4 novembre per permettere la diretta su RaiSatSport: onoriamo degnamente la fiducia riposta in noi (e speriamo nel tempo clemente per noi poveri tifosi).

22 ottobre 2005

Al mio Capitano

Vedi di far gol per davvero ed evita inutili proclami che servono solo ad aumentare gli sfottò in caso (sicuro) di sconfitta. E poi ‘sta storia della curva: pensaci bene perché scalmanati come sono (sia di qua che di là), non so se sia una grande idea. Pensa che le acque non sono poi tanto buone come un tempo e non è che possiamo permetterci di prendere spudoratamente in giro la gente, altrimenti sai quante ce ne tirano?!

21 ottobre 2005

Una chicca per i miei lettori


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Pubblico la foto degli studi di Brugherio, da dove Adriano Celentano trasmette il suo RockPolitik. Sono sempre stati deserti, da quando c’è lui, su quella strada si fa una fatica a passare…

Noi, schiavi dell’audience

In televisione l’Auditel la fa da padrone, un punto in più o un punto in meno di share crea infiniti problemi ad infinite persone, e purtroppo in questa logica ci siamo dentro un po’ tutti, in quanto tutti spettatori.
Nella stampa è l’Audipress a dettar legge, analizzando le tirature dei giornali e da quelle la vendita degli spazi pubblicitari: anche qui ci siamo dentro tutti, perché tutti (chi più, chi meno) siamo lettori.
Ora anche in Internet si gioca una partita bollente, infatti anche qui si rilevano i contatti, con metodi più o meno raffinati, qualitativi o quantitativi, che decretano la popolarità o meno di un sito e anche qui dipende dai noi navigatori.
E’ una schiavitù per chi produce, è una schiavitù per chi fruisce.
Da quando ho aperto questo blog, da fruitore sono diventata anche produttore e sono passata dalla schiavitù di chi fruisce e si vede analizzata ogni sua mossa a scopi di marketing, alla schiavitù di chi produce e spera di essere seguito, di diventare conosciuto, di farsi un nome, di incrementare le sue potenzialità e così anche io ho aggiunto al blog il counter di ShinyStat per essere sempre aggiornata sui miei contatti e, come i grandi nomi della tv, ogni mattina, fibrillano nel leggere i dati della giornata precedente, anche io ogni giorno mi collego anche per scoprire se ho acquistato un utente in più, invidiando chi ha il counter più corposo del mio.

P.s.: ho lasciato questo post (modificato) sul blog del QN: chissà che questa volta non mi pubblichino e acquisti qualche nuovo lettore.
P.p.s.: l'hanno pubblicato: trovate il link nella sezione "I miei post sul blog del QN".

20 ottobre 2005

La dote della tempestività

Su un quotidiano è essenziale essere tempestivi nel dare la notizia, altrimenti si perde credito nei confronti dei propri lettori: ci sono casi in cui si arriva ad avere un giornale già bell’e confezionato, perché l’orario di chiusura si avvicina, e bisogna stravolgere tutto in pochi minuti; ci sono casi in cui non ci si riesce e si lascia un buco pauroso, facendosi superare dalla concorrenza.  

Oggi sul QS è apparso un articolo sulla scenata di Cipollini di sabato scorso a “Ballando con le Stelle”. Tra oggi, che è giovedì, e sabato sono passati ben cinque giorni, le acque si sono calmate e la notizia è trita e ritrita: che bisogno c’era di tirarla fuori e farci un servizio di una pagina intera, senza, tra l’altro, aggiungere nulla a ciò che già era stato detto? Il servizio non è, infatti, di commento, ma riporta ciò che tutti sappiamo: la cronistoria delle frasi incriminate, pronunciate dal Re Leone durante la trasmissione.

Ma non chiediamo troppo al QS: quando mai è stato tempestivo, che ieri si sono giocate due partite di Champions League e non ha speso una parola al riguardo. Sarà anche la sua politica, ma io ancora non l’ho capita.

19 ottobre 2005

Il mio amico Bayern

Ieri sera il mio amico Bayern Muenchen mi ha fatto un regalo: ha battuto i gobbi in una bella partita di Champions League. Avessero perso in campionato non avrei goduto così, ma in Champions, dove puntano molto (soprattutto l’Infame Traditore), è un godimento supremo.

Ormai pensavano di essere invincibili solo perché ne avevano vinte nove consecutive tra campionato e Coppa, ma ora spero si affloscino come un sacco vuoto. Sì, perché qualche ripercussione psicologica ce la dovranno pure avere, ora che sono ritornati sulla terra e hanno capito che, se il Milan gli ha rifilato Abbiati non è perché al Milan hanno buon cuore e volevano farsi perdonare la spalla distrutta a Buffon, ma è perché Abbiati è una “sola” e non vedevano l’ora che entrasse in azione: detto fatto, ieri sera ha fatto una bella papera, un “clamoroso errore fatale” e i gobbi hanno finalmente perso.

Da notare che anche gli altri giocatori non sono stati meglio di lui, se i voti dei giornali spaziano tra il 4,5 e il 6: ahahahah!

Ride bene chi ride ultimo e io, quest’anno, non ho niente da ridere se guardo al campionato di Serie A, ma io sono un’ultrà del campionato di Serie C1, quindi posso permetterlo.

P.s.: avrei voluto pubblicare la foto dell’OlympiaStadion di Monaco, che ho avuto l’onore di visitare nel lontano 2001 (quando ancora Paulo Sergio militava nelle file del Bayern e io avrei voluto comprarmi la maglietta), ma mi sono accorta di non averla più: Marie-Eve, je pense que c’est ta faute, je pense que je ne l’ai plus car je te l’ai envoyée (ce n’est pas un problème, je plaisante).

18 ottobre 2005

Una brava ragazza

Sul blog del QN (e oggi sul giornale), c’è l’articolo di una ragazza che ama ciò che amo anche io spassionatamente e in questo mio blog lo si vede bene: il calcio. Le ho lasciato un commento che potete leggere, non appena lo inseriranno, se cliccate qui.

 

16 ottobre 2005

Piccoli ultrà crescono

Davanti a me c’erano tre piccoli tifosi che hanno allestito una zona tutta loro con striscioni, sciarpe, stelle filanti e coriandoli, cantando e divertendosi (per quanto in questa partita c’era poco da divertirsi), anche se qualche volta, anche loro, tiravano qualche “piccola” imprecazione come i veri ultrà.

Ronf ronf


Il prepartita
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Avete presente quando mangiate un po’ troppa cassöla, vi rimane sullo stomaco e iniziate ad abbioccarvi? Ecco, questa è la metafora perfetta per la partita odierna del Monza contro il Novara di Antonio Cabrini, finita 0-0: non vedevo l’ora che finisse sia perché il Monza non ha giocato per niente bene e quindi non riuscivo neanche a sperare che segnasse, sia perché metti caso che gli scattava lo schiribizzo al Novara e riusciva a segnare?
Con un Espinal inesistente e un Bertolini che non vedevam l’ora che venisse sostituito (alla fine Sonzogni si è deciso ed è entrato Scazzola), il Monza mi ha fatto sinceramente addormentare.
Questo non significa assolutamente che i sogni di gloria si sian ridimensionati, anzi si continua a sognare e a sperare (dopotutto con una prestazione del genere, l’anno scorso avremmo perso), anche se dobbiamo renderci conto che sarà dura: gli altri non ci regaleranno mai niente.

15 ottobre 2005

Finalmente

A giugno ho pubblicato un post sul matrimonio di Totti, in cui mi chiedevo perché le sposine vip (e pseudovip) si presentino in chiesa poco vestite, ora qualcuno ha avuto la mia stessa idea, ma invece che pubblicarla nel vuoto del mio blog, ha scritto a “Famiglia Cristiana” e don Antonio Sciortino ha risposto:

Come fanno i sacerdoti ad accettare all’altare gli sposi (spose, soprattutto) conciati così? Ipotesi benevola: neppure le vedono, quelle sposine. Hanno, infatti, gli occhi rivolti al cielo, mentre pregano, con molta apprensione, per la buona riuscita di quei matrimoni che partono con la grancassa dei media puntati addosso, e sembrano finire la loro traiettoria come le stelle filanti, in un batter d’occhio. Ipotesi maligna: le vedono, quelle spose; ma sono anche loro prigionieri di quel teatro delle vanità che spara i matrimoni dei vip [e degli pseudovip, N.d.R] in prima pagina. Nell’uno come nell’altro caso, sono spettacoli che spiacciono alle persone sinceramente religiose, che danno un altro significato ai matrimoni celebrati in chiesa. Spiacciono anche alle persone di buon gusto”.

Ci voleva un prete per dire ciò che anche io pensavo.

Non so se essere d'accordo

Ho letto che a Bologna c’è una squadra di basket di Serie A1, la Virtus, il cui patron, Claudio Sabatini, ha chiamato a raccolta gli under 16 e ha fatto loro una promessa: se si fossero impegnati a scuola al punto da avere ottimi risultati, avrebbero potuto provare il brivido della panchina in prima squadra. Detto fatto: domenica scorsa, in panchina al Forum di Assago, c’era anche Matteo Negri, studente modello di 14 anni e questa settimana toccherà a Enrico Sarti.

Don Mazzi si augura che una tale strategia pedagogica sia applicata anche da altri padroni del basket; all’inizio mi sembrava una buona idea, ma poi ho ripescato dal fondo della memoria le teorie psicologiche, studiate il primo anno di università, su “motivazione intrinseca ed estrinseca”: la prima consiste nello svolgere un’attività perché è gratificante per sé stessa, la seconda nel compiere un’azione per conseguire qualcosa d’altro (nel nostro caso: vado bene a scuola perché sarò premiato con la panchina in prima squadra). Il problema è che gli psicologi dicono che spesso, anche se non sempre, la motivazione intrinseca risulta essere più duratura ed efficace e non lo dicono così per così, ma perché lo hanno osservato sui bambini: nel fare i disegni, i bambini che non venivano premiati facevano molto più disegni rispetto a quelli a cui era stato esplicitamente anticipato che i loro disegni sarebbero stati premiati. Insomma i premi e le ricompense (cioè le motivazioni estrinseche) possono in determinate circostanze ridurre (anziché aumentare) l’originaria motivazione estrinseca, in quanto costituiscono uno spostamento dell’attenzione e dell’interesse da parte dei soggetti e possono diventare fuorvianti. Addirittura questo comportamento è stato osservato persino nel volontariato: le persone che erano pagate per aiutare gli altri, lo facevano meno volentieri rispetto a quelle che non ricevevano nessuna forma di ricompensa.

Ognuno di noi è diverso e queste teorie non sono sempre applicabili, ma mettono in discussione la pedagogia di fondo del gesto del patron della Virtus: spero quindi che gli under 16 continuino a studiare per la loro cultura e a prescindere da queste gratificazioni.

P.s.: ho spedito questo articolo anche al blog del QN. Lascerò il link quando (e se) me lo pubblicheranno.

14 ottobre 2005

Oh mamma! La Ventura ha battuto la Nazionale

E dai, diciamocelo che l’altra sera eravamo tutti un po’ bramosi di fare i portinai (con tutto il rispetto per la categoria): glielo diranno della Lecciso ad Albano oppure no? E se glielo dicono come la prenderà? Tutti ardevamo dal desiderio di farci i cavoli loro, tanto loro non si fanno scrupoli a metterceli su un piatto d’argento (anzi di platino). Insomma, chi più chi meno, abbiam fatto questo ragionamento: «La Nazionale è al sicuro, in Germania ci siamo [per come poi andrà ci vuole la palla di vetro…, N.d.R.] e quindi ma chissenefrega! E’ solo una partita. Di là (su RaiDue), c’è la “vita vera” della coppa mediatica più scoppiata d’Italia. [Un pezzo di televisione che rimarrà nelle Teche Rai, N.d.R.] Non posso perdermela!»

Se qualcuno non lo ha pensato me lo faccia sapere (anche se dai dati Auditel mi sarà difficile credergli).

P.s.: io l’altra sera ho tradito gli Azzurri, ma non per la Ventura…

P.p.s.: mi hanno consigliato di pubblicare che l'ho tradita per il filosofo Sciacca...ma che figure mi fai fare???

12 ottobre 2005

Grande Nonna!

La nonna senza saperlo, ma vedendomi fuori casa dalle 14 alle 18, ha chiesto alla mamma: "Cosa fa il Monza?" La mamma è caduta dalle nuvole, ma lei non sapeva che oggi c'era la coppa Italia (si vede, invece che la nonna ha captato qualche segnale indefinibile proveniente dal Brianteo...). Comunque la partita è finita male: abbiam perso 3-1, ma mi ha permesso di scoprire che il mitico Monza-News è diventato una testata giornalistica a tutti gli effetti.

Sport minori a chi? Vince la formula del QS

Ieri si è tenuto un convegno su “Sport e comunicazione” per sottolineare come la scelta fatta dal Quotidiano Sportivo sia una formula vincente, in un periodo in cui gli stadi si svuotano e la De Filippi batte la Nazionale azzurra (ma, detto tra di noi, le partite senza commento sono un po’ pallose, anche se io ho fedelmente seguito l’Italia e poi non mi sembra proprio un trionfo: gli spettatori in più di Maria erano pochini): e allora mi chiedo come mai negli ultimi giorni il QS abbia rivoluzionato i servizi al suo interno, riportando il calcio nelle prime pagine e trattando i tanto amati sport minori dalla metà del giornale in poi.

 

P.s.: e poi questa storia che Nesta si sia scassato il tendine a furia di PlayStation è veramente ridicola: anche i grandi (leggi: MilanLab) cannano!

11 ottobre 2005

Ahi ahi Aldo!

E pensare che mi sono innamorata della scherma grazie a quel nome: Aldo Montano. E come non “innamorarsene”? Brutto non è affatto, anzi…(oddio, c’è di meglio, sennò rischio il linciaggio), ma vedo che avevano ragione gli altri e non lui: “La popolarità (e Manuela) non mi hanno cambiato”. Sarà pure vero, ma ad Atene ci è arrivato che non era praticamente nessuno e ha vinto, facendomi godere un sacco, invece ora, ai Mondiali, con la popolarità e un futuro come quasi marito di Manuela Arcuri, è andato fuori nei quarti (si difende dicendo: “Battuto dal migliore!”).

Insomma, molto meglio mamma Valentina, che a quattro mesi dalla nascita di Pietro, ha fatto poker: e pensare che in molti la davano per pazza e un po’ megalomane, invece ha fatto vedere a tutti che ce la si può fare se non ci siede sugli allori (capito Aldo?).

09 ottobre 2005

Guardiamo il lato positivo

Teramo-Monza 1-1: era una partita difficile. Non siamo più primi (lo Spezia ci ha scavalcato, “rubandoci” il primo posto), abbiamo preso il terzo gol e per molto tempo ho paventato la sconfitta, ma…il pareggio è arrivato e con lui un urlo di liberazione. Per maggiori dettagli vi rimando a Monza-News o AcMonzaBrianza1912.

Auguri NONNA

Oggi la mia nonna Angiulina compie 90 anni!!! E così si è meritata una fetta di torta di mele (nonché i biscotti che le abbiam regalato io, Miky e Dany!)

P.s.: non dimentichiamo che è pure il compleanno della mamma: auguri anche a lei!!

08 ottobre 2005

¤FP¤ si dà alla filosofia

Oggi ho postato un articolo filosofico moraleggiante su un altro blog, non per tradire il mio (anzi...non sia mai!), ma perché non aveva molto senso pubblicarlo qui, appena me lo pubblicano lascio il link. Intanto aggiungo il link del blog nella sezione "Blog amici".

07 ottobre 2005

Senza parole

Volevo scrivere un articolo che sottolineasse la mancanza di rispetto di certi programmi tv che hanno ritrasmesso le immagini della morte in diretta di Franco Scoglio.

Pensavo di scrivere: “E se fosse stato un vostro parente, con che coraggio le avreste mandate in onda? Cercate solo di solleticare una curiosità morbosa”.

Ma non ci riesco, perché sono l’ultima persona che si merita di scrivere queste cose, sia perché sono stata la “prima spettatrice” di Matrix l’altra sera, sia perché sto preparando la tesi proprio sulla morte in diretta (nel mio caso si parla di quella di Giovanni Paolo II) e ho appena terminato un libro (A. Abruzzese, A. Cavicchia Scalamonti, La felicità eterna. La rappresentazione della morte in tv e nei media, Vqpt/Eri, Roma 1992) che, senza pelo sullo stomaco, ci dice quanto ci sguazzino i mass media nel mostrare immagini di morte: altro che dissequestro delle esperienze negative della vita, qui c’è solo la loro mediatizzazione e le pulsioni nel parteciparvi indirettamente.

Insomma per morire in santa pace dobbiamo solo sperare di non farlo in diretta.

 

E quale sarebbe lo stile meneghino?

Mi sono ritrovata un simpaticissimo commento al mio post su Poulsen che esalta lo “stile meneghino” e insulta il comportamento “de borgata” di Totti: sapete che vi dico? Che do ragione a quelli di “Corederoma”: averlo un Poulsen in squadra che fa venire i nervi agli avversari per tutta la partita con calcetti nei punti critici, in barba all’arbitro e alle telecamere: vedremo quanti comportamenti “de borgata” verrebbero fuori e quanti invece sapranno adottare il tanto bramato “stile meneghino”?

Sottolineando che entrambi i comportamenti (quello vigliacco di Poulsen e quello “de borgata” di Totti) sarebbero da evitare sempre.

06 ottobre 2005

GRAZIE ROBY

Stavo rischiando la crisi d'astinenza: quant'è brutto!!!

Monza-Cittadella 2-1


Senza nome
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Premessa: quando leggerete questo articolo avrò perso l’esclusiva e per una pseudo-“futura”-giornalista è veramente un dramma. Ma problemi tecnici del Pc mi hanno impedito l’accesso a Internet (altrimenti i miei due Roby mi menavano).

La caratteristica saliente della sesta giornata di Serie C1 è stata l’acqua incessante e copiosa che è caduta per 90 minuti: per fortuna che il nostro “Pres” è mitico e ci ha permesso di seguire la partita dalla tribuna coperta e non dalla curva dove ci saremmo infradiciati (e pensate che per andare dallo stadio all’auto ci siamo infradiciati comunque); da notare, però, un temerario biancorosso che ha seguito l’intera gara a torso nudo: forse aveva mangiato la cassöla con un bel fiaschetto di vino per riscaldarsi.
La partita ha visto il solito Monza (mancava, però, Morgan Egbedi, ma il sostituto non lo ha fatto rimpiangere), in strepitosa forma, giocare molto bene, anche se nel primo tempo non siamo riusciti a concretizzare nulla, ma nel secondo le reti di Tricarico e di Federici ci hanno permesso di rimanere in vetta con 14 punti (anche se in compagnia dello Spezia).
Unico neo il gol subito da Carteri a tempo ormai scaduto, che “ruga” soprattutto a livello statistico: ci siamo seduti perché ormai i 3 punti erano in cassaforte e ci hanno infilzato, così ora sono due i gol subiti in sei partite (media sempre ragguardevole).
L’altra volta parlavamo di sogni, ma questo non è un sogno, questa è pura realtà e se continuiamo a giocare così non ce ne sarà per nessuno.
Curiosità della partita è stata che Dany non ha portato accendini e che ha dovuto usufruire del bagno dello stadio per ben due volte: sapete, il freddo fa brutti scherzi, ma alla seconda volta mi ha ricordato molto sua nonna.

P.s.: il ritorno a casa è stato caratterizzato da un colpo tremendo: la sconfitta per 3-2 in casa della Roma: io accetto tutto, ma che mi devo beccare tre gol da tre senesi con addosso i batteri da ‘a Lazio è veramente troppo! E pure la nonna che mentre guardavamo insieme “Serie A” vede la grafica: “Roma 2 – Siena 3” e mi fa, in dialetto: «Ma la Ruma la pert?».

30 settembre 2005

"Pres" io sono con te

Oggi il “Pres” ha scritto una bellissima lettera ai tifosi biancorossi, che ho ricevuto perché iscritta alla newsletter del 1912 e che sottoscrivo pienamente:

“Cari sportivi di Monza e Brianza,

abbiamo da poco iniziato l'agguerrito e spettacolare campionato di C1 con tanto entusiasmo e dopo aver ben figurato nella prestigiosa Tim Cup.

La nostra squadra ci sta facendo ‘sognare a occhi aperti’ ma le prime due partite casalinghe non hanno visto la partecipazione di quel pubblico che i nostri ragazzi meriterebbero [io c’ero, n.d.r.].

Probabilmente meno spettatori di Monza li hanno solo il San Marino ma qui da noi, con una città di 115.000 abitanti, che con la futura Provincia supererà gli 800.000, non sarebbe chiedere troppo poter contare su almeno un migliaio di abbonati ed avere 2000/3000 persone sugli spalti del Brianteo [io l’ho fatto l’abbonamento e l’ho sempre detto che sarebbe bello un Brianteo più pieno, n.d.r.].

Quando io e la mia famiglia abbiamo deciso di venire a Monza eravamo consapevoli che c'era molto da lavorare e che parecchi brianzoli hanno calcisticamente il palato fine e vogliono vedere il cosiddetto ‘calcio che conta’.

Ebbene, noi abbiamo programmato di poter raggiungere la serie B in 5 anni e subito dopo una stagione abbiamo centrato la serie C1; per questo campionato abbiamo allestito una compagine che non ci faccia troppo soffrire sportivamente parlando ma basta poco per avere l'opportunità di lottare per la serie cadetta.

Per fare ciò occorre però che la squadra abbia il pieno sostegno dei tifosi che nei momenti decisivi devono diventare il ‘dodicesimo uomo in campo’; per poter dare il massimo i giocatori necessitano di essere spinti dal calore del pubblico, dai loro cori e dai loro incitamenti [“e forza monza-forza il calciomonza-ti seguiremo lungo il tuo cammino-e la questura non ci fa paura-noi resteremo sempre insieme a te, n.d.r.].

Io non mi demoralizzo davanti alle difficoltà e sono uno che ama più ‘fare che parlare’, preferisco che per me parlino i fatti, e mi auspico che il nostro bellissimo stadio, vanto della città di Monza, possa diventare un punto di incontro per tanta gente.

Sono certo che il calcio possa essere uno strumento di aggregazione sociale e culturale e mi aspetto di incontrarvi sempre più numerosi al Brianteo per tifare tutti insieme [a domenica contro il Cittadella: speriamo che non piova, n.d.r.]

FORZA MONZA BRIANZA!!!”

Poulsen? "E' l'antigioco, l'anticalcio, disonesto, sleale, brutta persona"

Parole dei giocatori del Milan: e poi ci si chiede perché Totti gli abbia sputato? Ok, non si deve fare, ma quanti non avrebbero reagito ad uno del genere, se pure Kaka, ora, viene fuori a dire: “Lo aspetto qui a Milano”? E pure Ringhio Gattuso non deve esserci andato giù per il sottile a fine partita: “Gli ho detto una frase che non posso ripetere…”. Solo che loro, da bravi milanisti, non hanno usato la loro saliva per difendersi, ma le parole (magari volgari, irriverenti e cattive) e quindi tutto va bene. Ma il mio Capitano, per fortuna, ora (anche se a posteriori) ha una difesa di tutto rispetto.

Insomma: ah Poulsen, te lo meritavi!

28 settembre 2005

L’ultimo esame

Lasciatemi gioire con voi: oggi anche il mio ultimo esame è stato depennato dalla lista. Perché ne parlo qui? Perché volevo raccontarvi l’odissea passata per riuscire a farlo diventare solo un ricordo. Alla quinta volta che ho provato lo scritto, l’ho passato con lo stratagemma più ruffiano (ma vero): «Prof, a dicembre mi devo laureare!» e il 18 mi è stato “regalato”.
Oggi finalmente l’orale (preparato minuziosamente per alzare quel 18 tirato tirato): arrivo alle 8.13 in aula G128 nella sede di Gemelli della Cattolica e mi metto in lista: sono la settima o almeno mi illudo di esserlo fino alle 9.30 circa, quando gli assistenti del prof (assente per tutto il giorno, magari era veramente a bersi quel famoso Mohito) decidono di interrogare in ordine alfabetico a partire dalla lettera E (il mio cognome inizia per D: che fortuna!). Risultato? Ho aspettato fino alle 16, quando il gentilissimo assistente mi ha interrogata ed è rimasto stupito di quel 18 nello scritto, visto che all’orale ho dimostrato molto di più.
L’importante è aver finito e laurearsi presto…poi oggi dal giornale in metro ho scoperto che Antonio Sala è stato esonerato dalla Ternana: ahahahah!!!

26 settembre 2005

29 luglio: una garanzia di successo

Premessa: parlo dei 29 luglio del 1900, non certo di quelli del 1800 (perché dovete sapere che c’è una persona, dal nome floreale, che si vanta di essere nata quel giorno perché nel 1883, quindi cent’anni prima di lei, vi nacque pure un certo Benito Mussolini…ma questa è un’altra storia).
Torniamo a noi: ieri Fernando Alonso si è laureato più giovane campione del mondo di Formula Uno e la sua data di nascita è proprio il 29 luglio, del 1981.
Tifo Ferrari da quando ho iniziato ad amare Schumacher (quindi in tempi recenti perché prima non potevo sopportarlo), ma sono contenta per Fernando perché ha dimostrato di essere un pilota veramente in gamba e perché lo preferisco di gran lunga a Raikkonen. La mia felicità per lui sarà forse merito anche del fatto che ha portato alla ribalta quel magico giorno? Ebbene sì! Vuol dire che il 29 luglio si è trasformato veramente in una garanzia di successo (l’unico cruccio continua ad essere la presenza di quella persona di cui sopra, ma posso sempre vantarmi di essere nata qualche ora prima di lei…).

25 settembre 2005

A chi mi aveva chiesto notizie di Robbiati

Anselmo "Spadino" Robbiati ha firmato un contratto con il Como. Sono felice per lui, ma non c'era un'altra squadra che lo voleva: proprio i comaschi???!! Comuque la notizia è rubata da Monza-News, che a sua volta l'ha anticipata dall'Esagono.

"Catone il Censore" ci insegna: «Occhio ai moralismi. Non lo giustifico. Lei però non è una suora»

Scattano le “azioni nelle sedi competenti contro qualsiasi iniziativa denigratoria da chiunque assunta in relazione al raggiro”. Di che raggiro si tratta? Ma di quello nato dal servizio mandato in onda alle “Iene” di giovedì scorso e che aveva come protagonista un “noto personaggio televisivo”, che si dichiara “vittima di un raggiro” e si autosospende. Io non lo nomino, perché finché il tribunale non si pronuncia, c’è la presunzione di innocenza per chiunque (anche se persino Gene Gnocchi a “Quelli che il calcio…” ci ha già dato dentro).

22 settembre 2005

Non si ride delle disgrazie altrui

Dipende però a chi capita la “disgrazia”: se per caso capita alla squadra che l’anno scorso ha causato la “disgrazia” della retrocessione del Bologna, si ride, si ride.

Insomma, lasciatemi godere il 4-1 della Magica contro il Parma, che se lo merita.

L’unico motivo per cui potrei dispiacermi, ma in una quantità infinitesimale, è per Marco Delvecchio, che, povero disperato, gioca proprio in quella squadra.

Se per caso, invece, la “disgrazia” capita alla squadra della “tua” città, ma quella della sponda sbagliata, si ride, si ride di nuovo.

Insomma, lasciatemi godere pure per la sconfitta della Lazio ad opera del Milan (così forse i giornalisti la smettono di dire che sono in crisi).

21 settembre 2005

Basta non farsi tanti problemi


miss
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Ieri mi ponevo qualche problema nello scrivere l’articolo su Miss Italia, dato che non vedevo un nesso causale con gli argomenti di solito trattati, ma oggi ho capito che era inutile. Perché? E’ sufficiente acquistare il QS per capirlo: la copertina di oggi è dedicata a Miss Italia senza tante remore morali. E poi fa niente se l’unico nesso con lo sport sia il fatto che lei si professa sportiva e fan di Del Piero. L’importante è parlarne.

20 settembre 2005

Finalmente il QS onora il suo nome

Oggi nell’ultima pagina del QS c’è un articolo (sufficientemente corposo per i miei gusti) sul Monza e le sue magiche imprese: lo sapevate che l’ultima partita persa dal Monza risale all’amichevole precampionato con il Panathinaikos di Alberto Malsani (squadra da Champions League)?? Non c’è che dire: siamo forti!!!!

Le ultime parole famose

Oggi mi permetto di accantonare l’argomento principale del mio blog per farmi quattro risate sulle affermazioni sentite ieri sera da alcune delle dieci finaliste di Miss Italia (volendo trovare un rapporto col mio blog, si potrebbe dire che è una gara all’ultimo sangue, peggio di un derby: le ragazze fanno grandi sorrisi, ma sotto sotto schiumano di rabbia se vengono eliminate, insomma come quando la Lazio prende gol al 90esimo e magari su autorete…).

Partiamo dalla 002, Edelfa Chiara Masciotta, Miss Italia 2005 (ma solo io penso che era più bella e femminile Anna Mustafò, la 060, arrivata seconda?): “D’estate noi ragazze amiamo vestirci scollate…o almeno io amo vestirmi così, anche perché fa caldo, però non voglio gli sguardi maliziosi degli uomini!”: ah bella nessuno t’ha mai detto il proverbio “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”? Se vai in giro scosciata, accetti implicitamente le regole del gioco, cioè gli sguardi degli uomini.

Passiamo a Vera Santagata, Miss Cinema, da molti indicata come una delle favorite (ma dove? Con quei capelli assomigliava alla mia prof d’inglese, che ci aveva confessato che ogni volta che andava dal parrucchiere, questi si metteva le mani nei capelli dalla disperazione…): “Spero di non aver fatto soffrire troppi uomini per me, ma mi sa di sì!”, la modestia è il suo punto forte, non c’è che dire.

Ed ora la chicca di Sara Crisci, anche lei tra le favorite (doveva essere una sfida tra lei e Pamela Camassa…), che nel ruolo di sfidante si gira verso le compagne e confessa disperata: “Veramente! Avevamo instaurato un bel rapporto! Mi dispiace!”, come se implicitamente sentisse di dover chiedere scusa alla sfidata perché l’avrebbe sbattuta fuori: è stata eliminata. Ahahahah!!

Terminiamo la rassegna con la superfavorita, la 065, Pamela Camassa, la terza classificata: “I complimenti perché ho una bella bocca…ma non chiedetemi se l’ho rifatta: non l’ho rifatta, ma tutti mi accusano di averla rifatta!”: scusa, ma ora si fanno pure i complimenti per le labbra a canotto? La Lecciso l’hanno derisa a destra e a manca e pure le tue non erano da meno. E ci serviva pure la dichiarazione del fidanzato Matteo, intervistato da Carlo Conti in diretta, per sapere se sono vere o no? Mammamia! Son contenta che non hai vinto.

Lasciatemi finire con una chiosa: belle, simpatiche, che non se la tirino e magari non coi fianchi larghi non le fanno più.

P.s.: e poi piantatela di dire: “Il mio sogno è fare il medico (o l’avvocato o il magistrato o il chimico o l’insegnante)” perché non sareste lì se lo fosse veramente (a parte le aspiranti giornaliste, che sperano sempre in Cucuzza e, ieri sera, qualcuna pure in Fede).

18 settembre 2005

Sulla vetta della C1


Brianteo
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10 punti, 8 reti fatte, 0 subite. Questo è il biglietto da visita del magico Monza dopo la partita odierna contro la Sambenedettese: 2 reti di Espinal (così almeno è parso allo stadio, visto che al mio rientro, TeleLombardia ha detto che la seconda rete era di Egbedi) e una di Pontarollo ci hanno proiettato verso orizzonti sempre più incredibili e tutti i tifosi chiedono: «Se è un sogno non svegliateci!».
Una Sambenedettese che sembrava dovesse spaccare il mondo e si è ritrovata senza aver fatto una sola azione e un solo tiro in porta, ma con tanta rabbia dentro, che ha portato i giocatori in un crescendo di nervosismo (i gesti di stizza non si contavano più ormai…) fino all’espulsione dell’allenatore, il famoso “Nano” Galderisi.
Un Monza che con Sonzogni in panchina sforna un gioco meraviglioso, mai visto con Trainini (denominato da qualcuno l’anticalcio) e con Sala (a proposito, ha perso 3-1 con la Ternana).
Una curiosità: stavolta le perquisizioni le han fatte anche ai “nonnetti”, ma non hanno sequestrato accendini…

P.s.: senza contare che verso la fine del secondo tempo, nella stessa azione, abbiamo trovato per due volte consecutive la traversa [che s***a, n.d.r.]

La solita minestra

Ma Gullo non è per niente originale: ho letto sul sito di Campioni le stesse frasi che ha detto a me quest'estate: «Mister l’anno scorso in allenamento provava la difesa a quattro e poi alla domenica giocavamo a tre».

17 settembre 2005

Spezzo una lancia in favore della mascotte del mio blog

Ruffy ha pubblicato un post sui raccomandati che popolano le varie trasmissioni televisive e tra di essi ha citato Ciccio Gullo. Qui non voglio mettere in dubbio il fatto che si sia riciclato come macchietta televisiva, voglio solo precisare che, come ha confessato lui stesso (e ne ho già parlato in un post passato), la sua reputazione di calciatore è stata inesorabilmente rovinata da quel reality: Graziani lo ha escluso a più riprese dalla rosa perché diceva sempre quello che pensava e solo grazie al pubblico ha potuto continuare la sua impresa. Alla fine della stagione, nessun allenatore si è più sentito di tenerselo in squadra (e non parlo delle serie maggiori, ma dell’Eccellenza o della Prima Categoria) perché era un peso enorme da sopportare e così ha dovuto reinventarsi. D’accordo, non ci ha messo molto, essendo ormai “famoso” grazie alla tv ed essendo ormai entrato nella manica di Dudi, ma a quanto ho capito, frequentandolo quel poco, avrebbe preferito continuare nel mondo calcistico piuttosto che fare il personaggio tv. Non ho cambiato idea su di lui (l’ho sempre trattato con ironia e ho sempre pensato che fosse un poco buffoncello…), ma posso cercare di capire il perché si trova lì.

P.s.: il QS ha pubblicato oggi i commenti sulle partite delle tre italiane in Coppa Uefa: mi chiedo a che ora abbiano l’orario di chiusura per non essere riusciti a pubblicarli ieri.

P.p.s.: il Monza ha scelto Sangalli come nuovo sponsor: ho tirato un sospiro di sollievo. Tra i papabili c’era un nome che mi aveva atterrito all’idea: chiamiamole divergenze d’opinione nonché grande antipatia (per ogni curiosità in merito sono disponibile in privato).

16 settembre 2005

Agenzia matrimoniale

La pagina delle lettere del QS non smette mai di stupirmi: ieri ha dato un saggio delle sue potenzialità pubblicando quella di una ventenne, libera, innamorata di Kakà, che si offriva di sposarlo (N.B.: nei servizi all’interno del giornale c’era giusto un articolo che annunciava le nozze di Kakà con la sua fidanzata diciottenne a dicembre).

Ciò mi porta ad alcune riflessioni: sorvolando sull’aspetto prettamente psichiatrico di quella pazza che scrive ad un giornale per illudersi di poter sposare Kakà all’alba dei 20 anni (quando forse dovrebbe vivere sulla terra e smettere di sognare), con che dignità un giornale sportivo si permette pure di pubblicarla? Forse che si acquistano più lettori a comportarsi alla stregua di un’agenzia matrimoniale?

Con che dignità poi, oggi, al suo interno, non accenna neppure al fatto che ieri si sono disputate le partite di Coppa Uefa (e anche qui sorvolando sul fatto che hanno giocato tre squadre italiane, una delle quali era una Roma in grande spolvero)? Forse che il parlare dei fatidici sport minori debba permettere di sorvolare su una Coppa Uefa, ormai considerata alla stregua della Coppa del Nonno?

Misteri di Xavier Jacobelli (che oggi presenterà l’evento durante il quale l’A.C. MonzaBrianza 1912 svelerà il suo nuovo sponsor: la domanda sorge spontanea: non c’era qualcun altro disponibile?)

13 settembre 2005

E anche l'ultima frontiera del trash è stata superata

Potete dirmi che non è una novità (e avreste ragione visto Bonolis nella sua “Domenica In” o Cucuzza a “La Vita in Diretta”) e quindi che il titolo è sbagliato, ma che pure a Campioni ci toccherà vedere il parto in diretta, mi fa veramente pena.

Se non lo sapevate, la moglie del bomber cervese Matarrese, di Desio (dalle mie parti), è incinta e tra qualche giorno partorirà ripresa dalle telecamere di Italia 1, per la gioia della famiglia e di tutti gli spettatori del programma (cioè le migliaia di ragazzine indiavolate e urlanti che riempiono gli stadi con i loro cellulari ultima moda e le loro macchinette fotografiche…direte: “Ma l’hai fatta anche tu la foto con Gullo e ce l’hai sbandierata: sei incoerente!”, ma il mio si chiama diritto/dovere di cronaca, non invasamento!).

Oramai non c’è più limite al buon gusto: è vero che i primi vagiti di un neonato inteneriscono il cuore più duro, ma perché spettacolarizzare un fatto così privato? In nome di cosa poi? Del dio audience? Stiamo andando alla deriva: il prossimo passo sarà riprenderli pure quando vanno in bagno. Tanto la pubblicità di Sky ci ha già dato un saggio delle potenzialità di un calciatore sul water.

11 settembre 2005

L'esultanza dopo lo 0-3 nel derby


Senza nome
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Per questa foto devo ringraziare Roby senza il cui doppio contributo non sarebbe stato possibile neanche averla.

10 settembre 2005

Un derby scintillante (e qualche incoerenza)

E’ terminato con una sonora sconfitta per la Pro Sesto (la terza consecutiva) il derby brianzolo Pro Sesto–Monza: il pesante 0-3 è nato dapprima da un’autorete, che ha permesso ai biancorossi di passare in vantaggio, poi tante occasioni non sfruttate con un Tricarico in grazia di Dio ed infine gol di Santos e di Espinal.
La Pro Sesto è stata veramente inguardabile per tutta la partita, ma quello che più fa specie è che si è guadagnata la promozione in C1 sul campo e ora si trova con un bello 0 in classifica, al contrario il Monza, che si è guadagnato la promozione grazie al ripescaggio (ma è arrivato terzo l’anno scorso in C2), è per ora primo con 7 punti e sforna un gioco meraviglioso (e pensate che mister Sonzogni ieri era incavolatissimo per la mancanza di grinta da parte della difesa durante l’allenamento…).
Due fatti strani sono inoltre accaduti nel caldissimo pomeriggio sestese: all’entrata i carabinieri hanno scrupolosamente perquisito Dany (neanche avesse la faccia da delinquente…) e gli hanno sequestrato un accendino (diteglielo anche voi di smettere di fumare!), poi però non controllano i “vecchietti” (vedi mio zio) e gli accendini entrano comunque nello stadio: mi pare alquanto incoerente. Inoltre nel primo tempo il numero 3 della formazione sestese è stato espulso per doppia ammonizione e nella ripresa è sceso in campo un suo compagno con la maglia numero 3, il che avrebbe potuto causare delle incomprensioni con l’arbitro: fortunatamente, dopo almeno 20 minuti, qualcuno dalla panchina si è accorto (sugli spalti già ce n’eravamo accorti da molto…e i fischi si sprecavano) e il giocatore ha cambiato maglia.Al ritorno a casa, caroselli con le macchine, bandierine in festa, clacson a manetta, con un signore, che, mentre eravamo in coda, si accosta a noi con la sua auto e ci fa: “Ma c’è la festa dell’uva?” e noi: “No, il derby della Brianza e lo abbiamo vinto noi!”

09 settembre 2005

E’ iniziato Campioni

Probabilmente se non avessi incontrato Ciccio Gullo quest’estate, ora sarei qui a “tagliarmi le vene” e “spararmi cinque flebo per braccio” al pensiero che ricomincia “Campioni” e invece questo incontro fortuito mi ha fatto nascere la voglia di seguirlo … insomma anche l’anno scorso le prime partite le ho seguite (per tifare la squadra avversaria!), poi mi sono persa e ho iniziato a fare articoli contro la trasmissione (vedi “Campioni del cuore” e “Lettera aperta alle fan di Campioni”) … insomma forse qualcuno dirà che non sono coerente, ma lasciatemi spiegare perché lo voglio seguire: perché devo assolutamente vedere come si comporterà l’istrionico Gullo nel suo nuovo ruolo di commentatore (o meglio, come mi si era presentato lui, di picconatore di Ciccio Graziani): d’altronde, povera stella (come dice sempre la mia nonna), proprio Ciccio Graziani gli ha rovinato la reputazione di calciatore e ora nessuna squadra se lo piglia più (ma le partite di beneficenza e le serate in discoteca fruttano…tra i 1500 e i 3000€: roba da galera se pensiamo agli stipendi medi degli italiani, ma così va il mondo).

P.s.: e poi lui il posto fisso, grazie a Piersilvio, ora ce l’ha e senza sgobbare, pensate a Spagnoli, Arrieta e Borriello, che il sogno lo hanno realizzato, infatti ora militano nella “seguitissima” Serie C2, in quel di Lecco … e le ragazzine urlanti se le sognano proprio.

08 settembre 2005

Caro Begnini, ma un abbonamento in più quest’anno lo avete: il mio!

Oggi, leggendo il Giorno-Monza Brianza, mi imbatto in questo articolo: “Il Monza vuole più abbonati – L’appello del presidente Begnini per riempire di nuovi sostenitori le tribune del Brianteo”. All’interno si legge che gli abbonamenti sono aumentati quest’anno (dai 400 dello scorso campionato a 550), ma il presidente punta a 1000.
Io però mi sono sentita soddisfatta ed orgogliosa, perché dopo anni che seguo il Monza anch’io sono annoverata nella lista degli abbonati e spero che il presidente lo sia con me.
Ho iniziato la mia avventura al Brianteo nel lontano campionato ’99-’00, eravamo in Serie B e Dany mi ha convinto (anzi no, la speranza di vedere Claudio Paul Caniggia mi ha convinto) a seguire Monza-Atalanta, in un Brianteo pieno di bergamaschi distrutti dalla nostra vittoria per 1-0 (con Dany che mi ha fatto uscire dallo stadio qualche minuto prima della fine, raccomandandomi: “Nascondi la sciarpa che non si sa mai!”); ho continuato negli anni successivi, galvanizzandomi quando il Monza ha portato in panchina Roberto “Dustin” Antonelli (ero in classe con suo figlio…), soffrendo per le sconfitte, le retrocessioni, il fallimento, ma sempre più convinta nella mia decisione di seguire la squadra (ho ancora la collezione di tutti i biglietti passati); ho seguito persino le amichevoli a Monzello nel freddo invernale o qui al “Salvatore Missaglia” di Agrate (dove ho incrociato, senza riconoscerlo, Davide Sinigaglia, nato il mio stesso giorno, il 29 luglio, anche se due anni prima di me); ho passato la sera di S. Valentino in curva a patire il gelo di quel 14 febbraio, che mi ha regalato solo un pareggio con l’Ivrea; mi sono appassionata alle iniziative collaterali di questa nuova società (il giornalino, il sito ufficiale, senza dimenticare la webzine di Stefano) a tal punto da farci la tesina con Padovan e così passare un fantastico 28 novembre in tribuna stampa con tutti i giornalisti.
Insomma ne ho passate tante per il Monza ed ora posso finalmente sventolare il mio abbonamento (fatto, lo ammetto, anche per risparmiare qualche soldino, visto che ora le partite sono a 7€).

P.s.: Faccio però notare che nelle mie vene scorre sangue giallorosso dalla nascita…

07 settembre 2005

Partigianerie

Come riportavo nella tesina fatta in occasione dell’esame di “Teoria e tecniche dell’informazione sportiva” con il grande Giancarlino Padovan (che potete leggere cliccando qui), spesso i siti internet delle squadre di calcio sono alquanto parziali: un esempio? Nella newsletter dell’A.C. Monza Brianza 1912 di lunedì 5 settembre, a cui io sono fedelmente iscritta e che è tenuta dall’ufficio stampa del sito ufficiale (http://www.acmonzabrianza1912.it/), si poteva leggere “da registrare l'esagerata espulsione di Scazzola per un fallo, al massimo sanzionabile con il cartellino giallo, che ha costretto il Monza all'inferiorità numerica per gran parte della ripresa”. Premettendo che non ho visto l’azione dal vivo quindi non posso darvi un parere, vi chiedo: come mai il giudice sportivo ha dato due giornate di squalifica a Scazzola se veramente quel fallo era solo da cartellino giallo?

06 settembre 2005

Oggi non parlo di sport

Volevo fare una piccola divagazione per spiegare ai miei lettori il perché ho deciso di intraprendere il cammino giornalistico, di cui questo blog è solo una piccola appendice di prova: oggi leggevo “Il manuale del guerriero della luce” di Paulo Coelho, regalatomi dalla mia migliore amica Francy per il mio compleanno e ho capito. Con semplici parole Coelho mi ha spiegato il perché di tutto quello che sto facendo: «Gli amici del guerriero della luce gli domandano da dove provenga la sua energia ed egli risponde: “Dal nemico occulto.” Gli amici gli chiedono chi sia e lui dice: “Qualcuno che non possiamo ferire.” […] Egli non pensa alla vendetta, perché il nemico occulto non appartiene più alla sua storia. Pensa soltanto a migliorare la propria abilità, affinché la fama delle sue imprese faccia il giro del mondo e giunga alle orecchie di chi lo ha addolorato in passato. Il dolore di ieri è la forza del guerriero».
Parole che scrivo perché possono essere da sprone per chiunque e, visto che io sono (o meglio vorrei essere…ma nell’animo lo sono) cronista sportiva, possono esserlo in particolare per chi deve affrontare ogni domenica una sfida calcistica. Spero che qualcuno capiti da queste parti e le legga.

05 settembre 2005

Vecchie glorie ritornano...

Ho trovato un commento su di un vecchio post che mi chiedeva se avessi notizie di Anselmo Robbiati: purtroppo dopo una ricerca accurata non ho trovato niente, però non disperiamo perché nel sito di Stefano Peduzzi, qui ampiamente pubblicizzato, “Monza-News”, c’è una sezione denominata “Gli ex BiancoRossi”, dove troviamo le gesta degli ex giocatori, magari un giorno o l’altro appariranno notizie del grande “Spadino”.In compenso ho una chicca su Lantignotti, anch’egli vecchia gloria biancorossa: un paio di settimane fa è apparso il suo nome sul Resto del Carlino di Reggio, infatti durante un’amichevole tra Castellarano e Dorando Pietri, il nostro Lantignotti, ormai 41enne, ha rischiato di essere espulso per un diverbio con un giocatore del Castellarano, ma essendo un’amichevole gli allenatori hanno convinto l’arbitro a soprassedere. Non certo una grande figura per un (ormai ex) professionista.

03 settembre 2005

02 settembre 2005

Sono di nuovo in lutto

Torno finalmente a casa: felice perché sono a casa, perché domani vedo chi dico io, perché faccio l’abbonamento al Monza, perché è in serie C1 e non più in C2 e ha già vinto la prima di campionato, perché la Roma sembra essersi ripresa dalla stagione devastante dell’anno scorso, perché Tommasi è un vero uomo al contrario di Cassano…e cosa ti leggo nella mia posta???!!

“Newsletter di Core de Roma del 26 agosto: Ritorno al futuro - Ci è piaciuta poco la destituzione di Carlo Zampa, al quale siamo tutti legati come ad una parte irrinunciabile del rito che ci accompagna ogni volta che andiamo all’Olimpico. Vorremmo sapere il perché è diventato sconveniente annunciare che …. PER L’ONORE DI ROMA E PER I NOSTRI COLORI SCENDE IN CAMPO LA SQUADRA DELLA CAPITALE !! POPOLO GIALLOROSSO IN ALTO I CUORI E FUORI LA VOCE….ROMA ! Il meteo prevede bordate di fischi senza tregua per il prossimo povero speaker”.

Vi rendete conto????? Vi rendete conto che niente potrà essere più come prima???? Non ci sarò l’11 settembre all’Olimpico, ma prometto il mio fischio dal profondo del cuore. Non si può cancellare così l’uomo che mi ha fatto sognare con la sua magica voce, magica non solo perché indirizzata alla Magica (Roma), ma perché si sentiva tutto il suo amore per quei colori, si sentiva il suo cuore battere forte all’unisono coi nostri cuori: grazie Carlo!